giovedì 7 febbraio 2019

SUA MAESTÀ “IL TARTUFO”

SUA MAESTÀ “IL TARTUFO”

L’Italia è un dei paesi più vocati alla produzione ed alla coltivazione del tartufo. Da Marco Gavio Apicio che nel suo “De re coquinaria” decantava la bontà di questo tubero a Gioacchino Rossini che ne era golosissimo. Un grande merito va a Giacomo Morra che intuì il valore di questo
prelibato fungo, comprendendo quanta ricchezza avrebbe portato ad Alba sua amata cittadina, situata in provincia di Cuneo. Fece conoscere intelligentemente il famoso tartufo bianco “Tuber Magnatum Pico” a livello internazionale, ricevendo così riscontri eccellenti.

Una regione leader per la produzione e la coltivazione di alcune specie di tartufi è sicuramente l’Abruzzo. È doveroso annoverare alcuni paesi dell’alto Vastese, Torrebruna, Carunchio, Castiglione Messer Marino, dove i boschi lussureggianti avendo un ecosistema di svariate forme di vita animale e vegetale affascinano molti turisti, invitandoli al rispetto della natura.

E’ noto che i tartufi crescono e si moltiplicano solo in ambienti salubri per cui è necessario mantenere l’ambiente com’è e salvaguardarlo. Viene, quindi, naturale inneggiare al tartufo come risorsa, come sentinella dell’ambiente, volano di una rispettosa economia. Favorendo sempre più conoscenza ed informazioni dettagliate su finanziamenti regionali ed europei, lo spopolamento forse si potrebbe contenere, incoraggiando anche gli appassionati e conoscitori a risiedere in questi incantevoli paesi, per coltivare questo prelibato fungo ipogeo e creare nuove tartufaie.  
Lucia Desiati

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