giovedì 31 gennaio 2019

BUENOS AIRES: ALLA SCOPERTA DI ANNA CANCELLIERI PITTRICE E SCRITTRICE DI SUCCESSO

Nipote del famoso pittore Valerico Laccetti, si trasferisce in Argentina nel 1953

di LINO SPADACCINI 

Quando si parla di artisti vastesi emigrati in Argentina, i primi nomi che vengono in mente sono Giovanni (Juan) Del Prete (1897-1977) e Franco Paolantonio (1887-1979), ma c'è un altro artista, di cui non si conosce molto e che meriterebbe di essere riscoperto.
Stiamo parlando di Anna Cancellieri, pittrice poliedrica che si discosta dall'arte figurativa, prediligendo la forma astratta, con innesti futuristi e cubisti, attraverso la combinazione equilibrata di forme e colori, creando atmosfere di profonda suggestione. Non solo. Il suo impegno è anche verso la poesia.   
Anna Cancellieri nasce a Vasto agli inizi degli anni '30, da Alberto e Tina Laccetti, nipote del famoso pittore vastese Valerico Laccetti. Dopo aver iniziato il percorso
scolastico nella sua città natale, prosegue gli studi all'Istituto Tecnico di Chieti, e successivamente, durante il secondo conflitto mondiale, a Venezia, al liceo e, successivamente, alle magistrali. Sin da giovane coltiva la passione per la scrittura; l'editore Mario Gastaldi di Milano pubblica il suo primo libro intitolato "Le vecchie e le nuove", segnalato al Concorso Nazionale Gastaldi 1949 per la poesia, come "meritevole" di pubblicazione.

Dal 1953 si trasferisce a Buenos Aires in Argentina. Si trova a dover affrontare una nuova realtà, una nuova vita totalmente diversa da quella che aveva lasciato. Con grande volontà e intraprendenza riesce a mettere in fila colori e linee del passato e del presente, cercando di integrare tutto. Come lei stessa scriverà qualche anno più tardi "Non ho avuto altra scelta che imparare il mestiere". Nella capitale Argentina studia disegno con G. Gaeta, pittura e tecnica di monotipo con M. del Carmen Noboa, e frequenta un corso di sceneggiatura cinematografica sotto la guida del pittore e regista Simón Feldman (Elnegoción, 1959). Realizza alcuni cortometraggi.
Partecipa alla decorazione murale dell'Instituto Mental Borda. Dal 1969 è collaboratrice della rivista illustrata Histonium, fondata dal mecenate vastese Carlo Della Penna, dove scrive articoli di genere narrativo, episodico, culturale e artistico.

Per quattro anni frequenta l'atelier del pittore argentino Anibal Carreño (1930-1997), esponente di spicco del "Gruppo del sur" insieme a Leo Vinci, Ezequiel Linares e ReneéMorón. Sul catalogo "Cancellieri, Pinturas 1972", il pittore argentino così parla dell'artista vastese:"Anna Cancellieri aborda su labor de pintora con una dosisexepcional de seguraintuición . Intuición de lo que podría llmarse «captacion de la mecánica verdabera del arte creador». Esto equivale a decir que ella sabe que en pintura no hay nada que se deba hacer y por el contrario, sí un espectro ilimitadp de posibles. Coloca entonces la obra, por lógica consecuencia en un plano secundario, reconociendo claramente su carácter de artificio, producto sorprendente de lo que vive, de lo real, producto de ella. La pintura no es, por tanto objeto de valr proprio para ella, sino directa «evidencia dactiloscópica», realización que significa y paralelamente, prueba inducente de una existencia que se expresa a través de la pintura, teniendo como destinatario de tal expresión, no su artificial saber de Usted, sino su real existencia de Usted".

Nel 1972 espone alla Galeria Van Riel. Nel 1973 pubblica la raccolta di poesie "Amor, amore y catch" (Amore, amare e prendere). Sul quotidiano Il Mezzogiorno, Ugo Talamazzi sottolinea come le poesie "fanno fede di un'attitudine esplicativa, quasi che la vena poetica della Cancellieri fosse esclusivamente contemplazione degli stessi corpi avvinghiati, fermati sulla tela in un dialogo violento, muto". Invitata dal Banco de la Ciudad de Buenos Aires, espone 18 oli tratti dai tempi del libro di poesie. "È un'esposizione di nuovi lavori pittorici nei quali la Cancellieri dimostra quanto possano nella volontà d'arte la pertinacia e l'applicazione", scrive Attilio Lentini sul Corriere degli Italiani, "ci è sembrata, infatti, essa già sciolta dalle sovrastrutture estetizzanti, patenti nella precedente mostra del novembre dell'anno scorso, per entrare nel vivo di un linguaggio diventato dialogo più che monologo. Si definiscono maggiormente gli elementi plastici della forma e lo studio della corporeità e della sua densità attraverso un'esperienza che, inizialmente analitica, usa la tecnica dei piani sovrapposti per porre in atto la visione radiografica trasparente d'ordine cubista. E riteniamo, che le incursioni in questo campo sarà di grande utilità per la nostra artista".

Nello stesso anno espone in alcune prestigiose collettive presso il Salón Galeria de Arte Y.P.F., Salón aniversario del petróleo national (Casa del Chubut), Galeria de arte de Calata Olivia (Santa Cruz), Salónanual de artes plásticas Y.P.F. (Capital Federal).

Nel 1974 viene invitata a realizzare un'esposizione personale nella galleria della "Casa Argentina" a Roma, sponsorizzata dal Ministerio de Relaciones Exteriores y Culto.
Le mostre ottengono un buon successo di critica e di pubblico. La pittura della Cancellieri giunge all'attenzione di critici del calibro di Fernandes Rosselot e Osiris Chierico, con articoli lusinghieri apparsi sul quotidiano La Razon e sulla rivista illustrata Confirmado.Nel dicembre del 1972, in occasione della prima personale di pittura, Chiérico si esprime in questi termini: "No es casual que A. Cancellieri haya comenzado por escribir poemas, antes que la alcanzara el lengueja de la pintura partecipe en tan notable medida de los entrañables mecanismos de la poesía en su intención , en su destino y en sus motivaciones. Es decir pura materia poética, auque sean formas y colores los que utilice para manifestarla y no palabras, que de ninguna manera son su elemento exlusico de expresión, su única dorma de comunicarse".

Torna spesso in Abruzzo, soprattutto per riabbracciare la madre, Tina Laccetti, residente a Pescara. Tramite l'amicizia con il giornalista Ugo Talamazzi, contatta l'Azienda di Soggiorno e Turismo, nella persona dell'Avv. Roberto Bontempo, con la speranza di poter organizzare una mostra nella sua città natale, nella città dei genitori, in uno devi luoghi più caratteristici della regione, dove si conservano ancora tanti ricordi d'infanzia.

Nel 2002 pubblica una nuova raccolta di poesie dal titolo "Desiderio blu sul mare verde". "La musa della Cancellieri", scrive Giorgio Pannunzio su Rivista Abruzzese n.2 del 2003, "non si sottrae a momenti di caldo intimismo personale, nei quali – tuttavia – il riferimento prosastico alla propria vita come liber memoriae è comunque circonfuso da una forza espressiva quasi fanciullesca; nei suoi testi si avverte l'uso moderato e mai patetico un passatismo che non stona se collocato all'interno delle coordinate storico-letterarie in cui il testo si muove".

Molti sono i riferimenti all'Abruzzo ed alla natia Vasto. Ecco alcuni passi riportati da Pannunzio nel suo interessante saggio sulla Cancellieri:
Il mare dell’Abruzzo è verde opaco/ ammantato d’alghe,/ con azzurrine linfatiche vene,/ giunge cupo agli scogli/ da un infinito che/ si perde nella nebbia/ e si accascia in una secca/ senza spuma./ Dicono che il mio mare,/ quest’anno/ sta morendo/ Nel mare di Vasto/ in un beato stato prenatale/ affinai sensi e percezioni,/ scoprii il ritmo del vento e della luce,/ la corrente fredda, il calore, il sale,/ il movimento a spirale e l’energia,/ l’immobilità letale del sempre sempre/ e del mai:/ Dio esisteva/ perché esisteva il mare./ Nei giorni oscuri sublimai/ ogni perdita cantandola,/ macchiando tele con azzurri e verdi/ saturi e violenti,/ pervinca e turchesi in cui potermi perdere,/ bianchi sinistri e grigi surreali/ di naufragi e temporali,/ anche ricurve di donne color roccia/ in attesa di un veliero,/ le vele e le paranze furono/ triangoli e circoli arancioni, viola,/ i circuiti antiorari/ delle fresche correnti Baltiche/ strie di polvere d’argento/ e lamine d’oro,/ la nostalgia sfumava sulla tela:/ vivevo ancora./ Un gabbiano bleu e la sua ombra/ mi saltellano accanto/ sulla tersa rena di settembre,/ fino alle lunghe onde,/ senza spruzzi né spuma./ E dicono che il mio mare/ quest’anno/ sta morendo.
Le parole della Cancellieri si presentano come un ricco affresco dove le pennellate lasciano il posto a parole cariche di nostalgia.

Lino Spadaccini

















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