martedì 11 luglio 2017

Spetta a Vasto il primato delle opere incompiute-promesse

Il caso del Palazzo Genova Rulli in via Anelli

di GIUSEPPE CATANIA 
PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE VASTESE DELLA STAMPA

Sono anni che i cittadini attendono la realizzazione di iniziative promesse e mai mantenute , nonostante da più parti dei politici siano state mitizzate come elementi di promozione e di ulteriore qualificazione sociale. 
Ne citiamo alcune: Asilo d’Infanzia Carlo Della Penna da anni abbandonato al degrado ed ai vandali che ne hanno minato la consistenza. La Sala Emodinamica, indispensabile per migliorare i servizi dell'assistenza sanitaria all'Ospedale S. Pio da Pietrelcina. Nuovo Ospedale; arretramento della statale 16 per ridurre il traffico sul litorale, e via dicendo. La conclusioenè che le Opere Pubbliche sono  un settore asfittico privo di concrete realizzazioni capaci di rivitalizzare e dare slancio alla città.
E poi l’EREDITA GENOVA RULLI in via Anelli. Su questo argomento ci soffermiamo più dettagliatamente. 
Era stato annunciato come un "accordo storico" tra Comune e Curia Arcivescovile . Dopo decenni di trattative tra l'Amministrazione Comunale e la Curia di Chieti, nel mese di febbraio 2006 venne stipulato l'accordo per lo scambio dei due palazzi storici della Città: il Genova Rulli e Il palazzo del Carmine, nonostante l'opposizione del clero cittadino per questioni giuridiche legate alla effettiva proprietà degli edifici.
La Curia acquisiva la piena proprietà dell 'edificio del Carmine in via Vescovado che ospitava la sede dell'ex collegio Istonio, mentre il Comune, otteneva in comodato d'uso gratuito per 60 anni, il palazzo Genova Rulli in via Anelli.
Secondo l'accordo stipulato dall 'allora Sindaco di Vasto dott. Filippo Pietrocola e l'Arcivescovo Metropolita Bruno Porte, il palazzo del Carmine doveva essere destinato a strutture pastorali; casa del clero e abitazione del Vescovo, mentre il palazzo Genova Rulli doveva diventare polo culturale di grande rilevanza, tra cui sede universitaria con alloggi per gli studenti.
dei due edifici storici pubblichiamo una sintesi per offrire riferimenti e notizie per offrire un quadro completo ed una valutazione agli occhi ed al giudizio dei vastesi.
GIUSEPPE CATANIA

Ecco cosa scrivemmo sullo "storico" accordo >>>
E anche merito suo se l'accordo è andato in portoUn grazie doveroso a Mons. Menichelli
Va doverosamente ricordato il forte impegno profuso dall'allora arcivescovo di Chieti mons. Edoardo Menichelli per l'accordo tra il Comune e la Curia sullo scambio dei due palazzi.
Mons. Menichelli dovette non solo convincere gli amministratori comunali sulla bontà dell'iniziativa, ma dovette anche lottare contro la miopia di parte del presbiterio cittadino poco convinta della bontà dell'iniziativa.
Mons. Menichelli riuscì a convincere i primi, ma dovette arrendersi di fronte alla ottusa opposizione dei secondi.
Se oggi è stato possibile siglare l'accordo è anche grazie a quel "chicco di grano" seminato da mons. Menichelli, che oggi ha dato frutti copiosi.

Palazzo Genova Rulli in via Anelliedificato nel 1841

II barone Giuseppe Antonio Genova Rulli aveva acquistato il chiostro e il giardino murato dai padri predicatori dell'Annunziata di Porta Nuova, oltre ad alcune fatiscenti casette, per farvi costruire la sua residenza, anche "per esaudire il desiderio del padre Barone Luigi”.
Su progetto dell'architetto vastese Nicola Maria Pietrocola, l'edificio venne costruito nell'area dell'ex convento di San Domenico, nel 1841, con annessa la chiesetta intitolata a Santa Filomena. Il Barone Giuseppe Antonio nel 1824 era stato nominato Decurione del Vasto e poi sindaco nel 1838. Particolarmente devoto a Santa Lucia, fece successivamente restaurare il palazzo e la chiesetta, erigendovi un altare dedicato alla vergine siracusana. L'edificio si estende, nella massima lunghezza, su via Luigi Anelli, dove è il portone di ingresso che immette in un cortile da cui si accede al piano superiore dove sono ampie sale che si sviluppano seguendo l'andamento del largo spazio interno dov’era l'orto botanico con piante pregiate, aiuole e fioriere decorate da statue antiche su piedistalli marmorei. Il palazzo ospitava gli Uffici del Tribunale e della Procura della Repubblica. Nello sviluppo su corso Palizzi e fino a Porta Nuova, i I palazzo Genova Rulli comprende un fabbricato a "scoglio" con un portone ad arco delimitato da colonnato laterale, progettato dallo stesso architetto Pietrocola. In questo edificio era la sede degli uffici amministrativi dell'Orfanotrofio Femminile Genova Rulli e delle proprietà terriere a beneficio della Curia Arcivescovile, per alimentare la Mensa ed il Seminario.

Palazzo del Carmine (ex Collegio Istonio) A costruirlo furono i padri Lucchesi

Nel sito delimitato da via Marchesani e via del Fornorosso, già nel 1738 vennero eseguiti i lavori per la costruzione della Chiesa della Madonna del Carmine (dove sin dal 1362 esisteva una cappella dedicata a San Nicola degli Schiavoni). A seguito dell'abbattimento di vecchie casette venne edificato un edificio conventuale. Incaricati erano i Padri Lucchesi (Clerici regolari della Madre di Dio) insediati a Vasto dall'Università del Vasto e dai Marchesi d'Avalos, per riqualificare il nucleo urbano e reperire spazi ed aule necessario per lo svolgimento della loro attività didattica a favore dei giovani della Città.
Nel 1761 vennero aperti gli edifici adiacenti alla Chiesa ed all'ex collegio Istonio. I Clerici, nel cui ordine entrarono i vastesi Giuseppe Ricci e Luigi Barbarotta, insegnavano grammatica, retorica, filosofia, dottrina cristiana e ricevevano un compenso annuo dall'Università del Vasto di 180 ducati. Nel 1742 fondarono nel chiostro del convento (oggi cortile del palazzo) la Congrega della Madonna della Neve, sebbene non riconosciuta dall'autorità ecclesiastica. Nel 1809 il Collegio venne soppresso ed incorporato allo Stato ed il chiostro venne destinato ad accogliere il comando della Gendarmeria, la scuola pubblica e uffici vari della Municipalità. Intanto venne sopraelevato il terzo piano per ospitarvi gli alunni delle scuole e dei convittori. L'edificio venne destinato all'insegnamento scolastico dei Padri Gabrielisti di Montfort, intitolato "Collegio Istonio" successivamente soppresso perché i Gabrielisti avevano costruito, in Viale D'Annunzio, l'edificio dell'Istituto Immacolata. Ill palazzo fu sede della Curia Arcivescovile. Qui Mons. Valentini ricevette l'abito talare dall'Arcivescovo Venturi il 15 agosto 1938.

GIUSEPPE CATANIA
PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE VASTESE DELLA STAMPA

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