lunedì 12 novembre 2018

Novembre 1943: le truppe alleate entrano a Vasto


di GIUSEPPE CATANIA

NOVEMBRE 1943. Una data storica per Vasto.
Le truppe Alleate del generale Montgomery entravano a Vasto liberando il territorio fino alla riva destra del fiume Sangro.
Le truppe tedesche avevano opposto qualche
resistenza al Volturno. I bombardieri americani avevano distrutto l'antichissima abbazia di Montecassino. Frattanto in Abruzzo veniva bombardata Pescara e qualche avvisaglia si ebbe anche a Vasto con un bombardamento navale che faceva preludere ad uno sbarco sul Trigno. Un proiettile colpiva la torre di Santa Maria Maggiore, rimasta comunque illesa mentre altri colpi si abbattevano sulla chiesa di San Pietro, danneggiando parte della navata laterale sinistra. Per questo i tedeschi avevano fatto affluire contingenti massicci nella zona appostati lungo sulla riva sinistra del fiume Trigno, installando un comando operativo a Cupello. Un'incursione aerea britannica colpi l'edificio all'inizio di corso Nuovo Italia (allora corso Littorio) sulla sinistra.

L'VIII Armata avanzava inesorabilmente, anche a costo di pesanti perdite. Ai primi di novembre il fronte si spostava lungo il corso del fiume Trigno e Vasto diveniva caposaldo di difesa per le truppe tedesche che avevano fatto affluire contingenti motocorazzati. A sud le truppe Alleate comandate dal generale Sir Bernard Law Montgomery, che erano sbarcate in Italia il 3 settembre 1943, e a nord quelle tedesche della Werh-macht lungn il fiume Sangro si fronteggiavano per una battaglia finale.

In effetti i tedeschi erano intenzionati a ritardare al massimo l'avanzata dell'VIII Armata.

L'operazione di sfondamento del fronte tedesco ebbe inizio con un pesante cannoneggiamento di artiglieria e da mezzi corazzati sulla collinetta di Sant'Antonio Abate -Sant'Onofrio seguito,da due bombardamenti aerei americani con apparecchi «Lightings». Su Cupello, il 2 e 3 novembre. 106 le vittime civili. I tedeschi già dal 31 ottobre avevano sgombrato la zona per attestarsi sul Sangro. Nondimeno gli Alleati spararono ben 15 mila colpi di cannone contro Cupello e le colline di Vasto, in quella che gli inglesi considerarono la «battaglia del Trigno».

Era il Sangro il punto cruciale dello scontro dei due eserciti, giacché i tedeschi avevano provveduto a far ritirare la XXVI Panzer Divisionen ed il gruppo di guastatori della Werhmacht che erano stati dislocati a Cupello per controllare il traffico militare lungo la Statale Adriatica e la 86 Istonia.

«Dall'altra parte del fiume - riferiva un corrispondente speciale al seguito dell'VIII Armata, scrivendo sugli scontri avvenuti sul Sangro - circa cinque miglia in profondità, i tedeschi preparano la difesa», lasciando dietro di loro abitazioni minate e ponti distrutti.

A Vasto, infatti, i guastatori della Werhmacht avevano fatto brillare alcune mine distruggendo tre edifici all'imbocco di corso Italia (distrutta la tipografia Arte della Stampa - Guzzetti) e verso la località Incoronata due edifici furono fatti saltare in aria , nell'intento di ostacolare l'avanzata degli Alleati, defilandosi verso nord durante la notte tra il 4 e 5 novembre. La mattina del 5 novembre, quando già dei tedeschi non vi era alcuna traccia, Silvio Ciccarone, Angelo Mattucci, Nicola D'Angelo, cui si erano uniti il capitano Nicola Scolavino ed il maresciallo Piras, decisero di muoversi, insieme a numerosi vastesi, avviandosi verso Sant'Antonio Abate, per convincere le truppe Alleate ad entrate a Vasto. Il che avvenne alle ore 8 con in avanscoperta due autoblindo. Aleggiava il timore che i tedeschi potessero sferrare di sorpresa un attacco contro Vasto.

Assicurata la calma e l'assenza di truppe tedesche, il generale Montgomery faceva ingresso a Vasto, con il grosso dell'VIII Armata, fissando la sua residenza a «Villa Virginia» di proprietà Galante -Angelucci, su via Tre Segni che domina la marina ed il golfo di Vasto. Il quartiere generale dell'VIII Armata era fissato a Palazzo Palmieri nel castello medievale. La residenza del Town Mayor era nella Torre di Bassano. I due edifici scolastici di corso Italia, uniti da un ponte in legno furono trasformati in ospedale militare.

Nell'edificio della curia vescovile gli autocarri «Dodge» facevano la spola per rifornire i locali della Naafi di viveri, vettovaglie e indumenti. Il palazzo d'Avalos fu sede del Governo territoriale militare Alleato (Amgor).

Da corso Italia, provenienti dalla Statale Adriatica (che all'epoca non era litoranea, ma ricalcava la strada di collegamento Vasto - San Salvo) affluivano interminabili convogli corazzati che transitavano per piazza Rossetti, dopo aver superato il monumento a Gabriele Rossetti, per proseguire su corso Garibaldi verso il Sangro. Frattanto gli Alleati, superato il Trigno e raggiunte le rive del Sangro, si trovarono sotto il tiro del fronte tedesco.

«La tappa finale dell'operazione si è avuta nel pomeriggio del 7 novembre - riferisce un corrispondente di guerra -. Un attacco attraverso i campi è stato iniziato dalla fanteria attraverso strade trasversali da Scerni verso Paglieta, protetti sul fianco sinistro da

carri armati. Le strade erano più polverose che mai e le colonne di fumo e polvere sollevate dai veicoli che percorrevano la strada vicino Scerni, erano il bersaglio dei mortai tedeschi piazzati sulle colline a ovest. Bombe cadevano sulla strada e lentamente si avvicinavano e appena la macchina nella quale viaggiava il giornalista superò la seconda bordata, si trovarono per un raggio di 10 yards dalla strada morti sulla linea di marcia dei veicoli. Poco danno si è avuto, ma è stata una dimostrazione impressionante della strenua determinazione dei mitraglieri e dei mortai, lasciati in dietro dai tedeschi ad ogni ritirata, a combattere il più possibile, cercando di disimpegnarsi come meglio potevano. I ponti dietro questi uomini erano stati già demoliti».

L'VIII Annata, intanto, inseguiva il nemico verso occidente, attraverso la strada Vasto - Castiglione Messer Marino. «Casalbordino - scrive un cronista al seguito delle truppe - è stata conquistata dopo un pesante combattimento e le forze del generale Montgomery si può dire che abbiano raggiunto la riva del fiume Sangro». Il soggiorno del generale Montgomery durò appena due mesi perché destinato al comando delle truppe Alleate che effettuò lo sbarco in Normandia (giungendo fino all'Elba) e divenne comandante in Capo delle Forze Alleate di occupazione in Germania e successivamente Vice comandante della Nato in Europa (1951/58). Raggiunto dai generali De Guingand, Broadhurst, Freyberg e Alfrey, Montgomery il 30 dicembre 1943 nel teatro «Rossetti» tenne un discorso di addio ad una rappresentanza di ufficiali superiori e soldati.
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