di Angelo Del Moro
O Dio Onnipotente, io non Ti vedo, ma Ti immagino nel mio cuore e nel mio animo. Ascolta la mia voce di pace, tranquillità, prosperità e fiducia.
Viviamo in una sorte di grande vuoto: il vuoto di valori e cultura. Tu hai la soluzione di tutti i problemi, puoi intervenire, ma preferisci lasciare all'uomo questo compito che sembra sempre più dirompente.
E, allora, che fare?
I valori, la cultura e la tradizione sono nelle mani dell'uomo, libero di aumentarli o diminuirli, secondo le proprie convenienze. Il che conferma che l'uomo esercita nelle scelte e nelle decisioni che lo riguardano, la legge di più forte.
Dunque l'uomo è al centro della situazione negativa o positiva venutasi a creare.
E' l'uomo che decide liberamente di sfruttare i poveri, che sono tanti quasi sempre, a vantaggio dei ricchi da che mondo è mondo per puro tornaconto. Chi possiede enormi beni, oltre il necessario, lo è generalmente a discapito dei poveri.
C'è da chiedersi: ma come sarebbe la società con poveri meno poveri e con ricchi meno ricchi?
La risposta è scontata: società più giusta, società più libera, con pesi e contrappesi, più equilibrata, più vitale, più umana.
Peccato che la politica italiana pensa e agisce secondo il suo tornaconto. Vive per le poltrone e per i vitalizi, per il popolo non c'è spazio.
Secondo l'età, ottant'anni sembra meno capace di percepire i mutamenti che stanno squassando le società sulle due sponde dell'Atlantico. Una classe politica incapace e inconcludente, strapagata, come del resto lo sono i magistrati e l'alta burocrazia, senza paragoni in Europa, per giunta quasi sempre impunite per errori e manchevolezze commessi.
Rebus sic stantibus non possiamo che rifarci ai latini i quali la chiamavano "captatio benevolentiae" ovvero il tentativo (ma nel caso specifico è la certezza che la fa da padrone) di accattivarsi le altrui simpatie, con ogni mezzo, atteggiandosi a salvatori della patria.
Vasto, 03. 03. 2017
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