venerdì 3 marzo 2017

Carnevale: quando a Vasto c'era la "Cavallarejje", la tradizionale mascherata a cavallo

La "Cavalleria"mascherata dei vetturali risale al carnevale 1639 

di GIUSEPPE CATANIA

La "Cavalleria" tradizionale mascherata a cavallo dei vetturali vastesi, vuole ricordare anche le numerose incursioni saracene e turche in città, quando imperversava la lotta contro i cristiani.

Ma a Vasto è ricordata la "cavalleria", quando, nel carnevale 1639, la moglie del Contestabile Colonna uscì dal Palazzo indossando la maschera di Armida (dell'Orlando Furioso) preceduta da staffieri, tamburieri, trombettieri, col seguito di uno squadrone di 24 cavalieri vestiti alla turca.

Il corteo passò tre volte sotto il balcone del palazzo dove era affacciata la Regina
Cristina di Svezia attorniata da 24 cardinali.

L'episodio è riportato nella tesi di laurea dal titolo "Arabi e ottomani nel basso adriatico"presentata nella Università degli Studi di Urbino da Gilda Felicia Salvatorelli (anno accademico 1968/69 - relatore Prof. Raffaele Molinelli).

"E sin da quei tempi per i "trainieri" vastesi quella divenne la mascherata della loro categoria, appunto perché offriva l'opportunità di mettere in mostra le belle forme e gli agili garretti dei loro vigorosi cavalli sui quali, ogni giorno trasportavano il pesce per venderlo nei più remoti comuni dell'Abruzzo e del Molise.

La mascherata consiste in un corteo di cavalieri mori, che si impone all'ammirazione per la magnificenza dell'abbigliamento esotico, per la ricchezza dei turbanti e dei fez dei cavalieri della mezzaluna, che sostengono sul petto anche brillanti e collane d'oro. Squilli li tromba annunziano l'uscita della cavalleria generalmente dal gran portone del cinquecentesco palazzo marchesale.

Apre il corteo il Capitano della guardia, seguito dal 1° trombettiere; quindi viene la coppia reale. Il Re (o Pascià) con corona in testa, collana del Toson d'oro, manto di velluto rosso, cappa di ermellino, abito di velluto nero e gambali di pelle di elefante, cavalca un superbo baio dorato. La sua fisionomia, sapientemente truccata, ricorda quella di Ferdinando 1° d’Aragona, come si vede nelle monete di questo Re. Alla sua destra, su di un bel morello, cavalca la Sposa del Re, tutta vestita di bianco, dai lineamenti delicati e gentili.

Seguono il 2° trombettiere e 30 cavalieri.

Durante il pomeriggio il corteo attraversa più volte le vie della città fra due fitte ali di spettatori. Le famiglie di quelli che partecipano alla mascherata tendono delle corde da finestra a finestra delle case prospicienti, tengono sospesi nel mezzo, col corpo all’ingiù, dei polli vivi a "bersaglio dei cavalieri che, passando e ripassando, colpiscono con le loro scimitarre di legno quelle povere bestiole, sino a che le uccidono.

A sera quei polli saranno serviti in lieto simposio abbondantemente innaffiato dal buon vino locale, concluderanno l'annuale manifestazione tradizionale."

Giuseppe Catania

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