giovedì 26 maggio 2016

"TUMASS" DI MASSIMO CARULLI: IRONIA E DENUNCIA SU FATTI DI ESTREMA ATTUALITA'

di LINO SPADACCINI

"Tùmass, fumetto del Sud", nato dalla creatività del disegnatore abruzzese Massimo Carulli, diventa finalmente un libro.
Dopo le prime tre storie autoprodotte, il giovane talento abruzzese, ha trovato una casa editrice, la Tabula Fati di Chieti, che ha deciso di investire sui suoi fumetti ambientati interamente in Abruzzo.
"I fumetti di Massimo", ha sottolineato Desirée D'Anniballe nella presentazione di "Odio la Sevel", terzo episodio della serie di Tùmass, "non hanno troppe parole, bensì immagini, tratti, espressioni, odori,
sensazioni… vita, verità. Nel silenzio dei suoi disegni potete ascoltare l'urlo della sua anima in tumulto".  In ogni storia è la coscienza dell'autore che accompagna il lettore lungo il nostro meraviglioso territorio, tra la nostra gente. Tùmass è un fumetto che nasce dal cuore, disegnato con semplicità, senza la tecnologia moderna delle tavolette grafiche, ma con
l'uso di una penna bic e matite Ikea, e come afferma l'autore stesso, con "poca tecnica e molta anima", elemento essenziale questo, che ti permette davanti ad un pezzo di carta di trasformare in immagini un pensiero, un desiderio, un capriccio, un'emozione.
Quello che non manca dei lavori di Massimo Carulli è anche un pizzico d'ironia, o di follia se vogliamo, con i mitici personaggi dei cartoons, che spesso s'impossessano della scena.
Il libro è formato da cinque racconti. Il primo, "Progetto Cyborg", pubblicato nel 2015, inizia dalla spiaggia di Punta Penna, e racconta come l'autore, all'età di 37 anni, decida di iniziare a disegnare fumetti. Nel secondo racconto, "Al risveglio un corpo in mare", Carulli tratta il tema della Costa della Trabocchi, minacciata dalle trivelle nell'Adriatico. Il terzo episodio, "Odio la Sevel", è in un certo senso il fumetto della svolta, una storia "paesana", vista dal punto di vista di chi è rimasto nel proprio paese, da cui tanta gente è andato via, che gli ha permesso di vincere nell'estate scorsa il Premio Speciale della Giuria Tecnica, nella X edizione del Festival letterario "Il Dio di mio padre" di Torricella Peligna, dedicato a John Fante.
Il quarto racconto "La memoria dei muri", racconta dell'Aquila, a sette anni dal tremendo sisma del 6 aprile 2009: una città ferita e oggi quasi dimenticata, con "troppi vicoli, molti quasi privi di sole, tante crepe sotto le impalcature", che "ti fissano e ti ricordano".
Nell'ultimo racconto, Massimo Carulli lascia la rappresentazione del suo Abruzzo per affrontare in maniera ironica e dissacrante il tema del razzismo.
Il volume verrà presentato venerdì 10 giugno presso il Circolo Culturale "Aldo Moro" di San Salvo, mentre per chi è interessato all'acquisto, può rivolgersi direttamente presso la Nuova Libreria a piazza Barbacani.


Lino Spadaccini







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