Il M° Antonio Zaccardi |
Trent'anni fa, il 16 giugno del 1984, ci lasciava il Maestro
Antonio Zaccardi, fondatore e direttore della Schola Cantorum dal 1944 fino al
giorno della morte.
Cresciuto sotto la guida del prof. Vincenzo Marchesani prima
e Domenico Giosia dopo, Antonio Zaccardi coltivò sin da giovane la passione per
la musica e per il canto corale. Stimolato e sostenuto dal parroco di San
Pietro, don Romeo Rucci, diede vita nel 1944 alla Schola Cantorum, una vera
fucina per i giovani talenti vastesi iniziati ed educati al bel canto.
Furono anni difficili a causa della
guerra, ma il giovane
vastese, spinto dall’amore per la musica si divideva tra il lavoro massacrante
nella panetteria insieme suo padre, e lo studio per la musica e la formazione
del coro. Il battesimo ufficiale della Schola Cantorum avvenne il 2 novembre
del 1944 con l’esecuzione della messa funebre di Lorenzo Perosi, esecuzione che,
come ricorda don Stellerino D’Anniballe, “sbalordì
ed impressionò, molto positivamente, il numeroso e colto uditorio”.
Con il passare degli anni la corale divenne il punto fermo
per qualsiasi manifestazione, ricorrenza o solennità religiosa vastese, con un
repertorio sempre più vasto e attento, come la “Messa Te Deum Laudamus” del
Perosi, il “Miserere” nel Venerdì Santo, ancora una messa solenne “cerbiana”
del Perosi, in occasione del primo novembre, e la Messa “Papae Marcelli” del
Palestrina.
Nel maggio del 1848, in occasione della celebrazione per il
centenario di San Pardo, patrono di Larino, presieduta dal Card. Alessio
Ascalesi, entusiasmò i presenti e lo
stesso prelato, allora presidente del Conservatorio San Pietro a Maiella di
Napoli, con la perfetta esecuzione della messa del Palestrina. Il 14 novembre
dello stesso anno, altro grande successo nella chiesa di San Pietro di Vasto,
con i complimenti ricevuti dal Prof. Luigi Gedda, Presidente nazionale
dell'Azione Cattolica, per l'esecuzione della messa “Hoc est” del Perosi, con
l'inserimento del Kyrie, Sanctus e Agnus Dei dal “Papae Marcelli” del
Palestrina.
Molta attenzione Antonio Zaccardi la riservò anche per il
folclore musicando “Cuntraste” e “Mariucce”, su versi del prof. Adelio Tilli,
per non parlare delle indimenticabili versioni di “Mare Maje” (o “Lamento di
una vedova”) e “Uaste bbelle terra d’eure”, trasformandole in arie per solisti
e coro.
“Nella modestia e nel
raccoglimento, ma con impegno”, scriveva P. Pio Benedetto Nocilli, docente
di liturgia musicale in diversi atenei italiani, “il Maestro Zaccardi ha ricercato, nelle sue composizioni religiose, di
raggiungere quel livello di esistenza spirituale in cui azione sacra e musica
comunicano tra loro nel più profondo di loro stesse, nell’atto comune che è il
simbolo. Le sue pagine musicali sono semplicemente esemplari… Degno di lode è
l’esimio musicista vastese che ha saputo donarci una musica religiosa atta a
commuovere profondamente gli uomini e ad eccitarli alla devozione. Le sue
apprezzate composizioni sacre si tengono lontane dalla musica profana e molle.
E sciolgono le anime da ciò che è terrestre per stimolarle alla considerazione
dei beni celesti”.
Tra i principali brani composti dal Maestro Zaccardi
ricordiamo “Buon Natale”, inciso su disco presso la VIS-Radio, “Alla Vergine
Annunziata”, composta per l’Anno Mariano (1954), “Per signus crucis”, per la
solennità della Santa Croce, “Miserere” a quattro voci, scritta in occasione
della morte di Don Romeo Rucci, “Benedictus”, per il sacerdozio di Don Cesario
Fiore, “Domine non sum dignis” a quattro voci in omaggio al cugino Vincenzo
Fumarola (1962), “Immacolata Madre”, dedicata alle tre sorelle suore
missionarie in occasione del 25° anno di professione religiosa (1963), “Inno
preghiera dello studente”, su versi di Adelio Tilli, “A Maria SS. dei
Miracoli”, “Canzoncina alla Madonna dei Sette dolori” e “Canzone a Sant’Anna”,
la sua ultima composizione su versi del fratello Michele.
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