Richmond, VCU Virginia Commonwealth University Medical Center e MCV Medical College Virginia Campus |
Due medici Vastesi da oltre 20 anni in USA: il dott. Gaetano Menna e la moglie dott.ssa Iolanda Russo. Ora vivono a Richmond in Virginia |
Dopo le scuole a Vasto e
università e specializzazioni tra Roma e Chieti la dott.ssa Iolanda Russo e il
dott. Gaetano Menna decidono nel 1991 di trasferirsi a New York. Per ottenere
il riconoscimento del titolo medico preso in Italia lì rifanno di nuovo la
specializzazione in anestesiologia. Dopo 8
anni di lavoro in università nella Grande Mela, nel 2001, dopo l’11 settembre,
la coppia di medici anestesisti decide di trasferirsi a Richmond in Virginia,
presso la Virginia Commonwealth University, dove recentemente sono stati
proposti per un ulteriore passo nella carriera come professori associati, con
Gaetano già direttore di divisione della Anestesia Ortopedica.
E Vasto? “Con l’età che avanza la nostalgia incalza!”, dice
Iolanda.
Dott.ssa Russo e Dott.
Menna, quali sono stati i passaggi che da Vasto vi hanno portato a Richmond in
Virginia?
La nostra storia parte da Roma, e lì che entrambi abbiamo
terminato gli studi di Medicina e le specializzazioni.
Iolanda
- Durante il corso di specializzazione in Chirurgia Toracica a Roma, feci
richiesta per un “observing” presso il Dipartimento di Chirurgia Toracica al
New York Hospital Cornell Medical Center, dopo due mesi avevo fatto la mia
scelta, lasciare l’Italia e continuare gli studi in USA a New York. Cominciai
con un lavoro come research Fellow e nell’anno successivo divenni associate
researcher.
Gaetano -
Io invece seguii un anno dopo. Divenni
anch’io ricercatore alla New York University in Neuroscienze, ho ricercato sulla Spinal Cord injury sotto la guida di
Dr. Young, colui che ha creato il protocollo degli steroid da usare entro sei
ore da un trauma della spina vertebrale . Entrambi ricercatori, per 3 anni
abbiamo affrontato la vita americana, lavoro dalle 7 alle 17, studio
dell’Inglese a sera, cosi come per la preparazione agli esami di abilitazione,
per il riconoscimento del titolo medico preso in Italia. Anni di duro lavoro e
studio. Abbiamo fatto entrambi di nuovo la specializzazione a New York in anestesiologia
presso la New York University . Iolanda ha continuato con la super
specializzazione in Anestesia Pediatrica tra Albany, NY, e Pittsburgh PA,
mentre io, in Anestesia regionale.
Iolanda
- Abbiamo vissuto a New York City per circa 12 anni, nel 2001 con l’11
settembre, abbiamo cercato lavoro altrove, ormai avevamo anche una famiglia da
custodire. Così approdammo a Richmond, Virginia, al Virginia Commonwealth
University, un’antica università Americana del Sud, piena di storia, altamente
competitiva. Siamo entrati come Assistant Professor anestesiologi ed io pratico
anestesia pediatrica e Gaetano anestesia regionale.
Quindi per superare il gap
linguistico inizialmente l’inglese lo studiavate di notte...
In effetti alla fine degli anni 80 in Italia, l’Inglese non
era ancora considerata come una lingua importante da imporre come seconda
lingua a scuola o durante gli studi scientifici universitari. Sì l’avevamo
studiata un po’ nel corso degli studi, ma niente di che..per cui tutto fatto da
autodidatti, e in scuole serali lì a New York. L’impatto iniziale, non è stato
facile a New York City, città ricca di una miriade di popolazioni da tutto il
mondo, non a caso è chiamata, la “Melting Pot”.
In che cosa consiste il
vostro lavoro oggi ?
Iolanda - Il mio lavoro clinico è di pre-valutare e poi di
anestetizzare i pazienti pediatrici -
dai nati precoci (di un minimo di 650 grammi) fino a quelli di 4-5 anni - che devono sottoporsi a complesse operazioni
dovute a diversi tipi di malattie. Ultimamente la nostra divisione ha
effettuato l’anestesia per 2 coppie di gemelli siamesi, ed è riuscita con
grande successo. Ho anche presentato in diversi congressi i risultati e le
tecniche più recenti ed avanzate usate per l’anestesia. Nel 2008 ho anche conseguito un ulteriore Master in
scienza dell’educazione per l’adulto, e per 10 anni mi sono occupata, in
qualità di Direttore Didattico, della specializzazione di Anestesia. Fornendo
contributi anche a livello nazionale in USA in conferenze e workshop
sull’insegnamento.
Dr. Gaetano Menna direttore della Divisione di Anestesia Ortopedica in Virginia |
Gaetano –
Io pratico i blocchi regionali ai nostri pazienti che hanno bisogno soprattutto
di interventi ortopedici, evitando l’anestesia generale ed il dolore
postoperatorio. Esperienza che io cerco di trasferire nell’insegnamento ai nostri specializzandi. Sono stato tra i primi ad insegnare questa tecnica, e dalla
nostra università vantiamo di aver ampiamente divulgato i blocchi regionali con
l’uso degli ultrasuoni. Questa tecnica permette di evitare il dolore per
diverse ore dopo l’intervento. I blocchi vengono praticati con l’uso di ultra
sound, che permettono di evidenziare i nervi che vengono poi irrorati da
anestesia locale, bloccando così la conduzione saltatoria del nervo. La vita
accademica è densa di ore di lavoro clinico, ricerca ed insegnamento…ma è
bella perché non solo si aiutano i
malati a superare momenti difficili della loro vita, ma anche perché si formano i giovani ad una
disciplina medica cosi importante, come l’anestesiologia.
Siete soddisfatti della
vostra carrera professionale ?
Iolanda
– Non ci possiamo lagnare. Entrambi universitari, recentemente proposti come
professori associati, vice primari delle nostre Divisioni, io mi interesso
anche di Simulazione, e Gaetano è
Direttore della divisione di anestesia ortopedica.
Da italiani, come vi
trovate in US ?
I primi anni a new York, anche se l’entusiasmo era
grandissimo, subito abbiamo avvertito, il problema del diverso background
culturale tra noi Latini, ed il popolo Americano, molto anglossassone..modi di vedere
diversi..in tutte le direzioni, ma l’interesse alla Scienza Medica e alla
famiglia, hanno mitigato molto il difficile passaggio, vediamo oggi gli
Americani come grandi fratelli.
Che progetti avete per il
futuro?
Iolanda - Se ce ne sarà occasione, piacerebbe ad entrambi seguire i giovani,
aiutarli ad intraprendere le loro strade, insegnare magari in università
italiana, non solo le discipline scientifiche, ma soprattutto come fare per
raggiungere i propri obbiettivi. Motivazione e sacrificio sono due cose che
vanno a braccetto, e scoraggiarsi è una parola che non esiste nel nostro
vocabolario. Chi si ferma è perduto, cosi diceva bene un vecchio proverbio. La
vita è una continua ricerca di noi stessi e del mondo che ci circonda. S’impara
continuamente, fino ai nostri ultimi
giorni. In particolare recentemente ho anche intrapreso un hobby creativo e
distensivo, quello di lavorare la ceramica al tornio, e mi piacerebbe coltivare
questa passione anche in futuro.
E con Vasto come la
mettete? E’ vero che con l’età si risvegliano i sentimenti di attaccamento alle
proprie radici?
Iolanda
- Mi rifaccio ad una lettera scritta poche settimane fa ad una cara
persona di famiglia, e la condivido con voi serenamente e felicemente:..” Anni
fa, intorno a quel periodo strano dei 45-50 anni - quando tutti ci cominciano a far domande
sulla nostra esistenza, su quale è stata la nostra funzione su questo pianeta,
insomma su chi siamo diventati e per quale motivo - cominciai a riscoprire, le mie radici vastesi..che languivano
assai..quasi essiccate dal frastuono continuo di una vita moderna, vissuta avventurosamente ed intensamente dal lavoro alla famiglia, tra viaggi continui
nel vecchio e nuovo continente, che non mi avevano dato respiro, o il senso più
accurato di un’appartenenza. Fino a qualche anno fa mi dicevo: "cittadina
del mondo”.
Ma
con l’età che avanza, e la nostalgia che
incalza, non posso allontanarmi più dall’idea e tanto meno dimenticare che sono
vastese…con un DNA alle spalle di illustri
vastesi, che veramente hanno aiutato a fare di Vasto, quel non solo bel posto
panoramico baciato da Dio, e ricco di un
architettura armoniosa, ma soprattutto una cittadina piena di cultura, di
bellissime tradizioni, con persone ricche di sentimenti, umanità, di poeti,
scrittori, viaggiatori, e artisti.
Io mi
sento vicinissima alla Vasto del passato
come non mai.
Qui ho
frequentato le mie prime scuole, l'asilo Carlo della Penna, le Elementari in
piazza, le Medie Paolucci, e il Liceo Scientifico Mattioli, qui ho
ricevuto gli insegnamenti di vita, il catechismo, la comunione, le gite con Don
Stellerino, le processioni con Don Nicola,
i principi giusti, che ho cercato di esportare in USA, su cui ho fondato tutta la mia vita e di cui
ho cercato di nutrire anche gli animi dei miei figli italo-americani.
Cosa consigliate ai
giovani che cercano lavoro in US?
Gli USA e il mondo intero sono pieni di opportunità.
Bisogna seguire il cuore! Seguire la
propria passione verso ciò che
vorremmo fare o imparare a fare. Senza avere paura delle difficoltà che si devono
affrontare, tanto esse arrivano in ogni condizione, in ogni parte del mondo in
cui viviamo o vivremo. Capire soprattutto che niente arriva senza sacrificio,
senza dedizione, ed impegno.
Quindi come gli americani incitano i loro giovani con
questa espressione: Go for it ! , non
aspettate che i treni passino, ma cogliete a volo tutte le possibili occasioni,
e cercatevele….i treni passano sempre, bisogna riconoscere solo quando essi
hanno un posto anche per noi.
Intervista di Nicola D'Adamo
2 commenti:
Orgoglioso di esservi amico. Siete meravigliosi.
orgoglio per una grande coppia e per
il grande gaetano da scerni
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