martedì 20 dicembre 2011

Fu il Marchese Frasconi a far ottenere alla nostra città il prestigioso titolo di "CITTA' del Vasto"


Oltre trecento anni fa, grazie all’interessamento del marchese Vincenzo Frasconi, Vasto ottenne il titolo di "Città".


Nato a Vasto nel 1673 da nobile famiglia milanese trasferitasi nella nostra città verso la metà del ‘500, Vincenzo Frasconi per concessione fattagli da Carlo VI, il 7 agosto 1708 divenne marchese di Castelnuovo e di Crecchio.
Ebbe come moglie prima Francesca dei baroni de Osses, con cerimonia svoltasi presso la cappella di Palazzo d’Avalos, ed in seconde nozze, con cerimonia celebrata a Napoli, con Eleonora di Capua dei principi di Conca.
A Napoli ricoprì la prestigiosa carica di presidente della Real Camera della Sommaria. Grazie alla sua influenza presso la corte borbonica, con diploma di Carlo III del 29 marzo 1710, ottenne per il Vasto il titolo di Città.
Devoto di San Gaetano da Thiene e affezionato ai padri teatini, che operavano nella chiesa di S. Paolo Maggiore a Napoli, comprò in questa chiesa la Cappella dell’Angelo Custode, completamente distrutta nel 1711 in seguito al crollo della torre campanaria. Il Frasconi fece ricostruire la cappella su disegno del Solimena, e la impreziosì con un ricco altare di marmo e rame dorato, e stucchi, collocandovi anche una statua rappresentante l’Angelo Custode, scolpita dal maestro Domenico Antonio Vaccaro. Alla sua morte, avvenuta alla giovane età di 46 anni, il corpo venne tumulato nella sua cappella dove era presente una lapide con iscrizione latina, ma già rimossa al tempo del Marchesani, dopo che erano stati eseguiti dei lavori di restauro. Questo il testo della lapide riferita dal De Benedictis: VINCENTIUS FRASCONUS GENERE MEDIOLANENSIS, LEOPOLDI ET CAROLI VI. CAESARUM MUNIFICENTIA R. C. SUMMARIAE PRAESES, ET MARCHIO CASTRINOVI ET CHRECHIAE, VARIIS PER ORBEM EDOCTUS PERICULIS AC LABORIBUS QUAM FUGACES MUNDI FORTUNAS AC ILLECEBRAS, HIC SIBI ET HAEREDIBUS QUIBUSCUMQ. VIVENS FIXIT, UT NEC MORTUS A CL. REGULARIBUS DIVIDATUR, QUORUM PARENTI CAJETARO THIANAEO OB EGREGIA BENEFICIA UNICE DICATUS ENIXE SE, SUOSQUE COMMENDAT, ANNO SANTIS MDCCXII.
I pronipoti di Vincenzo Frasconi realizzarono una nuova lapide, conservata per molti anni da Vittorio d’Anelli e donata al Comune di Vasto dai suoi figli, dopo la scomparsa del padre. Questo il testo: DISPERSI I MARMI I BRONZI / E I SIMULACRI / DELLA TOMBA CH’EGLI VOLLE / PRESSO QUELLA DEL SANTO DI THIENE / OBLIATE LE OPERE / PER CUI DAL 7 AGOSTO 1708 / FU MARCHESE DI CASTELNUOVO E CRECCHIO / RIMANGONO DI / VINCENZO FRASCONI / MINISTRO A NAPOLI / DEGLI IMPERATORI LEOPOLDO E CARLO VI / PRESIDENTE DELLA REAL CAMERA / DELLA SOMMARIA / RESTAURATORE DEL PUBBLICO ERARIO / IL MERITO DI AVER AL VASTO OTTENUTI / CON DIPLOMA IMPERIALE / DEL 29 MARZO 1710 / TITOLO E PRIVILEGI DI CITTA’ / E QUESTO MARMO / CHE I PRONIPOTI POSERO / NEL TERZO CENTENARIO DELLA NASCITA / 1673    1719
Il testo della lapide è stato motivo di forti scontri “familiari” tra Francesco Anelli e Vittorio d’Anelli, ma di questo preferiamo non addentrarci nel merito.
Lino Spadaccini

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