venerdì 30 marzo 2012

TAGLIENTE (PDL): OGNI VENERDI' UN ARTICOLO CONTRO CHIODI (PDL)

Il consigliere regionale vastese commenta la reazione di Chiodi contro la stampa: "Ci sono rimasto male", "La stampa fa il suo mestiere, tu dovevi fare il tuo, con i nervi saldi e con l’umiltà che si addicono alla funzione che sei stato chiamato a svolgere".
Giuseppe Tagliente

riceviamo e pubblichiamo
Calma e sangue freddo. Così si rischia l’isolamento
Caro Chiodi,
Sono rimasto, ti dico, male alla lettura della tua reprimenda nei confronti di alcuni organi d’informazione. Avevo sentito parlare da giorni di questa tua intenzione ma non avevo voluto darvi credito, tanto mi sembrava incredibile che un politico avveduto ed accorto come te potesse incorrere in un errore di questa portata, perché un politico avveduto ed accorto deve saper mantenere con la stampa e l’informazione in genere un rapporto, seppur a denti stretti,
di cordialità e di interlocuzione. Fa parte del gioco che una persona deve accettare nel momento in cui scende in politica, nel momento in cui i riflettori lo traggono dall’anonimato e ne illuminano ogni tratto, ogni angolo, ogni aspetto anche privato. Andreotti non ha mai fatto errori di questo tipo anche nei momenti in cui montava contro di lui la più orribile e devastante delle accuse e lo stesso Berlusconi, che conosce bene i meccanismi della comunicazione, per la verità si è mostrato sempre sufficientemente tollerante nei confronti del giornalismo rampante e scandalistico ricavandosi almeno il favore di quello moderato e non estremistico. Il tuo scatto di nervi (più che d’orgoglio) mi ricorda tanto quello che caratterizzò gli anni della presidenza di Ottaviano Del Turco con i risultati che conosciamo e con quello più rilevante dell’isolamento politico e dell’assedio. Di questo mi preoccupo e per questo mi permetto di dirti, con l’onestà intellettuale che contraddistingue i nostri rapporti, che hai sbagliato ad esagerare nel tipo di reazione (dando probabilmente retta a quelli che ti dicono sempre di sì), che rischia di penalizzare non soltanto te e la tua giunta ma l’intera maggioranza che ti sostiene. Del resto, scendendo nello specifico, se è vero che il maggior quotidiano della regione ha forse esagerato sino all’accanimento nella pubblicazione delle “43 pagine e 14 locandine”, è altrettanto vero che a ciò si è indotto perché, nonostante gli inviti avuti persino dalla tua stessa parte politica, non hai ritenuto di rispondere subito alle domande che il giornale ti ha riproposto ogni giorno da due mesi a questa parte. Ci voleva molto a dire, come tardivamente hai detto soltanto ieri : “io non c’entro”, “io posso dimostrare”, “io non sono indagato”, fugando dubbi ed incertezze che intanto sono cresciute pur intorno a te? Son valsi a qualcosa questo tuo non cale, questa altezzosa indifferenza, quando invece potevi fermare tutto sin dal primo istante? La stampa fa il suo mestiere, tu dovevi fare il tuo, con i nervi saldi e con l’umiltà che si addicono alla funzione che sei stato chiamato a svolgere, senza scomodare, come hai fatto nelle tue dichiarazioni, i cosiddetti “poteri forti”, la cui presenza viene spesso evocata quando non si vogliono trovare le ragioni più semplici, che spesso sono anche le più vere. La lettura dell’ultimo libro di Umberto Eco, Il Cimitero di Praga, potrebbe esserti utile a tal proposito e mi ripropongo di fartene omaggio alla prima occasione. Concludo riaffermando il concetto, oggetto di una mia precedente nota: con il mondo dell’informazione occorre stabilire un rapporto di dialogo e non di conflitto, una relazione improntata a rispetto e non subalternità di ruoli, un vincolo basato sul riconoscimento della funzione essenziale che essa svolge nella società democratica, senza alcuna riserva mentale che possa essere orientato o condizionato con offerte di prebende in termini di pubblicità o di acquisto di spazi o di servizi oppure neutralizzato ricorrendo a convenzioni ed assunzioni. Insomma, ristabilendo anche in questo campo – ma non solo – quel metodo del colloquio, del confronto, del coinvolgimento e della partecipazione alle scelte, ripetutamente sollecitato, per trarre la maggioranza (e l’Abruzzo) da quella che ho più volte definito la quaresima della politica regionale. 
Giuseppe Tagliente
                                                       

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