sabato 26 dicembre 2020

Don Mario De Francesco, missionario "salvanese", santo dei più poveri tra i poveri.

 Don Mario De Francesco, missionario  salvanese,  si accasciò sul sedile e spirò. Nessuno se ne accorse. Un santo dei più poveri  tra i poveri.

Sicuramente, è andato in Paradiso, don Mario De Francesco, missionario salvanese, impegnato nell’evangelizzazione dei  paesi africani. Della sua vita e della sua morte hanno parlato  molti  quotidiani del Nord e perfino il  “Giornale” di  Milano. 

Nacque a San Salvo il 12.7.1936  da Angiolina Buda e Eugenio De Francesco, sacrestano della chiesa di San Giuseppe. Sin da bambino abbracciò la fede cristiana. Fu padre  Angelini, missionario comboniano, che  essendosi recato nella chiesa di San Giuseppe a parlare delle missioni umanitarie, seppe indirizzarlo ad abbracciare la Croce di Cristo. Mario fece la Vestizione ed entrò in Noviziato a Firenze. Fu ordinato sacerdote il 30-3-1963. 

Trascorse quattro anni in Inghilterra. Nel 1970  laureatosi in scienze bibliche, partì come missionario in Uganda; successivamente andò ad operare in Malawi  e  in Etiopia, per un totale di 15 anni. Agiva con la forza dell’amore e della bontà. Lo stimavano  tutti. Sfortunatamente il clima non gli si confaceva. Infatti si ammalò gravemente. Pregava giorno e notte, senza mai lamentarsi. 

Tornò a San Salvo per un periodo di riposo e ripartì. Durante  la  guerriglia in Uganda, il fratello lo pregò di tornare in Italia, ma non l’ascoltò:” Come posso lasciare tanta gente innocente da sola? Ci sono bambini orfani, pieni di fame, con quale coraggio li lascio da soli e me ne vengo via?”. 

Diversi anni dopo,  rientrò in Italia. Una sera, però, a Milano, mentre trascorreva un breve periodo di riposo, tornando a casa del fratello con  il filobus, all’improvviso si accasciò sul sedile con il capo reclinato, come se stesse dormendo. Nessuno dei passeggeri se ne accorse. 

A quel punto l’autista chiamò l’ospedale, ma non ci fu niente da fare. Una morte silenziosa, avvenuta nel cuore della notte. Così muoiono i santi. 

Alla cerimonia funebre di Milano presenziò anche don Raimondo Artese. La suora Maria Berica, che aveva preparato Mario alla prima comunione, disse:”Ho fatto il catechismo a Mario, era un ragazzo intelligentissimo e buono”.  Mario dedicò la vita all’assistenza dei  poveri, seguendo l'insegnamento e la strada del suo Maestro Gesù. Qualcuno da Lassù è venuto a riprenderselo. Possiamo definirlo uno dei santi dei più  poveri tra i poveri?

Michele Molino

 

 

 

 

 

 

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