martedì 31 luglio 2012

Biomasse: il sì chiaro di Vastoviva (PD) per la costruzione delle centrali a Punta Penna


"E’ tempo di scegliere le priorità:  noi abbiamo scelto il lavoro e lo sviluppo"
riceviamo e pubblichiamo
Usiamo lo strumento del comunicato anche se non adeguato alla complessità dell’argomento perchè consente un approccio  diretto, immediato e con poche  possibilità di nascondersi dietro a non detto o al linguaggio misterioso della politica. Per quanto, sicuramente impopolare e controtendenza con il movimento e la polemica di associazioni e partiti questa è la nostra posizione rispetto  all’area industriale di Punta Penna
·         Siamo favorevoli alle energie rinnovabili, biomasse in particolare, nel rispetto delle regole che normano localizzazione, tipologia di impianto, tipologia di biomassa e sistemi di controllo delle emissioni.
·         Punta Penna è l’area del Porto e il Porto è il volano di sviluppo economico per l’intero territorio del vastese, grazie alla sua centralità logistica.
·         E’ urgente che la politica locale e l’amministrazione comunale attivi il percorso che ha come obiettivo lo sviluppo del porto e delle infrastrutture dell’area di Punta Penna.  Non si può  più rimandare, né è più accettabile che da una parte si parli di sviluppo dell’area del porto e dall’altro si esalti l’inviolabilità ambientale dell’area di Punta Penna estremizzando fino a fare confusione tra diritto alla salute e diritto al lavoro.
   
Non gli industriali ma i gesuiti  hanno espresso la correlazione diretta tra implementazione e diffusione di impianti a rinnovabili ed etica: la utopia della pace passa attraverso una più facile ed equa accessibilità energetica . Un elemento fondamentale per la sostenibilità degli impianti è la tecnologia con  cui in alcuni posti si è già dimostrato è possibile che gli insediamenti produttivi ed energetici  possono essere realizzati nel rispetto del  bene comune  con una energia buona, pulita e giusta.
E’ pura mistificazione contrapporre Il diritto alla salute al diritto al lavoro, l’arte della politica è mettere in campo azioni per la contemporanea tutela di entrambi:  troppo comodo fare scegliere ai giudici! o cercare soluzioni per sedare la protesta, che   poi lascino il tempo che trovano.  E’ ovvio che una scelta di parte non accontenta tutti, ma se motivata adeguatamente e supportata da autorevoli opinioni scientifiche e  da una pianificazione lungimirante  finisce per essere compresa, soprattutto in questi tempi di difficoltà e rabbia.
In un periodo in cui è in atto una stagnazione economica senza precedenti,  quando lo scenario descritto per l’occupazione non è affatto confortante, non possiamo non prendere in considerazione  chi ancora ha voglia e possibilità di investire e, prevenendo facili battute, non nella tutela degli interessi degli imprenditori  ma nella tutela del lavoro
E’ tempo di scegliere le priorità:  noi abbiamo scelto il lavoro e lo sviluppo.                                                                                                                                       VastoViva

2 commenti:

Davide Delle Donne ha detto...

a Taranto gli altiforni se vengono spenti sono da buttare,ma a Vasto ancora parte ,quindi piu' che il lavoro per i tanti disoccupati che verranno utilizzati(forse 4 unita?) si tratta di businness e basta.Tutto il resto e' noia...Hanno costruito una centrale turbogas a Termoli,un'altra a Gissi poi arrivera' energia dal Montenegro tramite l'elettrodotto sottomarino,poi pannelli solari e eolico,senza mettere l'energia che arriva dalla Francia.Ma di quanta energia abbiamo bisogno visto che le fabbriche qui o hanno chiuso o stanno per chiudere?Non sara' un neocolonialismo ?

Ciccosan ha detto...

Davide, ti dico che abbiamo bisogno semplicemente di energia a "basso costo".
Non della quantità, ma è del prezzo ci dobbiamo preoccupare.
La componente energia è un fattore moltiplicativo dei costi del prodotto finale.
Chi te la vende, parte dal valore di mercato e quindi ti fotte comunque, anche se ne ha da svendere. E' lo stesso discorso del prezzo delle ciliege o delle arance: anche se ne hai in abbondanza il prezzo lo fa il mercato.
Quindi se te la produci per conto tuo è tutta un'altra cosa. E questo vale sia per le arance che per l'energia.
Se tu macinassi il grano con un mulino azionato dal torrente vicino casa, pensa al mulino bianco, potresti vendere la farina ad un prezzo da sbaragliare Barilla e Del Verde.
Se l'energia di questa piccola centrale a biomasse di Punta Penna fosse utilizzata a prezzo competitivo dalle industrie limitrofe, queste potrebbero avere una posizione più competitiva sul loro mercato.
Ho detto piccola perchè, a dispetto di chi si sbraccia a presagire disastri ecologici e pandemie, l'inquinamento che in teoria produrrebbe quella centralina è nettamente inferiore a quello procurato di fatto, e non in teoria, dall'incremento del traffico di auto dei turisti nei 2 mesi estivi.
E pensare che stiamo facendo di tutto (per fortuna senza esito) per incrementare questo turismo e quindi questo reale inquinamento.