"E’ tempo di scegliere le priorità: noi abbiamo scelto il lavoro e lo sviluppo"
riceviamo e pubblichiamo
Usiamo lo strumento del comunicato anche se non adeguato
alla complessità dell’argomento perchè consente un approccio diretto, immediato e con poche possibilità di nascondersi dietro a non detto
o al linguaggio misterioso della politica. Per quanto, sicuramente impopolare e
controtendenza con il movimento e la polemica di associazioni e partiti questa
è la nostra posizione rispetto all’area
industriale di Punta Penna
·
Siamo favorevoli alle energie rinnovabili,
biomasse in particolare, nel rispetto delle regole che normano localizzazione,
tipologia di impianto, tipologia di biomassa e sistemi di controllo delle
emissioni.
·
Punta Penna è l’area del Porto e il Porto è il
volano di sviluppo economico per l’intero territorio del vastese, grazie alla
sua centralità logistica.
·
E’ urgente che la politica locale e
l’amministrazione comunale attivi il percorso che ha come obiettivo lo sviluppo
del porto e delle infrastrutture dell’area di Punta Penna. Non si può
più rimandare, né è più accettabile che da una parte si parli di
sviluppo dell’area del porto e dall’altro si esalti l’inviolabilità ambientale
dell’area di Punta Penna estremizzando fino a fare confusione tra diritto alla
salute e diritto al lavoro.
Non gli industriali ma i gesuiti hanno espresso la correlazione diretta tra
implementazione e diffusione di impianti a rinnovabili ed etica: la utopia della
pace passa attraverso una più facile ed equa accessibilità energetica . Un
elemento fondamentale per la sostenibilità degli impianti è la tecnologia con cui in alcuni posti si è già dimostrato è
possibile che gli insediamenti produttivi ed energetici possono essere realizzati nel rispetto
del bene comune con una energia buona, pulita e giusta.
E’ pura mistificazione contrapporre Il diritto alla salute al
diritto al lavoro, l’arte della politica è mettere in campo azioni per la
contemporanea tutela di entrambi: troppo
comodo fare scegliere ai giudici! o cercare soluzioni per sedare la protesta,
che poi lascino il tempo che
trovano. E’ ovvio che una scelta di
parte non accontenta tutti, ma se motivata adeguatamente e supportata da autorevoli
opinioni scientifiche e da una
pianificazione lungimirante finisce per essere
compresa, soprattutto in questi tempi di difficoltà e rabbia.
In un periodo in cui è in atto una stagnazione economica
senza precedenti, quando lo scenario
descritto per l’occupazione non è affatto confortante, non possiamo non
prendere in considerazione chi ancora ha
voglia e possibilità di investire e, prevenendo facili battute, non nella
tutela degli interessi degli imprenditori
ma nella tutela del lavoro
E’ tempo di scegliere
le priorità: noi abbiamo scelto il
lavoro e lo sviluppo.
VastoViva
a Taranto gli altiforni se vengono spenti sono da buttare,ma a Vasto ancora parte ,quindi piu' che il lavoro per i tanti disoccupati che verranno utilizzati(forse 4 unita?) si tratta di businness e basta.Tutto il resto e' noia...Hanno costruito una centrale turbogas a Termoli,un'altra a Gissi poi arrivera' energia dal Montenegro tramite l'elettrodotto sottomarino,poi pannelli solari e eolico,senza mettere l'energia che arriva dalla Francia.Ma di quanta energia abbiamo bisogno visto che le fabbriche qui o hanno chiuso o stanno per chiudere?Non sara' un neocolonialismo ?
RispondiEliminaDavide, ti dico che abbiamo bisogno semplicemente di energia a "basso costo".
RispondiEliminaNon della quantità, ma è del prezzo ci dobbiamo preoccupare.
La componente energia è un fattore moltiplicativo dei costi del prodotto finale.
Chi te la vende, parte dal valore di mercato e quindi ti fotte comunque, anche se ne ha da svendere. E' lo stesso discorso del prezzo delle ciliege o delle arance: anche se ne hai in abbondanza il prezzo lo fa il mercato.
Quindi se te la produci per conto tuo è tutta un'altra cosa. E questo vale sia per le arance che per l'energia.
Se tu macinassi il grano con un mulino azionato dal torrente vicino casa, pensa al mulino bianco, potresti vendere la farina ad un prezzo da sbaragliare Barilla e Del Verde.
Se l'energia di questa piccola centrale a biomasse di Punta Penna fosse utilizzata a prezzo competitivo dalle industrie limitrofe, queste potrebbero avere una posizione più competitiva sul loro mercato.
Ho detto piccola perchè, a dispetto di chi si sbraccia a presagire disastri ecologici e pandemie, l'inquinamento che in teoria produrrebbe quella centralina è nettamente inferiore a quello procurato di fatto, e non in teoria, dall'incremento del traffico di auto dei turisti nei 2 mesi estivi.
E pensare che stiamo facendo di tutto (per fortuna senza esito) per incrementare questo turismo e quindi questo reale inquinamento.