Questo l’obiettivo dell’almanacco dei vastesi di Tagliente & friends, festosamente presentato a Palazzo d’Avalos nel suo 25° anno, in una sala stracolma di gente.
Venerdì scorso festa grande in Pinacoteca per i 25 anni del “Lunarie de lu Uaste”, l’Almanacco dei Vastesi curato da Giuseppe Tagliente, Paolo Calvano e Fernando D’Annunzio, che puntualmente esce ogni anno a Natale. E come in ogni festa non poteva mancare la musica: il numeroso pubblico è stato accolto all’ingresso di Palazzo d’Avalos dalla Banda di Gissi e in sala dalle festose note natalizie delle zampogne di Scapoli. FOTO >
In una sala stracolma di gente Tagliente – sollecitato dalla giornalista Paola Cerella - ha spiegato le origini del Lunario, avvenuto all’inizio quasi per gioco assieme a Giovanni Di Rosso e Francescopaolo D’Adamo.
“La prima edizione del 2001 - ha ricordato - ebbe un successo inaspettato, che interpretammo come dovuto non tanto alla qualità del prodotto, ma al bisogno dei vastesi di ritrovarsi come comunità di destino, di riconoscersi nella storia nostra, nei miti, nelle tradizioni popolari, negli usi, nei costumi, nei sapori, nella lingua, nella religiosità della nostra gente”. “In altri termini ci sembrò di capire - ha aggiunto Tagliente - che lo spettro della globalizzazione e della mondializzazione, di cui si cominciava a vedere gli effetti negativi proprio in quegli anni, avessero prodotto un istintivo sentimento di difesa della propria identità culturale”.
Di qui la decisione di continuare con una iniziativa più strutturata sotto il profilo editoriale e culturale con l’intento di rappresentare la cosiddetta “Vastesità “ sotto i suoi molteplici aspetti. Bilancio finale: il Lunario è arrivato alla 25^ edizione, ha pubblicato oltre 4.000 pagine, 2.000 foto (molte inedite) ed anche parecchi cd con canti dialettali, diventando un vero cult per i collezionisti e facendo da traino a Vasto a tante altre iniziative di altri gruppi tese alla riscoperta delle radici.
Sotto l’attenta regia di Paola Cerella l’evento è andato avanti in modo estremamente gradevole con molti interventi intervallati anche dalle melodie della zampogne.
Nel suo intervento il sindaco Francesco Menna ha avuto parole di elogio per una pubblicazione che tende a valorizzare la cultura e la memoria storica locale, preservandola dall’oblio.
Paola Cerella ha posto ai coautori una domanda molto interessante: ci sarà sempre materiale da pubblicare anche nei prossimi anni? Paolo Calvano. appassionato di ricerca storica, ha assicurato che negli archivi si trovano spesso documenti inediti che fanno venire alla luce aspetti mai trattati prima. Fernando D’Annunzio con la sua passione per il dialetto ha garantito che è facile trovare materiale sia come dialetto e come cultura popolare.
Molto applaudito l’intermezzo in sala degli “Amici a Teatro” con una scenetta, in puro dialetto vastese, sul litigio delle comari tra i vicoli del centro storico.
L’evento poi è andato avanti con l’illustrazione dei contenuti del Lunario 2025. Su domande di Cerella, gli autori Tagliente , Calvano e D’Annunzio hanno parlato di alcune storie e raccontato allegri aneddoti.
Fin qui la cronaca della presentazione del “Lunarie de lu Uaste” 2025.
Ma in occasioni come queste forse è importante conoscere il giudizio delle persone sul volume dopo tanti anni. Bene hanno fatto Tagliente & friends a pubblicare nelle pagine iniziali la sezione “Dicono del Lunario” in cui alcuni opinion leaders fanno un bilancio della pubblicazione giunta al suo 25° anno. Questi i titoli dei vari paragrafi: “Riscopre le radici profonde della nostra comunità” (sindaco Francesco Menna), “Un prezioso investimento sull'anima della comunità” (assessore Nicola Della Gatta), “Un jukebox chiamato Lunario” (Francescopaolo D’Adamo anche autore), “Una formula vincente” (Luigi Murolo), “A dispetto della rivoluzione digitale” (Costantino Felice), “Garantisce la ‘ricordanza’ del futuro” (Giacomo De Crecchio), “Frutto di una squadra di amici” (Paolo Giovine), “Un riferimento per gli amanti della vastesità” (Beniamino Fiore), “Suscita un entusiasmo contagioso” ( Renata d’Ardes), “Il lunario nel tempo che va, nel tempo che viene” (Giuseppe Franco Pollutri).
Infine il nostro intervento, a cui è stato dato il titolo “Ha anticipato Facebook” (Nicola D’Adamo blog NoiVastesi), che proponiamo in forma integrale.
“Oggi sono in molti a
dire: “in un mondo globalizzato si sente sempre più la necessità di salvare le
proprie radici”. Ma di questo Peppino
Tagliente & friends se n’erano già accorti 25 anni fa, quando hanno creato
un format, denominato “Lunarie de lu Uaste”, che puntualmente ogni anno racconta storie di
persone, eventi e tradizioni vastesi di cui spesso non si parla altrove. Da
sottolineare che da veri precursori hanno anche anticipato “Facebook”, oggi luogo di scambio sociale, che è arrivato
ben otto anni dopo.
Il volume, Almanacco
dei Vastesi, è una risorsa preziosa per sentirsi connessi al proprio passato e
alle proprie origini; un mezzo per mantenere viva la memoria storica e
l’evoluzione sociale, culturale ed economica della città. E durante le feste
natalizie è bello, nel tepore nostre case, sprofondare in una poltrona e
sfogliare il Lunario per scoprire le storie dell’ultima edizione; e tramite un
volto, una storia o un detto dialettale,
ritornare con nostalgia nei “luoghi del
cuore” per rivivere emozioni o ravvivare
ricordi.
Ma pubblicazioni di questo tipo non sono importanti solo per questo. Sono ancor più fondamentali per il futuro, perché con la loro vasta gamma di informazioni - spesso inedite - possono dare un contributo notevole a chi negli anni a venire deve scrivere la storia di Vasto, dell’Abruzzo o del Paese. E questo non è un aspetto di poco conto. Lunga vita al Lunarie de lu Uaste!”
Conclusione. A Vasto, a Natale tra “caggiune e scrippelle” ci sta bene anche una copia del Lunario: rafforza il senso di appartenenza e offre la possibilità di riscoprire le radici e l’evoluzione della propria comunità.
FOTO DAL PROFILO FB DI PEPPINO TAGLIENTE
1 commento:
Perfetto resoconto questo, in virtù di una omogeneità di intenti del blog N.V. con il Lunario de Lu Uaste.
Dare documentazione, più che della "vastesità", dei pensieri e atti di coloro che in questo luogo, in esso nati seppur non più dimoranti talvolta, l'hanno saputo interpretare e illustrare. Magari al meglio, comunque in modo che il tramandarlo è al tempo stesso d'obbligo, meritorio per chi ne dà adempimento, e fruttuoso per le generazioni che verranno.
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