domenica 17 novembre 2024

Crisi automotive:forti preoccupazioni per i 20.000 dipendenti del Chietino

Crisi automotive:forti preoccupazioni per i 20.000 dipendenti del Chietino

Poco può fare la politica di fronte a gruppi multinazionali che nei momenti di crisi vanno a tagliare negli stabilimenti con i costi più alti.

 

I vistoso calo di vendite auto in Europa sta animando il dibattito in tutti gli stati. In Germania addirittura la granitica Volswagen vuole chiudere tre stabilimenti. In Italia la Stellantis sta mostrando segni di  forte crisi, creando molte preoccupazioni anche in Abruzzo. 

Vogliamo aprire comunque con una riflessione sulla incapacità tutta italiana di non saper percepire in anticipo dove va il mondo e attrezzarsi per competere nei decenni a venire. 

La riflessione è questa: due settimane fa su un sito specializzato dedicato all’auto (www.vehiculecue.it 4 nov. 2024) si leggeva che “negli ultimi anni, abbiamo visto una crescita significativa nell’interesse verso auto solari …Le auto elettriche sono ormai una realtà consolidata, ma l’idea di veicoli che possano ricaricarsi utilizzando la luce solare (tramite pannelli fotovoltaici sulla vettura ndr)… rappresenta un passo ancora più innovativo”. In altre parole significa viaggiare senza inquinare e soprattutto senza spese di carburante. Con un’ultima tendenza: inserire i pannelli fotovoltaici sulla  scocca delle auto elettriche per ricaricare la batteria mentre si viaggia, aumentando notevolmente l’autonomia.

Bene. Solo che di questa innovativa idea della auto solare alla SIV (oggi Pilkington) di San Salvo se ne parlava già verso la fine degli anni ’80 e nel 1990 il prototipo era già pronto: tanto che a maggio gareggiò a Roma e a luglio a Pescara fece un giro promozionale durante il Rally. Ad agosto il periodico aziendale  Vetrosiv (vedi foto) pubblicò un appassionato  articolo che così iniziava: “E’ nata in Abruzzo una nuova auto alimentata ad energia solare: è frutto della collaborazione tra SIV e Università dell’Aquila”. Nella nota si riferiva che la SIV aveva fornito know how per i pannelli fotovoltaici e l’Università aveva messo a disposizione le sue competenze per realizzare il prototipo; aggiungendo che l’auto solare era ottima per la città avendo un’autonomia di 25 minuti ed un tempo di ricarica di 4 ore alla luce del sole, senza pagare il carburante! In sostanza andavi al lavoro, lasciavi la macchina al parcheggio e dopo 4 ore la trovavi carica di nuovo.


Questo succedeva nel 1990 quando Elon Musk (classe 1971) aveva 19 anni.

Insomma era tutto pronto per la seconda fase dello sviluppo e poi la industrializzazione, ma nel 1992 l’Efim, azionista Siv, fu messa in liquidazione, nel 1994 la società passò alla Pilkington, nello stesso anno scoppiò tangentopoli, si persero tutti i riferimenti politici e istituzionali, cambiarono i governi e così il  mitico progetto dell’auto solare si perse per strada. 

E fu un vero peccato,  perché solo ora, dopo 34 anni, le prime auto solari stanno cominciando ad apparire sul mercato. Purtroppo all’epoca il mondo imprenditoriale e politico  non ebbe la capacità di guardare lontano, o forse la necessaria forza per lanciarsi in un progetto avveniristico. Ed oggi ne paghiamo le conseguenze.

Oggi infatti la crisi auto è un problema molto serio in tutta Europa. E nel nostro Abruzzo l’impatto è rilevante perchè  da noi il comparto automotive  conta 22.000 addetti, di cui 20.000 nella provincia di Chieti.  Senza contare il florido indotto che tali industrie creano.

Come risolvere la crisi?

Le soluzioni sono poche: la crisi viene dal mercato dove c’è tra l’altro anche una nuova tendenza da parte dei giovani a usare lo sharing, il noleggio, il servizio pubblico integrato. In Italia poi c’è anche un problema di disponibilità finanziaria. In Francia per comperare una city car elettrica ci vogliono 7 stipendi medi, in Italia ce ne  vogliono 14 ! Questo dicono le statistiche.

 E se le auto non si vendono tutto il comparto va in sofferenza, eccezion fatta per le auto cinesi che vengono offerte a prezzi più bassi.

Di fronte a questa situazione poco può fare la politica nazionale e regionale (compresa quella abruzzese),  essendo  di fronte a gruppi internazionali che agiscono in totale indipendenza per salvaguardare il loro business e chiudere con profitti i loro bilanci.

Più di una volta i sindacati abruzzesi hanno sottolineato che  nei momenti di calo delle vendite le multinazionali fermano - temporaneamente o in modo definitivo - le linee degli stabilimenti che hanno costi più alti. Per esempio negli stabilimenti di Stellantis di Atessa e Pilkington di San Salvo  si avverte la crisi in atto con grande preoccupazione, mentre negli stabilimenti in Polonia con costi più bassi si continua a lavorare con serenità come sempre. 

Sotto stress continuo la Regione Abruzzo che poco ci può fare di fronte a eventi di questo tipo. L’unico aiuto che può dare è cercare di garantire gli ammortizzatori sociali al personale in esubero delle grandi aziende. Nessun aiuto invece - dicono  sindacati -  alle    piccole aziende dell’indotto dove si licenzia e basta.

Il comparto automotive sta vivendo un momento di grande turbolenza. Le vendite di auto stanno subendo un calo per una serie di fattori complessi e interconnessi, molti dei quali sono legati a cambiamenti economici, tecnologici e sociali. Non si tratta solo di incentivo sì e incentivo no! 

Il settore avrebbe bisogno di una chiara strategia industriale di lungo termine, mostrando alle multinazionali che l’Italia è un partner stabile e favorevole all’innovazione e allo sviluppo sostenibile. Ma nulla appare all’orizzonte, né in Italia né in Europa, per cui purtroppo i 20.000 dipendenti che operano nel Chietino nutrono profondo pessimismo.

NICOLA D’ADAMO

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