SECONDA PUNTATA DI 4
di LINO SPADACCINI
Il 1957 è l'anno della definitiva consacrazione del ciclista di origini vastesi Nicolas Barone.
di LINO SPADACCINI
Il 1957 è l'anno della definitiva consacrazione del ciclista di origini vastesi Nicolas Barone.
Dietro
c'è un duro lavoro fatto di continui allenamenti, che lo portano ad avere una
condizione mai
avuta prima. In visita alla famiglia Barone, il cronista del Miroir-Sprint, Robert Barran, ricorda la tortora porta fortuna del ciclista parigino. Pare che quando il volatile è con lui, vince sempre. Ad eccezione di due piccole fughe, la tortora è sempre rimasto con lui. Anche nella primavera del '57 è scappata via un paio di giorni, ma poi è nuovamente tornata; per Barone, questo è segno di buon auspicio. Ma il giornalista francese è di tutt'altra opinione: "Crediamo nella forza fisica di Nicolas Barone, dei suoi riflessi, dello spirito decisionale, del suo senso della corsa notevolmente migliorato. E' grazie alla somma di queste qualità naturali o acquisite, insieme al grande amore per il suo mestiere, che nel 1957 sulle strade di Francia o altrove, troverà la vera consacrazione".
avuta prima. In visita alla famiglia Barone, il cronista del Miroir-Sprint, Robert Barran, ricorda la tortora porta fortuna del ciclista parigino. Pare che quando il volatile è con lui, vince sempre. Ad eccezione di due piccole fughe, la tortora è sempre rimasto con lui. Anche nella primavera del '57 è scappata via un paio di giorni, ma poi è nuovamente tornata; per Barone, questo è segno di buon auspicio. Ma il giornalista francese è di tutt'altra opinione: "Crediamo nella forza fisica di Nicolas Barone, dei suoi riflessi, dello spirito decisionale, del suo senso della corsa notevolmente migliorato. E' grazie alla somma di queste qualità naturali o acquisite, insieme al grande amore per il suo mestiere, che nel 1957 sulle strade di Francia o altrove, troverà la vera consacrazione".
Il
20 marzo 1957, all'indomani della classica Milano-Sanremo, l'Unità titolerà: "Il
generoso Barone ha dato fuoco alla miccia che ha portato alla vittoria la ruota
d'oro di Miguel Poblet". Ma facciamo un passo indietro per raccontare
la cronaca di quella straordinaria giornata che ha visto il corridore vastese
tra i protagonisti.
Tra
i favoriti della corsa ci sono Anquetil, De Bruyne, Schepens, Bobet, Lauwers e
Robinson. Van Looy non è in grandissima forma a causa di un forte mal di gola,
mentre tra gl'italiani che potranno dire la loro ci sono Aldo Moser,
l'abruzzese Fantini e Boni. Assenti Coppi, reduce da un infortunio in Sardegna,
e Magni, ormai sulla strada del ritiro. Sono in 223 a partire nella nebbia di
Milano. Il via è alle 9.41. Dopo alcune schermaglie iniziali con fughe e
contrattacchi, un gruppetto di corridori parte per una fuga importante. La
media è molto alta: ben 45 chilometri orari. Il vantaggio dei fuggitivi sale a
3'05". Tra gli uomini in fuga Hassenforder, Ciolli, Giogli, Uliana Fantini
e Barone. A Pontecurone con 6'30" di vantaggio sul gruppo c'è un trio al
comando formato da Costalunga, Barone e Bagnara, seguito da una ventina di
corridori. A Ceriale, Barone scatta e lascia i compagni esausti e boccheggianti
e dà inizio ad una commovente avventura solitaria.
"La pattuglia di punta si sbriciola",
si legge sulle colonne de l'Unità,
"Christian, Fantini, Strehler e gli
altri si mettono ad inseguire Barone; si perdono invece Lamers e Courers. È
formidabile Barone! All'attacco delle rampe del Capo Mele il suo vantaggio è di
1'15" sulla pattuglia di Strehler. Il gruppo, che ha perso già Lamers
segue a 2'15". Il Capo Mele è fatale agli uomini in fuga. Dal gruppo che
arriva lanciato schizza via Coletto, che supera tutti, meno Barone. Nel duello
Barone-Coletto partendo alla caccia sulle rampe di Capo Cervo, si inseriscono
Hassenforder, Fantini, Strehler e Blusson. Ma Barone non molla: in vetta, il
suo vantaggio è di 1'10" su Coletto". Le forze cominciano a
mancare a Barone. Dietro, l'azione degli inseguitori è efficace e si danno il
cambio con regolarità. Barone è raggiunto a 15 chilometri dal traguardo ma,
stringendo i denti, riesce a rimanere in gruppo per lo sprint finale. Ad
imporsi a braccia alzate sul traguardo di Sanremo è lo spagnolo Poblet, su De
Bruyne e Robinson. Sesto posto per Nicolas Barone, grande protagonista della
tappa, che taglia il traguardo con le lacrime agli occhi per la mancata
vittoria. Defilippis, settimo e primo degli italiani, regola nettamente il
gruppo a 24".
La
Milano-Sanremo è solo la prima delle grandi corse dove Nicolas Barone si mette
in luce nel corso del 1957. Tra le grandi classiche segnaliamo il 4 posto al
Giro delle Fiandre, il quinto posto in classifica generale del Giro del
Lussemburgo, dove vince la quarta tappa, e ben si piazza in tutte le altre,
quinto posto al Gran Premio di Nizza, settimo al Giro di Picardia, ottavo al
Criterium National, nono alla Bordeaux-Paris, vincitore della quarta tappa
della Parigi-Nizza, sedicesimo alla Parigi-Roubaix e quarantesimo al Tour de
France, dove registra alcuni buoni piazzamenti in diverse tappe. Ma è in questa
grande classica del ciclismo mondiale che si avvera il sogno di Nicolas Barone:
indossare la maglia gialla, seppur per un solo giorno.
Lino
Spadaccini
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