di LINO SPADACCINI
Dopo i successi del 1957 la notorietà di Nicolas Barone
cresce notevolmente a livello internazionale. Ormai tutti gli addetti ai lavori
si accorgono delle grandi qualità di quest'ottimo corridore, dalla faccia
pulita, contraddistinto dall'umiltà e tanta determinazione.
Il 1958 è ancora un buon anno per il ciclista di origine
vastese, segnato da alcune vittorie e piazzamenti di rilievo in classiche
internazionali. Ricordiamo la vittoria nella Cazes-Mondenard a ridosso dei
Pirenei, il secondo posto nel
Circuito d'Aquitaine, a Oradour-sur-Glane e a Nouan-le-Fuzelier, il terzo posto a Oradour-sur-Vayre ed il quarto posto assoluto al Giro del Lazio, ed ancora l'ottavo posto alla Sei giorni di Parigi ed il decimo posto alla Milano-San Remo. Altro grande successo, bissato l'anno successivo, è la Parigi-Camembert: una semi-classica del ciclismo francese tra il dipartimento de l'Orne e la Bassa-Normandia, con un percorso di 200 chilometri piuttosto difficile ed un finale con pendenze tra il 9% ed il 17%.
Circuito d'Aquitaine, a Oradour-sur-Glane e a Nouan-le-Fuzelier, il terzo posto a Oradour-sur-Vayre ed il quarto posto assoluto al Giro del Lazio, ed ancora l'ottavo posto alla Sei giorni di Parigi ed il decimo posto alla Milano-San Remo. Altro grande successo, bissato l'anno successivo, è la Parigi-Camembert: una semi-classica del ciclismo francese tra il dipartimento de l'Orne e la Bassa-Normandia, con un percorso di 200 chilometri piuttosto difficile ed un finale con pendenze tra il 9% ed il 17%.
Il 1959 si apre ancora con dei buoni piazzamenti, ma la
stagione, e non solo quella, è condizionata da un gravissimo infortunio.
La notte tra il 7 e l'8 giugno, di ritorno dal Critérium di
Dauphine, la macchina di servizio della Rafhael-Geminiani su cui viaggia,
guidata da Jean-Claude Annaert, a 15 chilometri da Lione esce di strada in
curva. Nicolas Barone al momento dell'incidente dorme. Non si accorge di nulla
e riprende conoscenza solo nella camera d'hotel, dopo il suo trasferimento
dall'ospedale di Lione. La diagnosi è inesorabile e cade come un macigno sul
futuro del ciclista: frattura dell'anca all'altezza del collo del femore. I
tempi previsti per il recupero saranno di sei mesi, di cui due dovrà rimanere
totalmente immobile.
Cosciente della gravità dell'infortunio, Nicolas non perde
la voglia di combattere e di mettersi alle spalle questo brutto periodo. Nel mese di settembre, cosìrisponde al
giornalista de Le Miroir des Sports:
"Mes radios sont très bonnes. Je
n'ai presque pas d'atrophie musculaire puisque je n'ai pas été plâtré. J'espère
que le médicin m'autorisera à me passer de béquilles avant le 15 décembre.
Remarque, je ne lui demanderai rien, mais enfin, si je peux seulement gagner
huit jours…".
Saranno mesi molto difficili, anche dal punto di vista
psicologico:rimanere a casa tutto solo, con la moglie a lavoro, e passare il
tempo a guardare la televisione, ascoltare la radio o leggere qualche libro non
è facile, soprattutto perché il pensiero va al suo futuro e se sarà in grado di
tornare in sella alla sua bicicletta.
Grazie a tanta determinazione e buona volontà, Nicolas
Barone torna ad allenarsi e gareggiare. Partecipa ad alcune gare importanti,
conseguendo anche un quarto posto alla Parigi-Valenciennes. Ma la forma non è
più quella di un tempo e Nicolas ha la lucidità per capire che è meglio
abbandonare.
Dopo il ciclismo Nicolas si butta nel settore immobiliare e
nel commercio con l'apertura di salone per parrucchieri a Créteil insieme a
Paulette. Intorno alla metà degli anni '70 si trasferisce definitivamente a
Mougins (Villa la Source, Boulevard Courteline), nel Dipartimento delle Alpi
Marittime. Dopo la morte di Paulette, con cui ha avuto un figlio, Laurent,
convive per circa dieci anni con Colette e successivamente con Mireille, senza
mai risposarsi.
La passione per il ciclismo è sempre rimasta nel cuore di
Nicolas e per tanti anni ricopre la carica di presidente dell'AvenirCycliste de
Mougins, invitando regolarmente gli amici del club e i vecchi campioni nella
sua villa. Ma ironia della sorte, proprio sulla bicicletta, che nel passato gli
aveva dato onore e gloria, trova la morte. Il 31 maggio del 2003, durante un
giro in bici nei pressi di Mougins, a tre chilometri da casa, muore per
insufficienza cardiaca.
Se n'è andato un uomo ricordato per la sua grande generosità
e fedeltà totale nell'amicizia, così lo ricorda chi l'ha conosciuto e gli è
stato accanto negli ultimi anni.
Gli amici del Club hanno voluto apporre una lapide sul luogo
dell'incidente, in ricordo del loro presidente e, soprattutto, amico, e rendono
regolarmente omaggio alla sua tomba.
Al termine di questo ricordo, permettetemi un ringraziamento
a Luigi Barone e alla sua famiglia, per aver fornito alcune preziose notizie e
per le belle foto di famiglia, ed a Claude Maurice ed agli amici dell'AvenirCycliste
de Mougins.
Lino Spadaccini
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