Aspetti rivelati dal dott. Alfonso Ricci (scomparso nel 2011).
Una delegazione di cittadini vastesi con a capo Silvio Ciccarone andò incontro ai soldati inglesi invitandoli ad entrare in città.
di Giuseppe Catania
L’entrata delle truppe alleate a Vasto, il 5 dicembre 1943, ha un risvolto inedito e del tutto particolare meritevole di essere ricordato.
Per tutto il mese di settembre l'aviazione inglese aveva effettuato sporadici mitragliamenti lungo le strade e la periferia di Vasto, per saggiare la reazione tedesca che, in verità appariva massiccia e tenace tanto da tenere a freno le avanguardie alleate schierate sulla sponda sinistra del Trigno.
Anche se erano limitate le batterie germaniche, nondimeno riuscivano a tenere a bada gli avversari facendo muovere alcuni carri armati lungo il versante orientale della città tra la chiesa di San Pietro e la collina di S. Antonio Abate, sparando colpi a ripetizione su semoventi, per far sì che gli inglesi credessero che a Vasto vi fosse un massiccio schieramento di forze.
In città, intanto, erano attivi i fermenti di gruppi intenzionati a resistere alle intimidazioni e alle razzie dei soldati tedeschi.
Infatti, come ricorda il dott. Alfonso Ricci, "la mattina
del due ottobre, nella sede comunale, si tenne un abboccamento
tra il podestà Silvio Ciccarone, il sig. Roberto
Mallucci e il tenente Angelo Cianci, onde esaminare la
opportunità di meglio tutelare le condizioni di sicurezza
della popolazione e della Città..."
Ma dopo varie riunioni "Silvio Ciccarone riuscì a farli
desistere da ogni azione immediata onde evitare gravi
ritorsioni da parte dei militari germanici." Frattanto si intensificavano le operazioni belliche da parte degli alleati. Infatti, la notte del 16 ottobre venne effettuato un bombardamento aereo che colpì la Cappella del Sacramento e
del Monte dei Morti della chiesa di S. Pietro.
Due giorni dopo due cacciatorpediniere inglesi si affacciarono
sul golfo antistante Vasto cannoneggiando la
Città e danneggiando alcune abitazioni alla Loggia Amblingh,
alla Madonna delle Grazie. Un proiettile
raggiunse anche la Torre Campanaria della Chiesa di Santa Maria Maggiore. I tedeschi, dal canto loro, imposero l'evacuazione della Città e la consegna delle armi e ordinarono di prendere cinque ostaggi tra la popolazione per evitare rappresaglie. II maresciallo tedesco che comandava la piazza di Vasto "comunicò i nomi degli ostaggi: il generale Michele D'Adamo, l'Avv. Gaetano Del Greco, il Parroco Don Romeo Rucci, Filandro Lattanzio, ed il presidente di allora degli Ortolani.
“Il Ciccarone - ricorda il dott. Ricci - offrì al comando
la propria persona quale ostaggio".
Gli angloamericani, intanto, incalzavano. Il 2 e 3 novembre
effettuarono due "bombardamenti aerei su Cupello dove era
attestato un comando tedesco, provocando numerose vittime.
Nella notte del 4 Novembre a Vasto si avvertirono alcuni boati. Erano state minate alcune abitazioni al Corso Italia e in via del Cimitero, per sbarrare l'avanzata degli inglesi. Due palazzi al corso Mazzini e uno in via S. Francesco d'Assisi, con morti e feriti, vennero presi a cannonate. I tedeschi ripiegavano verso Casalbordino. Gli inglesi, preceduti da carri armati "Tigre" avanzavano lentamente, ignari che a Vasto ormai non vi era alcuna traccia dei tedeschi, fermandosi a Collepizzuto, paventando un contrattacco germanico. II dott. Ricci, insieme a Quirino Palazzo ed il dott. Giulio Recchia, si incontravano a piazza Rossetti, con Silvio Ciccarone, Silvio D'Annunzio ed altri cittadini, e decidevano di "uscire incontro agli inglesi" che contattavano al bivio di S. Antonio Abate, ma ancora indecisi per il timore che a Vasto vi fossero numerosi "nidi di Bosch". Assicurato il comandante dei mezzi corazzati dell'VIII Armata che nessun pericolo incombeva, la colonna mosse alla volta di Vasto. Su ciascuna delle autoblindo inglesi, vennero fatti salire alcuni cittadini vastesi. Sulla prima Silvio Ciccarone e Mallucci; sulle altre il Maresciallo Piras, poi il dott. Alfonso Ricci, quindi il dott. Recchia, D'Angelo, D'Annunzio e così via altri. Giunti a Vasto centro alla colonna si unirono numerosi cittadini inneggiando ai "liberatori".
L'VIII Armata, guidata dal Generale Montgomery, costituita da inglesi, canadesi, australiani, neozelandesi, indiani e pachistani, prese posizione a Vasto, mentre i tedeschi ripiegavano lungo la linea Gustav tra il Sangro, il Garigliano, Montecassino, l'Appennino Molisano e l'Adriatico tra Ortona e Castel di Sangro. Questo fronte di guerra fu teatro di aspri combattimenti per tutto l'inverno 1943, per cessare con lo sfondamento della linea nel maggio 1944. I combattenti dell'VIII Armata caduti nella battaglia del Sangro sono sepolti nel "Sangro River War Cemetery" di Torino di Sangro.
Una delegazione di cittadini vastesi con a capo Silvio Ciccarone andò incontro ai soldati inglesi invitandoli ad entrare in città.
di Giuseppe Catania
L’entrata delle truppe alleate a Vasto, il 5 dicembre 1943, ha un risvolto inedito e del tutto particolare meritevole di essere ricordato.
Per tutto il mese di settembre l'aviazione inglese aveva effettuato sporadici mitragliamenti lungo le strade e la periferia di Vasto, per saggiare la reazione tedesca che, in verità appariva massiccia e tenace tanto da tenere a freno le avanguardie alleate schierate sulla sponda sinistra del Trigno.
Anche se erano limitate le batterie germaniche, nondimeno riuscivano a tenere a bada gli avversari facendo muovere alcuni carri armati lungo il versante orientale della città tra la chiesa di San Pietro e la collina di S. Antonio Abate, sparando colpi a ripetizione su semoventi, per far sì che gli inglesi credessero che a Vasto vi fosse un massiccio schieramento di forze.
In città, intanto, erano attivi i fermenti di gruppi intenzionati a resistere alle intimidazioni e alle razzie dei soldati tedeschi.
Prof. dott, Alfonso Ricci |
raggiunse anche la Torre Campanaria della Chiesa di Santa Maria Maggiore. I tedeschi, dal canto loro, imposero l'evacuazione della Città e la consegna delle armi e ordinarono di prendere cinque ostaggi tra la popolazione per evitare rappresaglie. II maresciallo tedesco che comandava la piazza di Vasto "comunicò i nomi degli ostaggi: il generale Michele D'Adamo, l'Avv. Gaetano Del Greco, il Parroco Don Romeo Rucci, Filandro Lattanzio, ed il presidente di allora degli Ortolani.
Avv. Silvio Ciccarone podestà di Vasto nel 1943 |
Nella notte del 4 Novembre a Vasto si avvertirono alcuni boati. Erano state minate alcune abitazioni al Corso Italia e in via del Cimitero, per sbarrare l'avanzata degli inglesi. Due palazzi al corso Mazzini e uno in via S. Francesco d'Assisi, con morti e feriti, vennero presi a cannonate. I tedeschi ripiegavano verso Casalbordino. Gli inglesi, preceduti da carri armati "Tigre" avanzavano lentamente, ignari che a Vasto ormai non vi era alcuna traccia dei tedeschi, fermandosi a Collepizzuto, paventando un contrattacco germanico. II dott. Ricci, insieme a Quirino Palazzo ed il dott. Giulio Recchia, si incontravano a piazza Rossetti, con Silvio Ciccarone, Silvio D'Annunzio ed altri cittadini, e decidevano di "uscire incontro agli inglesi" che contattavano al bivio di S. Antonio Abate, ma ancora indecisi per il timore che a Vasto vi fossero numerosi "nidi di Bosch". Assicurato il comandante dei mezzi corazzati dell'VIII Armata che nessun pericolo incombeva, la colonna mosse alla volta di Vasto. Su ciascuna delle autoblindo inglesi, vennero fatti salire alcuni cittadini vastesi. Sulla prima Silvio Ciccarone e Mallucci; sulle altre il Maresciallo Piras, poi il dott. Alfonso Ricci, quindi il dott. Recchia, D'Angelo, D'Annunzio e così via altri. Giunti a Vasto centro alla colonna si unirono numerosi cittadini inneggiando ai "liberatori".
L'VIII Armata, guidata dal Generale Montgomery, costituita da inglesi, canadesi, australiani, neozelandesi, indiani e pachistani, prese posizione a Vasto, mentre i tedeschi ripiegavano lungo la linea Gustav tra il Sangro, il Garigliano, Montecassino, l'Appennino Molisano e l'Adriatico tra Ortona e Castel di Sangro. Questo fronte di guerra fu teatro di aspri combattimenti per tutto l'inverno 1943, per cessare con lo sfondamento della linea nel maggio 1944. I combattenti dell'VIII Armata caduti nella battaglia del Sangro sono sepolti nel "Sangro River War Cemetery" di Torino di Sangro.
GIUSEPPE CATANIA
• Nota
II quartiere generale delle truppe dell 'VIII Armata al comando del Generale Montgomery, venne mantenuto a Palazzo Palmieri fino alla fine di gennaio 1944. A Vasto numerosi cittadini si posero al servizio delle truppe alleate, quali Interpreti. Molti, infatti, erano stati emigrati in America e sapevano la lingua. Fra questi ricordiamo Pasquale Florio e suo figlio Luciano (nonno e padre di Elio Florio, titolare dell’omonima profumeria)
• Nota
II quartiere generale delle truppe dell 'VIII Armata al comando del Generale Montgomery, venne mantenuto a Palazzo Palmieri fino alla fine di gennaio 1944. A Vasto numerosi cittadini si posero al servizio delle truppe alleate, quali Interpreti. Molti, infatti, erano stati emigrati in America e sapevano la lingua. Fra questi ricordiamo Pasquale Florio e suo figlio Luciano (nonno e padre di Elio Florio, titolare dell’omonima profumeria)
Vicende conosciute, ma sempre interessante vederle riproposte. Piccolo rilievo: nella nota in fondo si parla di Palazzo Palmieri sede del comando Britannico fino al Gennaio 1943. Deve trattarsi di un refuso e l'anno corretto dovrebbe essere il 1944, dopo le battaglie del Sangro e di Ortona.
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