Gabriele d'Annunzio ed Eleonora Duse |
di GIUSEPPE CATANIA
Si discute e si scrive molto sugli
amori di Gabriele D'Annunzio e la
letteratura rosa e salottiera annovera
una più che diffusa raccolta di pubblicazioni
di grande e comprensibile
interesse, spesso al confine della morbosità.
Anche perché,
nell'abbondante e vario carteggio lasciato dal Vate nel Vittoriale, sovente affiorano accenni di empiti amorosi che D'Annunzio avvertiva stimolato da irresistibile trasporto.
nell'abbondante e vario carteggio lasciato dal Vate nel Vittoriale, sovente affiorano accenni di empiti amorosi che D'Annunzio avvertiva stimolato da irresistibile trasporto.
Se poi scorriamo la cronologia della
vita di Gabriele D'Annunzio (nato a
Pescara il 12 marzo 1863) veniamo a
scoprire che si era fidanzato a Firenze,
nel 1881, con Giselda Zucconi, che era
figlia del docente di lingue straniere
all'Istituto Cicognini di Prato, dove il
Vate studiava. Ma, nonostante le ripetute
promesse di matrimonio, dopo
conseguita la licenza liceale, D'Annunzio
decise di lasciare la fidanzata,
che chiamava "Lalla", col pretesto di
trasferirsi a Roma per frequentare
la facoltà di lettere all'Università.
Qui, dopo aver stretto amicizia con
il pittore Francesco Paolo Michetti
di Francavilla, conosce Scarfoglio e
Pascarella, iniziandoa collaborare con
giornali e riviste, non trascurando di
dare alle stampe numerose opere poetiche
e letterarie. Nel 1883 sposa la
duchessa Maria Hardouin di Gallese
e l'anno dopo diventa papà del primogenito
Mario e nel 1885 viene alla luce
il secondo figlio, Gabrielino.
Nel 1887
scoccano le prime scintille amorose e
D'Annunzio perde la testa per Elvira
Natalia Fraternali, sposata Leoni,
che il Vate chiama "Barbara" e con lei
convive a Venezia, mentre a Roma la
moglie Maria di Gallese dà alla luce
il terzogenito, Veniero. L'anno successivo
è a Francavilla al Mare, ospite
dell'amico Francesco Paolo Michetti,
per la stesura del romanzo "II piacere".
Durante l'estate del 1889, insieme a
"Barbara" è a San Vito Chietino. Nel
1890 decide di separarsi dalla moglie
Maria, che, per il dispiacere, tenta il
suicidio, e, dopo un periodo di isolamento a Francavilla, si trasferisce a
Napoli. Ma, intanto, nel 1892 conosce
Maria Gravina, dopo una scappatella
con la giornalista Olga Ossani, e,
soppiantando "Barbara", si unisce
alla nuova amante che attende da lui
un figlio. Infatti, nel 1893 Maria Gravina
partorisce una bimba chiamata
Renata.
L'anno successivo conosce
Eleonora Duse a Venezia e si separa
dalla Gravina. Tra una incessante
attività poetica e letteraria, insieme
alla Duse è a marina di Pisa, poi a
Parigi con Sarah Bernhard. Affitta a
Settignano, nella collina fiorentina, la
"Capponcina" antica dimora dei Capponi.
Nel 1899 viaggia molto visitando
l'Egitto, la Grecia, toccando Palermo
per incontrare la Duse in tournèe, per
andare, a settembre, a Vienna e poi in
Germania. Per Gabriele D'Annunzio
Eleonora Duse, protagonista nella
"Pioggia nel Pineto" e ne "II Piacere",
spese ingenti somme per mantenerlo,
anche se l'amante la trascurava, preferendola
alle altre "sue" donne, nella
speranza vana di averlo accanto, anche
comprandogli una villa nei pressi di Venezia.
Anche se la Duse ritornò
da Gabriele, restandogli accanto fino
al 1903, il Vate l'abbandona per innamorarsi
di Alessandra di Rudini, figlia
del presidente del Consiglio, divorziata
con due figli, e la chiama "Nike" per
la sua grossa statura e con lei viaggia
facendosi notare nella vistosa "Florentia". Nel 1906 Gabriele D'Annunzio
conosce Giuseppina Giorni
Mancini (che il Vate chiama Giousini
o Amaranta) abbandonando definitivamente
Alessandra di Rudini che
aveva subito tre interventi chirurgici
e che era ormai preda della morfina.
Frattanto, nel 1908, "Amaranta", in
preda alla disperazione per il rimorso
di aver offeso l'onore del proprio marito,
esce di senno e viene rinchiusa in
manicomio.
Gabriele D'Annunzio nel
suo "Solus ad solum" annota disperatamente
l'angoscia dei suoi giorni,
Ma, nonostante tutto, nuovamente si
innamora della russa Natalia di Giulobeff,
detta Donatella. Incominciano,
intanto, i guai finanziari e nel 1910 è
costretto a fuggire in Francia, prima
a Parigi e poi ad Arcachon, inseguito
dai creditori, insieme alla sua amante,
frequentando assiduamente la pittrice
americana Romaine Goddard Brooks,
ricchissima e lesbica, autrice di alcuni
ritratti del Vate. Gabriele D'Annunzio
le appioppa il soprannome "Cinerina",
ma, indomito più che mai, Gabriele
D'Annunzio a Parigi ebbe come amante
la propria governante Amelie Mazzoyer
e, contemporaneamente la Marchesa
Maria Luisa Casati Stampa.
Nel
1914, dopo una parentesi dedicata agli
episodi guerreschi (perderà l'occhio
i destro), conosce Giga Levi Brunner
(che lui chiama "Venturina") e poi la
pianista Luisa Baccarà (detta "Smikra")
che sarà con lui fino alla morte
avvenuta il 1° marzo 1938.
Un ricchissimo
e variopinto "carnet" amoroso
quello di Gabriele D'Annunzio che,
indubbiamente, è passato alla storia,
nel novero di quella particolare categoria
di impenitenti amanti.
Giuseppe Catania
Nessun commento:
Posta un commento