domenica 29 luglio 2012

Vita Balneare a Vasto: nel dopoguerra "bulli pupe e marinai". Ed inizia l'era del Turismo




"La spiaggia diventa non solo luogo dove prendere il sole o immergersi in rinfrescanti e rigeneranti bagni, ma diventa anche luogo d’incontro e divertimento spassionato per le comitive di giovani"

di Lino Spadaccini
Tutti ar mare,tutti ar mare

a mostra' le chiappe chiare,
co' li pesci,
in mezzo all'onne,
noi s'annamo a diverti'.
Chi non conosce questo piccolo tormentone estivo cantato dalla romana Gabriella Ferri, che in pochi versi racchiude l’essenza della vita balneare: mare, abbronzatura, bagno e divertimento.
Dopo il secondo conflitto mondiale a Vasto si comincia a parlare di sviluppo turistico. Nascono i primi alberghi, le prime strutture ricettive, e con l’attuazione del nuovo piano regolatore si comincia a studiare un architettura più moderna, estetica e funzionale per offrire ai propri cittadini ed ai tanti turisti che cominciano ad affollare le nostre spiagge, un’immagine più moderna e attraente. Nascono  così il pontile, il mercato del pesce e la famosa rotonda di Viale Dalmazia.
La spiaggia di Vasto”, scriveva Olindo Rocchio in un articolo del 1956, “dalla morbida sabbia e dal mare riposante fino alla riva, con l’immenso azzurro sul davanti e la verdeggiante collina alle spalle, incanto di natura, di poesia e di amore, è già in pieno sviluppo: villeggianti da diverse località, anche fuori provincia, hanno preso il loro dolce e sospirato posto di riposo e di svago: altri se ne attendono, avendo già preannunziato l’arrivo e prenotato villini e quartini per abitazione, che quest’anno sono aumentati di numero, di comodità e di eleganza”.
Nascono gli stabilimenti balneari, che oltre alle cabine, tutte belle allineate lungo l’arenile, ma di dimensioni più piccole rispetto ai vecchi casotti, mettono a disposizione il posto per piantare l’ombrellone con comode sedie a sdraio. Anche i costumi, con l’andare degli anni si fanno sempre più ridotti: abbandonato il vistoso abbigliamento degli inizi del secolo, il corpo viene pian piano scoperto, passando dai costumi da bagno a calzoncino, che lasciano scoperte braccia e schiena, fino ai ridottissimi costumi, che offrono il corpo alla vista di tutti senza più inibizioni e falsi pudori.
La spiaggia diventa non solo luogo dove prendere il sole o immergersi in rinfrescanti e rigeneranti bagni, ma diventa anche luogo d’incontro e divertimento spassionato per le comitive di giovani,  che in serata si ritrovano nelle mitiche balere della riviera quali da Mimì, la Ciucculella e la Pinetina (Villa Letizia)  per scatenarsi nei balli più in voga del momento.
Chiudiamo con un bel sonetto di Nicola Del Casale dal titolo Matinat’a mmare:

Mi vuje ‘mbrijacà ccuscì de mare,
purtannete nghe me, nghe nu cannizze,
‘mmezz’a li scuje a la Pinnuccia care
‘mprima matin’a donna l’acche sgrizze.

A che la luce lùteme de fare
e a quelle de lu sole gna s’arrizze,
ti voje fa’ vvidé ca ‘mmezz’a mmare
ci stà n’amore ch’a lu foche’attizze.

Piluse, secce, arcilijun’e vrùnghele,
ciòcchele nire e lambatan’e stelle,
risciule, ‘nguille e calamar’e cìfene,

la sanda quarajjne e li mijelle,
tutte billezze che ti dice: acchiàppeme!
Pi li magnà ‘mbrudette o a la ghratelle.












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