"La spiaggia diventa non solo luogo dove prendere il sole o immergersi in rinfrescanti e rigeneranti bagni, ma diventa anche luogo d’incontro e divertimento spassionato per le comitive di giovani"
di
Lino Spadaccini
Tutti ar mare,tutti ar mare
a mostra' le chiappe chiare,
co' li pesci,
in mezzo all'onne,
noi s'annamo a diverti'.
Chi non conosce questo piccolo tormentone estivo cantato dalla romana Gabriella Ferri, che in pochi versi racchiude l’essenza della vita balneare: mare, abbronzatura, bagno e divertimento.
a mostra' le chiappe chiare,
co' li pesci,
in mezzo all'onne,
noi s'annamo a diverti'.
Chi non conosce questo piccolo tormentone estivo cantato dalla romana Gabriella Ferri, che in pochi versi racchiude l’essenza della vita balneare: mare, abbronzatura, bagno e divertimento.
Dopo
il secondo conflitto mondiale a Vasto si comincia a parlare di sviluppo
turistico. Nascono i primi alberghi, le prime strutture ricettive, e con
l’attuazione del nuovo piano regolatore si comincia a studiare un architettura
più moderna, estetica e funzionale per offrire ai propri cittadini ed ai tanti
turisti che cominciano ad affollare le nostre spiagge, un’immagine più moderna
e attraente. Nascono così il pontile, il
mercato del pesce e la famosa rotonda di Viale Dalmazia.
“La spiaggia di Vasto”, scriveva Olindo
Rocchio in un articolo del 1956, “dalla
morbida sabbia e dal mare riposante fino alla riva, con l’immenso azzurro sul
davanti e la verdeggiante collina alle spalle, incanto di natura, di poesia e
di amore, è già in pieno sviluppo: villeggianti da diverse località, anche
fuori provincia, hanno preso il loro dolce e sospirato posto di riposo e di
svago: altri se ne attendono, avendo già preannunziato l’arrivo e prenotato
villini e quartini per abitazione, che quest’anno sono aumentati di numero, di
comodità e di eleganza”.
Nascono
gli stabilimenti balneari, che oltre alle cabine, tutte belle allineate lungo
l’arenile, ma di dimensioni più piccole rispetto ai vecchi casotti, mettono a
disposizione il posto per piantare l’ombrellone con comode sedie a sdraio. Anche
i costumi, con l’andare degli anni si fanno sempre più ridotti: abbandonato il
vistoso abbigliamento degli inizi del secolo, il corpo viene pian piano
scoperto, passando dai costumi da bagno a calzoncino, che lasciano scoperte
braccia e schiena, fino ai ridottissimi costumi, che offrono il corpo alla vista
di tutti senza più inibizioni e falsi pudori.
La
spiaggia diventa non solo luogo dove prendere il sole o immergersi in
rinfrescanti e rigeneranti bagni, ma diventa anche luogo d’incontro e
divertimento spassionato per le comitive di giovani, che in serata si ritrovano nelle mitiche
balere della riviera quali da Mimì, la Ciucculella e la Pinetina (Villa Letizia) per scatenarsi nei balli più in voga del momento.
Chiudiamo
con un bel sonetto di Nicola Del Casale dal titolo Matinat’a mmare:
Mi vuje ‘mbrijacà ccuscì
de mare,
purtannete nghe me, nghe
nu cannizze,
‘mmezz’a li scuje a la
Pinnuccia care
‘mprima matin’a donna
l’acche sgrizze.
A che la luce lùteme de
fare
e a quelle de lu sole
gna s’arrizze,
ti voje fa’ vvidé ca
‘mmezz’a mmare
ci stà n’amore ch’a lu
foche’attizze.
Piluse, secce,
arcilijun’e vrùnghele,
ciòcchele nire e
lambatan’e stelle,
risciule, ‘nguille e
calamar’e cìfene,
la sanda quarajjne e li
mijelle,
tutte billezze che ti
dice: acchiàppeme!
Pi li magnà ‘mbrudette o
a la ghratelle.
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