martedì 3 aprile 2012

Del Prete: i 40 ettari del territorio di Vasto non fanno parte del Bosco di don Venanzio


Del Prete risponde alle provocazioni di Wwf e Gev a proposito dei confini del Bosco di Don Venanzio
“Apprezzo gli interventi del coordinatore delle guardie giurate del WWF Claudio Allegrino e del Presidente delle guardie volontarie venatorie dell’associazione
corpo provinciale Gev di Chieti, Antonio Giovannelli perché, di fatto, ammettono che nella Riserva naturale guidata “Bosco di Don Venanzio” di Pollutri c’è un problema e va risolto”. Nicola Del Prete, capogruppo di ApI a Vasto, che nei giorni scorsi, aveva indirizzato una interpellanza al sindaco per portare all’attenzione del Consiglio comunale la rettifica dei confini della Riserva, escludendo il territorio di Vasto incluso “erroneamente” sulla cartografia, torna sull’argomento dopo le dichiarazioni dei responsabili delle due associazioni. “Mi meraviglia il fatto che anche queste associazioni non leggano le carte – sottolinea Del Prete – si limitano ad interpretare una cartina senza leggere il contenuto della legge  n.128 del 29 novembre 1999 pubblicata sul Bura il 15 dicembre 1999 in cui è detto chiaramente che la Regione Abruzzo procedeva alla “Istituzione della riserva naturale guidata “Bosco di Don Venanzio” nel territorio del comune di Pollutri”. E non Vasto, come erroneamente si vuole ancora far credere. Non a caso, nell’articolato che segue, Vasto non è affatto menzionata. Chi pensa di poter inglobare circa 40 ettari di territorio vastese senza la condivisione del Consiglio comunale di Vasto che non si è mai espresso in tal senso, sbaglia di grosso e commette una leggerezza quando afferma che “Le Guardie Venatorie agiscono nel rispetto della normativa vigente in base alla quale l’attività venatoria svolta all’interno dei confini della Riserva è vietata e penalmente perseguita”. Peccato che non vi sia nessuna normativa vigente che dice che il territorio del Comune di Vasto è dentro la Riserva, vi è solo una cartografia errata che va corretta. Non è un caso che la stessa giunta regionale, nel 2001, aveva posto rimedio a questo errore, ma il Consiglio regionale non avendo avuto alcuna comunicazione ufficiale da parte del Comune di Vasto, non ha proceduto ad una riapprovazione della legge così come aveva chiesto la stessa giunta.  Nessuno vuole fomentare gli animi – sottolinea Del Prete rispondendo alla provocazione delle due associazioni – c’è solo l’urgente, inderogabile necessità di rimediare ad un errore che ingloba il territorio vastese sotto la gestione di un altro ente, in questo caso il Comune di Pollutri, senza che vi sia alcun atto ufficiale del Comune di Vasto. In pratica, il Comune di Pollutri sta gestendo per un mero errore materiale, circa 40 ettari di territorio di Vasto. Quando poi si parla di bracconaggio, ci andrei cauto – conclude Del Prete – i nostri cacciatori conoscono perfettamente le regole e leggi, definirli bracconieri, mi sembra che a provocare sia chi non legga le carte”.
Vasto, lì 2.4.2012  
Nicola Del Prete (ApI)

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