mercoledì 22 settembre 2010

Barone Luigi Cardone, patriota: lo ricorda una lapide posta sui muri di Palazzo D'Avalos, lato piazza del Popolo


Settantacinque anni fa, il 22 settembre 1935, veniva scoperta la lapide in memoria del barone Luigi Cardone, patriota vastese, protagonista dei moti del 1821.
Dopo la promulgazione della Costituzione spagnola del settembre del 1820 e l’occupazione degli austriaci nel napoletano, in varie parti d’Italia si formarono dei battaglioni nazionali di militi per respingere il nemico. A Vasto, il barone Luigi Cardone, a sue spese, formò e addestrò un battaglione. Il 22 febbraio 1821 partì verso le frontiere minacciate dai tedeschi, distinguendosi per il coraggio, senza mai perdere la testa davanti all’evolversi delle vicende e fu l’ultimo a ritirarsi davanti al nemico.
Il 17 agosto del 1935, Giuseppe Nasci, a nome e per incarico di suo zio l’on. Francesco Ciccarone, chiese al Podestà l’autorizzazione ad apporre sulla facciata della casa in Piazza Umberto I n.18, una lapide in marmo banco in ricordo del loro antenato Barone Luigi Cardone. La lapide, che oggi si trova sulla parete di Palazzo d’Avalos, spostata a causa della frana del 1956, così recita: IN QUESTA CASA / VISSE E MORI’ / IL BARONE LUIGI CARDONE / ASSERTORE E PARTE DI DUE RIVOLUZIONI / IL 7 MARZO 1821 / ALLA TESTA DELLE MILIZIE VASTESI / DA LUI ORGANIZZATE ED ARMATE / SOLE RESISTENTI / CONTRO GLI AUSTRIACI A RIETI / COMBATTEVA / IL 15 MAGGIO 1848 / DEPUTATO AL PARLAMENTO NAPOLETANO / CONTRO I BORBONI INVASORI DELL’AULA / PER I DIRITTI SACRI DELL’ITALIA / CON PERICOLO DELLA VITA / PROTESTAVA / NATO II SETTEMBRE 1789 - MORTO I SETTEMBRE 1855 / IL I SETTEMBRE 1935 A XIII E. F. / I NIPOTI NASCI E CICCARONE / REVERENTI.
Esiste un simpatico aneddoto raccontato da Luigi Anelli con protagonisti il barone Cardone e Gregorio Pietrocola, un valente ebanista, che aveva anche la presunzione di credersi un abile meccanico. Visto che nella nostra città da tempo scarseggiavano orologiai di professione, a forza di raccomandazione ed insistenze, era riuscito a farsi assegnare dal Comune un modesto assegno mensile per regolare l’orologio pubblico. L’orologio, come era da prevedersi ben presto si guastò e non segnò più l’ora giusta. Un giorno di festa, mentre il Pietrocola era seduto davanti al caffè De Blasiis, venne avvicinato dal barone Cardone, che gli mostrò particolari attenzioni, fino al punto da spingerlo a sorbire un gelato che ad ogni costo volle offrirgli. Meravigliato per le insolite gentilezze, il Pietrocola volle chiedere la ragione al Barone; e questi, col suo abituale dialetto e con un malizioso sorriso, gli rispose: “Sole lu rullogge ci ave’ rimaste di bbone a lu Uaste, e tu pue li si’ guastate: ti li mirde nu premie ca si’ fatte ràsela socce! (…te lo meriti un premio per aver portato tutto allo stesso livello!)”.
Il barone Cardone è deceduto il 1° settembre del 1855 a causa del colera che si era sviluppato nella nostra città in agosto. Nel volume “Se il Colera Morbus che ricorre epidemicamente in Europa sia una perniciosa”, del medico vastese Giacinto Barbarotta, sono descritti gli ultimi giorni del barone Cardone, dall’evoluzione della malattia fino alla morte: “E nel mattino 1.° settembre”, racconta il Barbarotta, “senza ch’io per l’ultima volta lo avessi potuto visitare, muore, raccomandando fino a pochi momenti prima di spirare a sua moglie, la sua figliuola nubile. Così trapassò quest’uomo di animo generoso, ottimo cittadino, amato e stimato da tutti, e amico mio affettuosissimo”.
Per altre informazioni sul Barone Luigi Cardone digitare sul link
http://noivastesi.blogspot.com/2009/09/luigi-cardone-e-i-moti-del-1821.html
Lino Spadaccini

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