Capita a tutti di stare nella Caverna”
Auditorium del PàntiniPudente pieno di ragazzi partecipi e attenti alle parole del vignettista, autore, politico, poliedrico intellettuale, acuto e attento osservatore della realtà e con molta fede nei sogni: Vauro. Come anteprima delle Giornate Umanistiche, il 14 Dicembre 2024, si è svolto difatti l’incontro con Vauro Senesi, in arte, Vauro. Dopo il saluto della Preside Professoressa Anna Orsatti, la breve introduzione del Professor Pietro Lalla, ha moderato l’incontro il Dott. Dario Leone il quale, grazie alla sua disponibilità, in occasione delCupelloBookFestival, ha creato l’occasione per incontrare l’autore anche nel PàntiniPudente. Le Giornate Umanistiche, che si svolgeranno a Marzo 2025, con vari “spin off” e appuntamenti in anteprima, avranno come tematica “La Caverna. La libertà tra realtà e apparenza”. Tematica che è piaciuta moltissimo a Vauro e a Dario Leone che più volte si sono complimentati con la referente e ideatrice del Progetto Prof.ssa Rosita Paganelli e lo staff, che con i Proff. Pietro Lalla, Davide De Camillis, Maria Guida, Nicola Panicciari, Sonia Tabasso, Andrea Travaglini e la super preziosa e presente collaborazione della Preside, mettono in atto quello che Vauro ha più volte ricordato come soluzione ai conflitti, alla sottocultura: il confronto.
“Capita a tutti di stare nella Caverna.” Ha esordito con questa affermazione Vauro Senesi, “il confronto sul tema della libertà, è importante. - Tutti desideriamo essere liberi o liberati”. Con simpatia e disponibilità, oltre che con forza e onestà morale e intellettuale, egli ha ribadito più volte ai ragazzi nel corso del suo intervento, “parafrasando il filosofo, la mia libertà non finisce dove comincia la tua, ma continua insieme alla tua, costruisce la libertà degli altri insieme alla tua”. Ciò che si è perso, secondo Vauro, è il concetto di solidarietà, che è stato trasformato in buonismo, quasi a volerne svilire la forza, “il bene individuale deve prevalere sul bene collettivo”. E poi sulle ambizioni belliche, “La sottocultura della guerra è quella che ci indica che il diverso è il nemico e che il nemico non ci somiglia mai” ha continuato. Ricordando Gino Strada ed Emergency, Vauro ha voluto rivolgersi ai ragazzi parlando anche dell’”Isola che c’è”, quello che Gino Strada vedeva in un campo distrutto dalla Guerra, era l’utopia per molti, per lui era un giardino. I sogni liberano dalla Caverna, la bellezza è medicina”.
Al CupelloBookFestival, alle ore 18, Vauro continuerà a raccontarsi e a raccontare della brutalità delle guerre e di un sognatore che, ne “la Regina di Kabul” la sua ultima pubblicazione, di sogni ne ha realizzati, quel Gino Strada che, dalla Caverna ne ha liberati tanti.
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