Degli “Artes” (Nicola e Mariangela), per discendenza e in ideale continuità nell’arte
“Sarà soltanto la fine di un sognoSarà soltanto una luce negli occhi
e un fremito dolce al ricordo!”
Maria Tilde Pollutri)
“Nicola Artese (Artes) torna a esporre …”. Era il 2010. Questo l’incipit a mia recensione per una Mostra personale - “L’enigma della materia” - tenuta al noto
“Caffè de Parma” di Vasto. Esposizione di arte visuale che si giovava di una serie di congeniali ‘didascalie’ in versi di Maria Tilde Pollutri, sposa di Nicola e madre di Mariangela.In essa ebbi modo di osservare che “Nicola Artese, con i suoi ‘quadri’ di recente creazione, opere che pur in un noto filone dell’arte contemporanea che va dall’informale astratto al materico impressionista, rappresentano una sua originale reinterpretazione e sviluppo della tecnica e della poetica genericamente definita del “collage”. Una ‘pittura’ che utilizza come materiale costruttivo non i pigmenti cromatici tradizionali, pur non escludendoli (olio, acrilici, ad acqua o vernici varie), ma frammenti cartacei variamente colorati e selezionate, magari ricavati da pubblicazioni a stampa, per giungere sotto l’impulso di un’idea grafica o di una voluta significazione a creare altra, nuova e sorprendente immagine.
Una forma-manufatto che ‘agganciandosi’ (per così dire) ai sedimenti mnemonici che ciascuno di noi ha e conserva nella propria mente, per un linguaggio di significazione comune e interpersonale, riesce a proporsi di per sé, come nuova forma o come innovativa visione di una realtà supposta come conosciuta e invece ‘reificata’, attraverso l’opera nuova, per e con nuove significazioni”.
Questo annotavo tredici anni orsono. Oggi, in una altra Expo, nella quale Mariangela Artese, sua figlia, ha desiderato farsi ‘accompagnare’ dal padre sventuratamente defunto anzitempo, non posso che dirmi ancora pienamente convinto di queste mie sopra citate illustrazioni critiche. Del resto, le opere esposte ancor oggi con efficacia lo testimoniano.
Mariangela Artese. Da più anni, con crescente e riconosciuto successo di pubblico e di critica, è attiva in arte con incantevoli e talvolta impegnate illustrazioni grafiche digitali. Diversamente dal padre, Maestro d’arte, giunge alla creazione artistica con un percorso di studi (Roma, poi Bilbao - Spagna) non specificatamente dedicati all’arte visiva, non in termini didattici quantomeno. Tecnica compositiva e modalità d’impianto del ‘quadro’, motivazioni creative non meno, le ha acquisite naturalmente “alla scuola” del genitore. Lei stessa ama spesso ricordarlo, e ancora oggi, presentando sul web l’odierna esposizione vastese, scrive: “… tu continui a vivere in me, … questa mostra la dedico a noi, papà. Grazie, sei stato e sarai sempre il mio grande Maestro”.
Nella
continuità, sia d’ispirazione che di invenzione, ovviamente le differenze. Mariangela
compie la sua elaborazione d’immagine solo apparentemente alla maniera del
padre-maestro, ma ne fa persuasivo strumento di comunicazione, al di là del piacere
estetico visualmente derivante. Non soltanto per la diversità tutta generazionale, non
soltanto per i mezzi tecnologici, un
tempo inimmaginabili e oggi efficacemente fruibili, è bene sottolineare le
peculiarità delle opere della figlia rispetto a quelle del genitore. Diversa naturalmente
è la cultura che le informano, diversa può dirsi la motivazione per la quale
oggi Mariangela, degli “Artes” felice
nuova generazione, digitalmente elabora e presenta al pubblico. Un comunicare il
suo talvolta accentuatamente ‘poetico’, suasivo e coinvolgente, tal’altra impegnato
in meritevoli operazioni ecologiste.
Sempre curiosa nell’apprendere, ricca di fantasia nell’elaborare ciò che vede e sperimenta nel suo vivere felicemente e perennemente in viaggio, riesce a tradurre con
stupenda sintesi gli stimoli ricevuti in ‘favole’ grafico-pittoriche che fanno
sognare e al tempo stesso meditare. Sta qui la sua specifica, estremamente
godibile arte illustrativa di un mondo (di uomini e donne) che hanno pur sempre
bisogno di vivere la propria esistenza e il creato con serena e fervente gioia.
“Mariangela Artese sabe lo que
busca en el público, quiere no solo emocionar, sino también hacer revivir el
niño interior que llevamos dentro, nuestra parte más pura, espontánea y
creativa que a veces olvidamos de tener.” […] “L'italiana
- qui traducendo ancora dallo spagnolo, per una mostra tenuta a Santander nel 2018 - ha
creato il suo universo, semplice e calmo, dove il colore contrasta con lo
sfondo bianco immacolato delle sue opere. Forme geometriche, fanciulle e
insetti sono i protagonisti dei suoi lavori, un mix visivo che, grazie all'armonia della sua
composizione, risulta assai godibile quanto efficace”.
Va da sé che non io soltanto, ma palesemente in tanti concordiamo con tale
lettura e considerazione delle opere di Mariangela
degli Artes.
Giuseppe
F. Pollutri, 19 dic. 2023
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