venerdì 16 dicembre 2022

ITSET F.Palizzi: 100 anni di successi, sempre guardando al futuro


Oggi cerimonia ufficiale con le autorità per festeggiare i 100 anni del Palizzi. L'evento giunge dopo i numerosi incontri tematici delle settimane scorse su argomenti di estremo interesse, a dimostrazione che il glorioso Istituto guarda al futuro.

Oggi nella sala conferenza strapiena di allievi di docenti ed ex docenti e di autorità hanno portato i saluti : la dirigente Nicoletta Del Re, il presidente della Provincia e Sindaco Francesco Menna, il consigliere regionale Sabrina Bocchino, l'assessore Anna Bosco, l'ispettore Giuliano Bocchia.
Hanno fatto seguito gli interventi di Nicola D'Adamo NoiVastesi (storia); del senatore Etel Sigismondi (Vi parlo della "mia" scuola); di Gennaro Strever (presidente) e Gianluca De Santis della Camera di Commercio Ch-Pe; Alfonso Di Fonzo della omonima ditta; parola agli studenti e presentazione lavori; testimonianze dell'ex preside Nino Fuiano e dei dirigenti Anna Orsatti, Lucia Bumma, Rocco Di Scipio (ex), dello storico vice preside Antonio Nocciolino. Fiori ai rappresentanti delle famiglie che mettono in palio borse di studio per gli studenti meritevoli: Palucci, Russo, Di Egidio, Di Marco.
Conclusioni affidate al direttore scolastico regionale Massimiliano Nardocci.

In tutti gli interventi un concetto essenziale: il Palizzi guarda al futuro poggiando lo sviluppo sulle solide radici del passato e l'ottima reputazione guadagnata nel corso degli anni. E di continuo si trasforma e si adatta alle nuove esigenze, in un mondo che corre velocemente.

A "NoiVastesi" (Nicola D'Adamo) è toccato il compito di raccontare in estrema sintesi la storia dell'Istituto dalle sue origini fino alla costruzione della nuova sede nel 1983.

ECCO L'INTERVENTO IN FORMA INTEGRALE
In questi anni abbiamo pubblicato 22.000 articoli di cui almeno un terzo di articoli di carattere storico. Parecchi riguardavano questo istituto.

Per esempio abbiamo parlato dei successi sportivi che annualmente il Commerciale di Vasto mieteva alle gare sportive provinciali a Chieti con il prof. Nicola Scolavino.

Oppure dei successi ottenuti dai gruppi teatrali del Commerciale al Cinema Ruzzi sotto l’attenta guida del prof. Tanino La Palombara. Mitica fu la rappresentazione di Processo a Gesù di Diego Fabbri.

Abbiamo parlato a lungo della gloriosa storia di questo istituto che io ora vi vorrei sinteticamente illustrare.

Siamo nel 1922.

Per iniziativa del sindaco Florindo Ritucci Chinni, il 1° ottobre 1922 veniva istituito - COME SCUOLA COMUNALE - l’Istituto Commerciale di Vasto, istituito “in conformità dei programmi delle scuole regie di pari grado”.
I primi allievi fanno ingresso il 7 ottobre 1922.

Primo problema.
Ci si rese subito conto che per il Comune non era facile coprire tutte le spese per i docenti e non docenti e per il mantenimento della scuola.

Fu compito del Commissario Prefettizio Cesare Perdisa giunto l’anno dopo a Vasto, avviare l’iter per la regificazione cioè statalizzazione dell’Istituto , per sgravare il Comune di quel’oneroso titolo di spesa.
A dargli man forte provvide il locale segretario del PNF Raffaele Giacomucci che chiese l’intervento del Sottosegretario Giacomo Acerbo e di Raffaele Paolucci.

L’Istituto non poteva restare una Scuola Comunale.
Il 18 marzo del 1925 l’Amministrazione Comunale di Vasto, guidata dal nuovo sindaco Pietro Suriani , fece un gesto che non si capì subito: conferì la cittadinanza onoraria al Ministro delle Finanze Alberto de Stefani motivandola con la benemerenza acquisita nella “Fondazione del Regio Istituto Commerciale di Vasto”.
Il gesto si spiegò qualche mese dopo quando con RD 1059 dell’11 giugno 1925 veniva STATALIZZATO l’Istituto con il nome “Nicola Paolucci”, padre di Raffaele, e lo poneva alle dipendenza del Ministero dell’Economia anziché a quello dell’Educazione Nazionale.

L’Istituto parti alla grande.
E si iscrivevano sempre più alunni provenienti anche da centri lontani.

Si pose subito un altro problema di una sede degna del ruolo regionale di quell’istituto.
L’occasione si presentò nel 1926 con la soppressione della Sottoprefettura che era a fianco della chiesa di S. Antonio di Padova, dove successivamente furono scoperte le Terme Romane.
E l’anno dopo su quell’immobile furono avviati i lavori da parte dell’Amministrazione provinciale, per adattarlo alle esigenze di una scuola.

Il primo ottobre del 1927 l’Istituto Commerciale “Nicola Paolucci” avviò l’anno scolastico in quella prestigiosa sede.

La regificazione ebbe altresì una funzione di volano non solo per la crescita dell’Istituto, ma anche per la sua conoscenza in Regione ed altrove . Tanto che persino il nipote del Duce, Tito Mussolini, scelse Vasto per gli Esami di Stato nel 1931.

La reputazione dell’Istituto cresceva nel territorio di anno in anno al punto che tra gli iscritti troviamo alunni che venivano persino da Pescara (diventata provincia solo nel 1927) che preferivano l’Istituto di Vasto al “Galiani” di Chieti. Tra essi anche un giovane particolare, quel Federico Caffè che sarebbe diventato un economista di fama mondiale.
Federico Caffe è stato maestro di Mario Draghi, ed ha frequentato il Commerciale di Vasto per un solo anno 1929/30.
Ma insieme a quel grande economista tante generazioni di studenti del territorio, abruzzese e molisano, si formarono in questo Istituto.

Nel 1933 (RD 24.agosto1933), dal primo ottobre, all’Istituto Commerciale venne dato un indirizzo Mercantile (solo 21 Istituti in tutta Italia ed unico in Abruzzo con quell’indirizzo), dotato di autonomia funzionale e sottoposto al controllo del Ministero dell’Educazione Nazionale.
Il nuovo indirizzo consentiva il rilascio del titolo di Perito Mercantile e portò in dote un sontuoso Laboratorio Merceologico, che sarà a lungo vanto di quella scuola.
Tutto ciò significava che quel diploma già “abilitava” alla professione di Ragioniere; consentiva l’iscrizione all’università (Scienze Economiche) senza esami; consentiva l'iscrizione automatica all'albo dei Periti Commerciali ed in quello degli Agenti di Cambio.

Dal 1940 (10 agosto) all’indirizzo Mercantile si unì una sezione per Geometri, soprattutto per l’interessamento del Provveditore agli Studi di Chieti Francesco Di Pretoro, che era stato Preside dell’Istituto vastese.

Nel 1944 l’Istituto venne intitolato al pittore vastese Gabriele Smargiassi, ma il 10 gennaio 1945 il Collegio dei Docenti cambiò di nuovo intestazione e scelse il definitivo “Filippo Palizzi”.

Nel 1956 la frana di Vasto toccò anche la sede del Palizzi e iniziò una peregrinazione in vari locali della città fino al 1983 quando fu inaugurata la nuova sede di via Conti Ricci.

Questi sono stati più o meno - in estrema sintesi - i passaggi storici dell’Istituto, ma ora io vorrei portarvi dentro l’istituto attraverso un ricordo appassionato fatto dalla storica segretaria CONSIGLIA D'ADAMO con una intervista pubblicata dall’Istituto nel 1997 in un volumetto in occasione del 75°.

La Rag. D’Adamo scomparsa nel 2019 è stata prima, allieva del Palizzi e poi “Segretaria Amministrativa” per 35 anni: dal suo racconto si rivivono i fasti del grande Istituto F.Palizzi di Vasto.

Seguiamo solo qualche passo.
Per esempio parlando della elegante sede alla sottoprefettura sentite come la descrive:


Impossibile dimenticare l'eleganza e la magnificenza dell'antica Aula Magna: un ampio salone con le pareti rivestite in damasco e seta rossa, con arabeschi dorati, fornito di una particolare illuminazione, con lampadari che si snodavano come campane rovesciate ed ema­navano la loro luce diffusa verso il soffitto. Cento poltroncine rosse, acquistate per iniziativa del pre­side Nanni, per richiamare il colore della tappezzeria, ne completavano l'arredamento.

L'Aula Magna ospitava numerose conferenze ed incontri culturali, occasioni per riunire anche il resto della popolazione vastese. I concerti e i cori abruzzesi, ma anche le iniziative culturali volute dal Comune trovavano nell'Istituto lo spazio più adatto, rendendolo così luogo di acculturazione per eccellenza, anche al di fuori dello stretto ambito scolastico: un insieme di menti artistiche e culturalmente vivaci operavano attorno all'Istituto.

In un altro passaggio La Rag. Consiglia D’Adamo ricorda i problemi creati dalla frana di Vasto.
Il 6 febbraio 1956 è il suo primo giorno di impiego presso l'Istituto:
“C'era molta neve, un mezzo metro di neve e la signorina Miscione, applicata di segreteria, mi accolse dicendomi che era di buon augurio. L'edificio occupava ancora la vecchia sede della Sottoprefettura, vicino la Chiesa di S. Antonio, dove avevo studiato e fu per me un'emozione indescrivi­bile ritrovarvi il preside Nanni ancora in carica e due dei miei professori”.

Proprio in quel periodo però ebbe inizio l'odissea della frana: “Non ci furono crolli improvvisi e repentini, la frana avanzava progressivamente, lasciando il tempo di evacuare poco per volta le parti dell'edifìcio che venivano danneggiate. Così i materiali e i sussidi scolastici, prontamente messi in salvo, non subirono danni.

Quello fu il periodo più triste per l'Istituto, smembrato nelle sue strutture. Si stava sempre col saccone sulle spalle, per via dei continui, incessanti trasferimenti all'interno dell'edificio della documentazione dell'archivio e del materiale della segreteria.

Per alcuni anni gli uffici della segreteria non furono trasferiti insieme alle aule e alla presidenza ma continuarono ad occupare i vecchi locali, in attesa di trovare una sistemazione adatta e di risolvere il delicato problema del trasloco del materia­le d'archivio.

La sede scolastica rimase vacante e provvisoria per quasi trent'anni fino alla inaugurazione nell'83 dell'attuale edificio.
Nel frattempo, non potendo disporre di locali adatti ad accogliere tutte le strutture della scuola, questa fu ospitata in vari edifici, di proprietà di privati: una porzione di aule nella casa di Genova Rulli in via Anelli; un'altra nel palazzo Spataro in via Santa Maria; altre aule in via Naumachia.Ed anche in corso Mazzini ad un Palazzo di Di Fonzo.
CONSIGLIA “Gli uffici della segreteria si trasferirono nel palazzo Di Fonzo solo nell'anno scolastico 1972-'73, ma restava ancora da risolvere il problema della biblioteca e non poche difficoltà venivano dalla mancanza della palestra, dopo la distruzione di quella dell'antica sede, grande ed attrezzata, l'unica palestra nella cittadina vastese”.
Per ospitare la biblioteca, la Provincia dovette affittare due locali a piano terra di proprietà della ditta Molino, ove fu collocato anche altro materiale scolastico, tra cui i banchi per il disegno usati dai geometri.
Trattandosi di una rimessa con una pavimentazione non idonea, alcuni libri si rovinarono per via dell'umidità, ma con una iniziativa spontanea il prof. Lalli, insieme a due figli dedicava le sue domeniche a ripulire i volumi con l'alcool, e quindi si evitarono gravi danni”.

Infine Consiglia D’Adamo parla del suo lavoro di segretaria

“Per fare bene il mio lavoro non potevo badare all'orario, specie nei tempi forti delle iscrizioni e delle nomine dei professori all'inizio dell'anno scolastico. Se era necessario rimanevo fino a tardi, anche oltre l'orario di lavoro, altrimenti non stavo tranquilla pensando: "Quella pratica non è finita!". Per me non si trattava semplicemente di un impiego statale, quel lavoro era diventato la mia vita!”

Quindi infine un omaggio a lei e a quanti con il loro impegno hanno fatto grande il Palizzi di Vasto in questi 100 anni.

a cura di Nicola D'Adamo


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