venerdì 11 marzo 2022

Celenza sul Trigno - caserma dei Carabinieri, un rapporto d’amore di oltre due secoli

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Celenza sul Trigno -  caserma dei Carabinieri, un rapporto d’amore di oltre due secoli
Patria di due eroi dei RR.CC. Edem Rubin e Preta Sebastiano, caduti nelle lotte anti brigantaggio

di Antonio Cieri

La sede della pretura-mandamento viene istituita in questo paese nel lontano 1811, come da decreto di Giovacchino Napoleone del 22 agosto del detto anno, in cui furono fondati i

circondari giudiziari nell'ex reame delle due Sicilie. Di conseguenza viene istituita  la sede della gendarmeria-caserma dei RR.CC. prima e dopo dei Carabinieri. Seguono le carceri. Celenza gode di un territorio strategico ritenuto prestante alla guida del circondario parte abruzzese e parte molisano. All'interno idem per Castiglione M.M. Comunque l’istituzione devesi alla abilità di Giuseppe De Lippis (sindaco 1810-1811),  legale, negoziante, regio giudice a Termoli.

Edem Rubin, nato nel 1778 ad Augel, Cantone dei Crentoni, Dipartimento di Lione, figlio del maggiore dell’esercito napoleonico Paolo Rubin e di Anna Merlè, arriva come giovane gendarme nella locale sede della istituita gendarmeria.

Edem si innamora della giovane Albina Vespasiano di Sabatino e Maria Felice. Ottenuto il consenso dei genitori in data 9 luglio 1811 e del generale Gentile del 31 luglio, sposa qui a Celenza la sua Albina il 5 luglio 1812. Il 9 marzo 1813 nasce la figlia Anna Maria Rubin. La famiglia rimane a Celenza e lui, francese (di fiducia della corte regia di Napoli), viene inviato in servizio nella gendarmeria di Castiglione M.M.

A seguito di ricerche personali a primavera del 2022, con l'aiuto dell'amico Maurizio Donatone, originario di Celenza per parte della madre Pistilli, e nel leggere due atti di morte, entrambi del 21 agosto 1813 si apprende che il gendarme ausiliario Salvatore D'Ugo di anni 45, domiciliato a Vasto (coniugato con Teresa Rocco) e il gendarme reale Adamo (Edem) Rubin, di anni 33, domiciliato a Castiglione M.M., coniugato con Albina Vespasiano del comune di Celenza sul Trigno, con una figlia minore di mesi quattro di nome Anna Maria, erano deceduti entrambi in territorio di Castelguidone, alla stessa ora, alle  quattro di notte del 20 agosto 1813, così attestato dai testi Innocenzo Paolo di 26 anni e Domenico Lucente di 32 anni, avanti il sindaco Arcangelo Meo, che ha redatto e sottoscritto l'atto, dopo aver verificato personalmente con gli altri il decesso dei due gendarmi.

Vi fu senz'altro un conflitto a fuoco, una imboscata; anche in quel periodo vi erano briganti che lottavano contro il regime di Gioacchino Murat che, in precedenza, aveva fatto reprimere con forza una rivolta in Abruzzo.

Intanto Albina, vedova Rubin, cresce la figlia di quattro mesi, Anna Maria, che andrà in sposa a Domenticantonio Cieri il 19 febbraio 1835 avanti il sindaco Salvatore Silla (senior) e testimoni. 

Domenicantonio e Anna Maria Rubin avranno cinque figli: Maria Concetta, sposata Sallustio e trasferita a Roccavivara; Sabatino (1842-1917), sposato con Anna Maria Aquilano, emigrati in Argentina; Maria Addolorata, sposata con Domenico Felice M; Paolo (Paulicire, 1850-1939, mio bisnonno) sposato con Maria Concetta Felice, già assessore municipale dal 1900 al 1902 con il sindaco Gennaro Quinzii.

Sebastiano Preta (23.02.1850  ̶  03.06.1891) di Domenicangelo e di Matilde Cornacchione, eroico Brigadiere dei CC.RR, comandante la stazione a Latera (VT), caduto nella lotta al brigantaggio a Gradoli, sepolto a Valentano. Nella piazza di Latera vi è un suo busto, monumento marmoreo, a Valentano(VT) una tomba monumentale, all'esterno della propria abitazione in Via Marconi a Celenza sul Trigno una  pietra  marmorea; così una pietra marmorea  all'esterno della Caserma dei Carabinieri (a lui titolata) nel centro storico di Viterbo; così nella vicina Città di Vasto una targa in una nuova  Via a lui titolata.

Nel giugno del 1991 i tre Comuni Celenza, Latera, Valentano organizzano insieme il centenario della morte con grandi manifestazioni popolari. Diversi scritti e libri in sua memoria, ne tramandano la sua figura eroica. Basti ricordare che in parlamento il Re Umberto, in occasione per la raccolta dei fondi per la realizzazione del monumento a Latera, offrendo la quota di 300 lire, additandone come esempio, pronuncia la famosa frase: «Degli eroi come Preta io mi ricordo sempre.»

Per quanto risulta, a fine 1800 la sede della caserma era in Via Vittorio Emanuele, attuale Cortile Silla, centro storico cittadino, in Corso Umberto I, attuale immobile di Antenucci-Aquilano, in Largo Sebastiano Preta, ex immobile Mario Cieri, Casa del Giovane in Piazza del Popolo, fine anni 80, messa a disposizione dal Vescovo Antonio Valentini e dal parroco don Nicola Gentile, attualmente in Viale Remo Cieri dai primi anni del 1980.

Tutte le amministrazioni comunali dal 1811 ad oggi hanno mantenuto questo prezioso patrimonio della Benemerita Arma dei Carabinieri a servizio delle collettività del circondario, garantendo sicurezza e fiducia nella giustizia, a disposizione del  carcere e della pretura presso l'ex convento di San Donato, ora RSA. Pretura abolita a fine anni '60, tornata in attività se pur aggregata a quella di Castiglione, funzionante nei primi anni '80 per interessamento del sindaco Remo Cieri.

Chiusura in aria? Tentare del tutto per non perdere la Caserma, in caso di indisponibilità di un immobile privato, utilizzare qualche edificio comunale non più o non completamente in uso, ma con rischio di completo abbandono. Non tentare potrebbe essere vista come resa incondizionata dopo 211 anni.

La Benemerita Arma dei Carabinieri,  Celenza ed il circondario rimarrebbero orfani di questa primaria Istituzione.

Celenza sul Trigno, 11 marzo 2022

ANTONIO CIERI




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