martedì 24 novembre 2020

Dal taccuino di Angelo Del Moro: CHE TRISTEZZA, UN NATALE CON IL VIRUS CINESE CI ROVINERÀ IL GIORNO PIÙ BELLO DELL'ANNO

CHE TRISTEZZA, UN NATALE CON IL VIRUS CINESE CI ROVINERÀ IL GIORNO PIÙ BELLO DELL'ANNO

di Angelo Del Moro

Che Natale sarà con la mente offuscata dalla paura e con l'animo in sussulto per le costrizioni cui siamo soggetti ?

Il capo del governo dice che non dobbiamo disperare, che dobbiamo pensare al prossimo Natale come a un "momento di spiritualità" tutto nostro, senza la solita commistione di parenti e amici intorno. Soltanto " io, mammeta e tu", come dice una vecchia canzone di Domenico Modugno.

Ma lorsignori, il premier Conte e i suoi ministri sapranno vivere anch'essi il prossimo Natale nel grigio modo che viene imposto a noi poveri cristi ? Hanno pensato a come sarà il prossimo Natale per le famiglie dei 18 pescatori di Mazara del Vallo arrestati due mesi fa dai libici e ancora detenuti in una caserma di Bengasi? E il Natale dei lavoratori in cassa integrazione, quello dei piccoli imprenditori che sono costretti ad abbassare le saracinesche dei loro negozi e delle officine, a serrare le porte di alberghi e ristoranti, come sarà?

C'è un aria di infinita malinconia. Niente più luci e niente più giostre. Le strade e le piazze d'ogni borgo sono rimaste senz'anima.

I soli che riescono a trovare la forza di sbuffare sono i comignoli delle case, nelle sere d'autunno. Più buie del solito. Non si ode nemmeno lontanamente un canto che somigli in qualche modo al classico "Tu scendi dalle stelle". Ma allora, che Natale sarà se mancheranno i bambini gioiosi che saltellano sul sagrato della chiesa, se nei bar non ci saranno più i tradizionali dolci natalizi, se i volti delle poche persone ancora in libertà mostrano i segni della disperazione economica e psicologica, se in molte case mancherà la voglia di fare persino il presepio o di " piantare" un albero di plastica, se per via del "distanziamento" non sì potrà andare alla messa dì mezzanotte, e se questo maledetto virus che ci sta soffocando ci obbliga a rinunciare alla festa più bella dell'anno?

Che Natale sarà senza le zampogne dei pastori abruzzesi che scendono a valle, senza le botteghe che espongono i pupi da presepio, senza il calore di una stretta di mano ?

No questo che verrà non è il nostro Natale. E' un'altra cosa!

Vasto, 21 novembre 2020.


Nessun commento:

Posta un commento