N. Anelli Annina Cilli (Archivio Lino Spadaccini) |
Nella sua "Storia di Vasto", pubblicato a Napoli nel
1841, il medico e storico Luigi Marchesani, oltre a descrivere la città, i suoi
personaggi e le tappe fondamentali della sua storia, dedica alcuni paragrafi ai
cittadini vastesi, evidenziandone le qualità morali, il temperamento,
costituzione e fattezze.
Ma leggiamo direttamente dal Marchesani
come sono i vastesi:
"Contegnoso
è il Vastese dell'un sesso e dell'altro: ei sembra lo Spagnolo del regno; tale
lo dimostrano i modi di riverire ristretti ad un addio, ad un leggero inchino,
ad un mezzo scappellarsi, i quali di poco ingrandisce quando gli ossequi ad
alto personaggio tributa: tale altresì lo dimostra la non molta fortuna che
nella capitale, ove vuolsi assai di umiliazione, ei si procaccia, quantunque
quivi i Vastesi in ogni mestiere e professione rifulgano. Nella volgar gente il
contegno confina con l'alterigia, e se quella piegasi, gli è ciò per motivo di
dipendenza e clientela; non per tanto manca di rispetto: nel cuor di lei
alligna anche un tantino di fierezza, la quale talvolta, come nel 1799, in
ferocia si converte. Il Vastese mal soffre la prepotenza ed è geloso della
parità, che dalla legge procede: sulle prime dissimula le conculcazioni, indi
ne mormora, ed al presentarsi della opportunità piega con violenti atti il
covato rancore; rammento all'uopo il tumulto del 1820: da tal carattere
emergono scissure, di cui una per le preminenze chiesastiche fu durevolissima.
Non amò servire altro signore che il Re… specialmente dalle ribellioni del
1346, del 1493, e da altre anteriori a queste, venuta a mia cognizione non à
guari di tempo, nella quale i Vastesi con le armi alla mano insursero contro
Russo de Soliaco, e 'l possesso della di terra di Vasto concessagli da Carlo II
gli negarono; della quale insurrezione Re Roberto diede amnistia nel dì 25
Gennaro 1308. La urbanità verso dei forestieri è inconsideratamente eccessiva.
Può dirsi ignotissimo il suicidio specialmente per amorosa fiamma, la quale non
fa impazzire il Vastese. I legati pii numerosissimi, che notati troviamo nei
testamenti e nei registri delle chiese, sono irrefragabile prova del religioso
spirito Vastese".
Nel secondo paragrafo del Capitolo IX,
il Marchesani si sofferma, sul temperamento, costituzione e fattezze del
vastese, che propende per la "corpulenza",
a causa dello scarso esercizio fisico, dell'umidità, ma anche dell'uso
frequente di pesce e olio:
"Primeggia il sanguigno temperamento con cui la robustezza gareggia.
Regolarissime sono le fattezze e quasi verticale il fronte. Vedonsi i maschi
del signoril ceto tanto frequentemente belli, quanto nell'inferior classe le
forosette: eglino generalmente presentansi alti della statura, laddove gli
uomini della campagna sono per lo più bassi talché nelle leve di milizia ben
difficilmente quei primi se ne esentano per ragione di statura.
Propendono
i galantuomini alla corpulenza, di che le cagioni io ripongo nel poco esercizio
fisico, nel continuo usar pesce ed olio, e nella spesseggiante umidità del
cielo".
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