giovedì 31 ottobre 2024

Uno spirito va in sogno ad un contadino di S. Lorenzo e gli indica dov'e' il suo scheletro


Halloween non c'entra nulla. Casualmente questo articolo è giunto in redazione in questo periodo e narra la storia vera di un contadino di contrada San Salvatore  a Vasto (oggi Villa De Nardis) al quale va in sogno uno spirito che gli indica esattamente dov'è sepolto il suo scheletro. Il fatto avvenne un trentina di anni fa e GIUSEPPE CATANIA pubblicò l'articolo che qui riproponiamo per i nostri lettori.

VASTO — Camillo  Cicchitti indica il punto esatto
in cui ha rinvenuto  la tomba contenente lo scheletro.
Il convento di San Salvatore, da cui la località
ha preso denominazione, è esistito intorno al 900
e si ha notizia fino al 1047, come riferisce
 l'Abate Domenico Romanelli nelle Scoverte Frentane.
Ai confini tra la storia e la fantasia. L'episodio di Camillo Cicchitti da San Salvatore. Nel punto indicato dallo «spirito» sono state rinvenute veramente delle ossa umane in perfetto stato di conservazione 

 di GIUSEPPE CATANIA

Ogni tanto accade che i contadini dell'agro di Vasto, nell'eseguire i lavori di campagna, scoprano casualmente antiche tombe, molte delle quali appartenenti a necropoli romane, stando anche al rinvenimento di monete auree di quell'epoca. Vasto, infatti, ha origini pre-romane e l'abbondante materiale archeologico custodito nel Museo Civico prova questa affermazione.
Ma l'episodio vissuto da contadino Camillo Cicchitti, un uomo di mezza età, duro alle fatiche campestri, ha del sensazionale. Egli, da qualche, tempo, è andato ad abitare in una masseria in località San Salvatore n. 29  (oggi Villa De Nardis). In questi giorni era
intento a curare la piantagione di un carciofeto. L'altra notte gli appariva in sogno una figura che lo avvertiva di fare attenzione, nello scavare, a non distruggere la tomba esistente nell'orto e badare alle ossa contenute.

Camillo Cicchitti, però, non è tipo che si lascia impressionare e non ha dato alcun significato alla visione, né tantomeno ascoltava la preghiera del misterioso protagonista di quel sogno. Perciò continuava nel suo lavoro. La notte seguente, la figura, questa volta più distinta, gli indicava il punto esatto in cui doveva scavare per trovare lo scheletro di cui doveva aver cura di far conservare. Questa volta, il contadino, alzatosi di buon'ora, dava di mano alla zappa e iniziava a scavare nel punto indicato, tanto per tranquillizzare se stesso, ma anche perché gli era nato un sospetto che, chissà, poteva trattarsi di qualche piccolo tesoro, come talvolta accade ai protagonisti dei romanzi di avventura. Dopo aver, dunque, dissodato alcune zolle di terreno, ecco apparire un teschio. Lo sbalordimento di Camillo è stato più che comprensibile. Man mano che scavava, emergeva tutto intero lo scheletro di un corpo umano. Di tesori, però, niente; nemmeno l'ombra! La notizia del rinvenimento ha destato, così come è avvenuta, la curiosità, giungendo a Vasto ed interessando le autorità per la rimozione. Anche per stabilire l'epoca in cui risale il seppellimento di quelle ossa.

Le ipotesi sono diverse. 
C'è chi dice che nella zona, in epoca romana, si sia svolta una battaglia e che i caduti siano stati sepolti sul luogo stesso, tanto da formare una necropoli. Storie di briganti che assalivano i contadini sono rivissute nei racconti dei più anziani. Intanto, dalla conformazione del cranio e della dentatura, oltre che della formazione del bacino e degli arti inferiori, si è potuto stabilire che lo scheletro rinvenuto fosse appartenuto al corpo di una donna. Questo particolare è importantissimo per metterlo a confronto con l'esistenza nel luogo dell'antichissimo oratorio di San Salvatore in Linari , da cui la località ha preso la denominazione. Infatti, scrive l'abate Domenico Romanelli (Scoverte Frentane, tomo I, Napoli MDCCCV) che: “Si ha notizia della Chiesa di San Salvatore in una carta di donazione riferita da Pollidoro e scritta da1 Giovanni Petronace. In essa si legge che a XXVII maggio dell'anno DCCCXXXXII costituitp Pandolfo, figlio di Gualdisio, nell'atrio della chiesa di San Salvatore, nel Guasto di Aymone, terra del comitato teatino, agitato dal timor di Dio, e per remissione dei suoi peccati, dei suoi consanguinei e parenti, donasse a1 Monastero di S. Benedetto di Termoli, la Chiesa di S. Vito Mare... La Chiesa di San Salvatore non resse lungamente nel Vasto, giacché nel 1047 non venne affatto nominata nella descrizione che ne fece l'Imperatore Enrico III”.

Può darsi che quelle ossa siano di qualche suora o famiglia di quell'oratorio.Era uso allora sotterrare i morti nel  chiostro dei conventi in perfetta umiltà, avvolti soltanto in un lenzuolo. Attorno alla fossa, infatti, non è stato rinvenuto alcun monile o un oggetto qualsiasi che servisse a riferirne l'epoca.

Lo scheletro, ancora in perfetto stato di conservazione, grazie alla natura del terreno costituito da arenaria, è ora lì. Fa parlare di sé, sia pure a distanza di tanti secoli ed in modo così inaspettato, e costituisce la curiosità di molti. Certo è che Camillo Cicchitti, d'ora in poi, continuerà a zappare la sua terra più profondamente e con accortezza, badando soprattutto di fare attenzione ai sogni: non si sa mai...
GIUSEPPE CATANIA

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