di
Lino Spadaccini
Uno
dei simboli per eccellenza del golfo lunato vastese è rappresentato dal
pontile: un lungo braccio proteso verso il mare, da cui è possibile osservare
tutta la costa e la splendida sagoma della nostra città adagiata sulla collina.
Se
oggi il pontile ha una funzione puramente estetica per permettere la
passeggiata sopra il mare, anticamente aveva essenzialmente una funzione di
servizio per le imbarcazioni da pesca. Francesco
Ciccarone, nei suoi Ricordi, annotava che in località Trave era presente un lungo pontile di legno che si protraeva verso il mare, fino a giungere alle navi ancorata al largo, attraverso la quale era possibile effettuare le operazioni di scarico e carico delle merci.
Ciccarone, nei suoi Ricordi, annotava che in località Trave era presente un lungo pontile di legno che si protraeva verso il mare, fino a giungere alle navi ancorata al largo, attraverso la quale era possibile effettuare le operazioni di scarico e carico delle merci.
Così,
nei primi anni ’50, per agevolare l’attività ittica, venne costruito il mercato
del pesce, successivamente collegato con il pontile, costruito dall’Impresa
Gagliardi & Chiodoni, per le operazioni dello scarico del pescato
direttamente dai pescherecci.
Ma con l’avvento della motorizzazione, le vele
sono pian piano scomparse ed il pontile è diventato attrattiva turistica e uno
dei simboli della nostra spiaggia.
Il
vecchio pontile, ormai fatiscente e pericoloso, soggetto alla pesante
corrosione marina, venne abbattuto tra il ’96-’97, durante l’Amministrazione
Tagliente, e sostituito da quello attuale (giugno 1998), realizzato su progetto
dell’ing. Massimo Vitellozzi, per un costo totale di 850 milioni di vecchie
lire.
Il
pontile è lungo 64 metri e largo due metri e mezzo. Sulla comoda e ampia
piattaforma è d’obbligo una breve sosta per godere al meglio della visuale su
Vasto e respirare l’aria fresca e profumata che sale dal mare.
Una
pratica ancora oggi in uso, anche se molto pericolosa, e che sconsigliamo di
effettuare, è quella dei tuffi: sono molti i giovani che scavalcano la
ringhiera di protezione per compiere i tuffi, a volte anche spericolati.
Il pontile di Vasto Marina ha felicemente
ispirato Fernando D’annunzio, apprezzato poeta vastese, nella poesia dal titolo
“Da sopr’ a la bbanghéine”:
M’acchiâppe ‘na vulè’ cirti matèine,
canda lu muäre è bbelle, calm’ e cchiäre,
da jìrm’ a ffacciä’ sopr’ a la bbanghèine,
pi’ jì ‘ huardä’ Lu Uâšte da lu muäre.
E ttinghe ‘mmènde a chilu puanuruäme
che s’arimmèire e jé ‘na maravèjje:
lu Pualâzze, lu Mure di li Läme,
la bbella torre di Sanda Marèje...
Aàžže l’ùcchie e sopr’ a ‘ssa culluèine,
mentre lu suàule ti šta ‘llumuné,
mi päre da vidàrte ‘n cartulluèine...
Canda pù rèsse bbelle Uašte mè’!
canda lu muäre è bbelle, calm’ e cchiäre,
da jìrm’ a ffacciä’ sopr’ a la bbanghèine,
pi’ jì ‘ huardä’ Lu Uâšte da lu muäre.
E ttinghe ‘mmènde a chilu puanuruäme
che s’arimmèire e jé ‘na maravèjje:
lu Pualâzze, lu Mure di li Läme,
la bbella torre di Sanda Marèje...
Aàžže l’ùcchie e sopr’ a ‘ssa culluèine,
mentre lu suàule ti šta ‘llumuné,
mi päre da vidàrte ‘n cartulluèine...
Canda pù rèsse bbelle Uašte mè’!
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