A
quasi un anno di distanza dalla ricorrenza del centenario dalla nascita, è
stata inaugurata ieri la mostra omaggio al
grande pittore vastese Vincenzo Canci.
La
massiccia presenza di pubblico, che ha riempito ogni angolo dalla Sala della
Pinacoteca di Palazzo d’Avalos, è la dimostrazione dell’amore e della stima
verso questo grande pittore che
ha immortalato, soprattutto nell’ultimo periodo
artistico, stupendi scorsi della nostra città.
Promosso
dall’Associazione Amici di Vincenzo Canci e dal Comune di Vasto, oltre alla
mostra, per l’occasione è stato pubblicato un ricco ed elegante catalogo per la
Meta Edizioni, che ha l’intento di disegnare un ritratto a tutto tondo dell’artista
e che ne preservi tutta la complessità.
Dopo
i saluti dell’Assessore Anna Suriani, ed i ringraziamenti di Gianfranco
Smargiassi, nipote dell’artista e organizzatore della mostra, sono seguiti un breve
ricordo dell’amico Pino Jubatti e di Mario Pachioli, suo allievo presso
l’Istituto d’Arte di Vasto. Lo scultore vastese ha raccontato alcuni aneddoti
del Maestro, in particolare di quando Canci faceva anche divertire i suoi allievi
parlando di cucina, ma i ricordi più belli sono i suoi preziosi insegnamenti e
la passione con cui ha saputo trasmettere quei valori importanti, che lo hanno
forgiato e arricchito nell’arte del disegno.
A
Bianca Campli, storica dell’arte e docente, il compito di ricostruire la figura
e l’arte di Vincenzo Canci, un artista da non rilegare al semplice panorama
locale o provinciale, ma da restituire e ricollocare all’interno del panorama
artistico nazionale. La Campli ha approfondito e messo a confronto l’opera del
pittore vastese con i fermenti culturali e le correnti artistiche che hanno
animato il panorama culturale italiano, soprattutto a Roma e Milano, città in
cui Canci ha soggiornato a più riprese.
Divisa
in quattro sezioni che vanno dal paesaggio alla natura morta, dalla pittura di
genere al ritratto, la mostra ci offre non un artista che ha dipinto
semplicemente dei bei scorci della nostra città, ma ci restituisce un vero
pittore, che spazia dalla pittura ad olio all’acquerello, attraverso varie
tecniche, che non dipinge a caso, ma segue delle linee ben precise affiancate
ad un cromatismo attento e ben studiato, offrendo numerosi spunti di
riflessione per chi si avvicina alle sue opere.
La
mostra rimarrà aperta fino al 30 settembre con i seguenti orari:
dal
20 luglio al 31 agosto
10,30-12,30
e 18,00-24,00
dal
01 al 30 settembre
10,30-12,30
e 18,00-22,00
Lino
Spadaccini
La medaglia ricorda realizzata da Mario Pachioli |
La giornalista RAI Maria Rosaria la Morgia, al centro. Ai lati Bianca Campli e Pino Jubatti. |
L'assessore Suriani |
Gianfranco Smargiassi, nipote di Canci (sua madre sorella del pittore), organizzatore della mostra |
Mario Pachioli, noto scultore a Firenze, allievo di Canci |
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