Ivo Menna pone seri interrogativi: Non potrebbe il Comune di Vasto interpellare le Poste e trattare per ricercare soluzioni affinche’ l’immobile sia nella disponibilità del governo cittadino e destinarlo anche a nuove residenze con accordi con ipotetici beneficiari inquilini? Non potrebbe essere un esempio di nuova residenza urbana far seguire ad esso processi nuovi di residenze nel centro storico ricco di immobili privati vuoti? L’ufficio urbanistico di Vasto che possiede professionalità e esperienze non potrebbe occuparsi di questa denuncia nostra per avviare una nuova strada in campo urbanistico?
Riceviamo e pubblichiamo
Esiste una parte di
patrimonio pubblico immobiliare in questa città di valore inestimabile ma che
sembra non interessare a nessuno. Eppure da anni tutti i governi, anche quelli
locali, per fare cassa alienavano questa ricchezza immobiliare alla
speculazione privata. Per stimolare una discussione e affrontare la questione,
in gennaio 2012 ho denunciato le condizioni di abbandono, di degrado e di
insicurezza di un edificio pubblico di
proprietà delle Poste italiane situato nel cuore del centro storico, in via
XXIV maggio. Sede fino a qualche anno fa del
Consultorio A.S.L. nonché degli
uffici comunali del Commercio e Turismo, con il suo carico di insicurezza,
stante il degrado degli infissi in legno che minacciano a ogni alterazione
climatica di cattivo tempo di rovinare addosso a qualche malcapitato; e cosa
grave ancora, per la presenza di manufatti di cemento amianto vietati dalla
legge 257/92 che non vengono rimossi minacciando per il loro degrado e
polverizzazione di essere inalati potendo provocare danni seri ai cittadini
malcapitati. Accertare immediatamente la proprietà dello stabile sembrerebbe
cosa ovvia, ma a quanto pare nessuna preoccupazione stimola l’interesse per
questo bene immobiliare pubblico, vuoi per il risanamento, vuoi per la sua
destinazione di uso. Da anni si ripete il ritornello che l’abitazione è un
bisogno primario poco soddisfatto, e che una politica della casa lontana dagli
appetiti degli speculatori debba essere un obiettivo della pubblica
amministrazione e che i piani regolatori debbono invertire la logica prevalsa
fin qui del consumo di suolo e della espansione, ma andare al recupero
dell’esistente per incrementare flussi di nuovi lavori nel settore edile. Non
potrebbe il Comune di Vasto interpellare le Poste e trattare per ricercare
soluzioni affinche’ l’immobile sia nella disponibilità del governo cittadino e
destinarlo anche a nuove residenze con accordi con ipotetici beneficiari
inquilini? Non potrebbe essere un esempio di nuova residenza umana far seguire
ad esso processi nuovi di residenze nel centro storico ricco di immobili
privati vuoti? L’ufficio urbanistico di Vasto che possiede professionalità e
esperienze non potrebbe occuparsi di questa denuncia nostra per avviare una
nuova strada in campo urbanistico? Recupero, manutenzione, riconversione
energetica sono i nuovi paradigmi di una politica della casa svincolata dalla
speculazione edilizia e dal saccheggio che in questi anni la città ha dovuto
subire per le scelte dissennate di ceti dirigenti allegri e clientelari.
Vasto 14 maggio
2012 Ivo Menna Ambientalista storico
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