mercoledì 22 settembre 2010

VALTER MARINUCCI RICORDA IL CARDINALE FAGIOLO


In occasione del decennale della morte di Mons. Vincenzo Fagiolo, abbiamo incontrato per una breve chiacchierata Valter Marinucci, Presidente dell’Associazione “Amici del Toson d’Oro”, ma anche Accolito, Maestro di Cerimonia in S. Maria Maggiore di Vasto e per tanti anni cerimoniere di Mons. Fagiolo. Molti ricorderanno Valter in ogni cerimonia e in tante altre occasione sempre al fianco del Vescovo, per un legame che possiamo definire davvero forte.
“I ricordi di Sua Eminenza sono davvero tanti”, ha esordito Valter Marinucci, con un pizzico di commozione, “Lui mi voleva in Seminario, poi nel 1980 ha voluto che ricevessi il ministero dell’accolitato e il ministero straordinario dell’eucarestia, con dispensa speciale, in quanto avevo solo 16 anni mentre per ricevere questi Ministeri della Chiesa, ci volevano 21 anni. Quindi, sono diventato suo cerimoniere a Vasto e in altre zone della diocesi vastese, ed anche in incontri e pranzi ufficiali con i politici”.
Tra di voi c’era un feeling speciale…
“Mi ha sempre voluto bene. È stato varie volte a casa mia a pranzo o solo per prendere un tè. Il giorno del mio 18° compleanno è venuto a sorpresa a casa mia per farmi gli auguri di persona e poi è tornato il giorno dopo per un invito a pranzo che gli avevo fatto. Quando morì la mamma non potevo mancare alla liturgia funebre e partii per la cittadina di Segni. Dopo aver reso omaggio alla defunta mi recai in chiesa per prepararmi alla cerimonia e lì ho avuto un primo incontro sia con un cerimoniere pontificio, ma anche con l’on. Giulio Andreotti, amico d’infanzia di Mons. Fagiolo”.
Molti ricordano Mons. Fagiolo per la sua presenza sempre solenne e composta, tu come lo definiresti?
“Era un principe non solo della Chiesa, in quanto è diventato Cardinale, ma anche nel suo modo di fare e con una umanità favolosa. Amato dal popolo, aveva per tutti una parola o un saluto con un fare paterno. Quando trovava tempo tra una cerimonia e l’appuntamento successivo allora andava a trovare qualche sacerdote e più di una volta a sorpresa, le suore della Casa di riposo di S. Onofrio scoprivano per caso che il Vescovo era lì ad intrattenersi con gli ospiti della Casa”.
Raccontaci qualche episodio che ti ha particolarmente colpito durante gli anni al fianco di Mons. Fagiolo?
“Episodi importanti ce ne sono tanti: dalla Consacrazione della chiesa dei Salesiani alle solenni Liturgie vastesi per S. Michele e la Sacra Spina. Ma ci sono anche ricordi più familiari, i discorsi che si facevano in auto mentre si andava per le varie parrocchie per qualche celebrazione e la piena fiducia che aveva nei miei confronti. Ricordo che, già non più Vescovo di Vasto ma Cardinale a Roma, venne al Santuario dei Miracoli per una Messa Solenne, sapendo che sarei stato io a far da cerimoniere, ma ero in ritardo di pochi minuti, aspettò il mio arrivo per iniziare.
Anche da Cardinale andai a trovarlo più volte nella sua residenza a Roma”.
Con Mons. Fagiolo siete andati anche in Rai per una trasmissione, raccontaci quell’esperienza?
“Un ricordo bellissimo durante la sua Presidenza alla Caritas Italiana. Eravamo nel lontano 1982 e mi annunciava che dovevo andare a Roma alla RAI per registrare con lui due puntate del programma “Le Ragioni della Speranza”. In quei tempi andare in televisione era un privilegio, oggi forse il contrario. È stata un’ emozione enorme trovarmi davanti al Cavallo Rai di via Teulada. Era il 17 febbraio, mio compito era leggere un brano del Vangelo e poi Sua Eccellenza dettava la riflessione spirituale. Non erano state fatte prove ed a un certo punto lui mi disse “Leggi tu caro Valter”. Sentirsi chiamare per nome, durante la trasmissione, è stata una gioia indescrivibile, considerate che non ero ancora diciottenne. Ricordo che il programma era allietato da inserti musicali eseguiti da alcuni elementi del bravissimo Coro delle Rondinelle di Vasto.
Conservo ancora un giornale con i programmi televisivi del tempo con la nostra foto durante il programma”.
Ringraziamo Valter Marinucci per aver aperto le porte ai suoi ricordi, che poi sono i ricordi di tutti noi, di un uomo straordinario che ci ha voluto bene e che ha saputo farsi voler bene.
Lino Spadaccini

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