giovedì 10 settembre 2020

Punta Penna: dalle ceneri rispunta un vecchio fontanile, perché non recuperarlo?

Un vecchio fontanile rispunta a Punta Penna

di ALESSANDRO CIANCI

Come purtroppo noto, il 30 agosto un vasto incendio ha interessato la Riserva di Punta Aderci, nella zona retrostante la spiaggia di Punta Penna. L’opera distruttrice del fuoco, che tanti danni ha provocato, ha tuttavia riportato alla luce quanto per decenni celato dalla ricca vegetazione. 

Così, sotto le ceneri della falesia arsa dal fuoco, a pochi passi dal piccolo stagno anch’esso andato distrutto, è riemerso un vecchio fontanile formato da un pozzo ed altri resti, probabilmente appartenenti ad una vasca che ne raccoglieva le acque. 

Non possediamo notizie certe, ma il pozzo si presenta ancora intatto ed incredibilmente ha anche acqua

dolce al suo interno. La muratura sembrerebbe risalire ad epoca recente, al ‘900, ma è probabile che la fonte già esistesse e che, in tempi più antichi, fosse utilizzata per abbeverare gli animali. Dai racconti degli abitanti del luogo, la fontana è stata in uso almeno fino agli anni 70/80. C’è chi ricorda l’abitudine di mettervi a rinfresco i cocomeri nelle giornate trascorse al mare o chi narra di aver visto dissetarsi una mucca. Più anticamente era probabilmente utilizzata come abbeveratoio per le greggi al pascolo, ma la vicenda meriterebbe di essere approfondita.  

A tal proposito si invitano tutti i cittadini a segnalare altre eventuali informazioni in merito alla storia di questo fontanile. 

È certo che sulla parte anteriore del pozzo è tornata alla luce anche una scritta in vernice rossa “pericolo” affiancata dall’immagine di un teschio, forse disegnata per scoraggiare l’uso della vasca da parte delle persone di passaggio.

Già nel 2010, durante i lavori di posa in opera della passerella retrodunale (andata completamente distrutta dall’incendio) ai quali avevo preso parte come volontario, con altri avevamo deciso di metterci sulle tracce della “fontana scomparsa”. Dopo diversi giorni di difficili ricerche tra i rovi, grazie alle indicazioni di un anziano, Alberto Saviello ed io eravamo riusciti ad individuare il pozzo. All’epoca conservava più di due metri di acqua sorgiva e riuscimmo a scorgere anche la citata scritta di pericolo che oggi riemerge più chiaramente. Nostro malgrado, in assenza di interventi, in pochi mesi la natura ricoprì il manufatto che rimase nuovamente celato fino all’incendio dello scorso agosto.

Il fontanile di Punta Penna non ha probabilmente particolare valore archeologico, o comunque non se paragonato alla fortezza federiciana o alle altre testimonianze storiche che conserva la Riserva di Punta Aderci, ma ha un grande importanza in termini di memoria delle nostre tradizioni. La tradizione viva anche nel dopoguerra di recarsi nei giorni di festa “alla montagna spaccata” per trascorrere una lunga giornata al mare, tutti insieme, nonni, figli, nipoti, la famiglia intera, allestendo gustosi ed abbondanti banchetti a base di prodotti locali. Ed anche la memoria della transumanza, delle greggi che si spingevano fino al mare nel loro lungo viaggio verso le Puglie.

Con la speranza di un giusto intervento per il ripristino della flora locale e per la valorizzazione dei siti archeologici della Riserva, propongo, all’interno di questi ben più importanti provvedimenti, di recuperare anche il vecchio fontanile. L’opera, sicuramente non molto costosa, potrebbe essere utilizzata anche come ulteriore fonte dello stagno che dista pochi metri e che andrà ripristinato per la sua indubbia valenza naturalistica.

A mio avviso, sarebbe auspicabile che il vecchio fontanile fosse oggetto di un vero e proprio studio che ne determinasse le origini con maggiore precisione, per poi essere ripristinato. La spiaggia di Punta Penna acquisterebbe un altro affascinate angolo, dove poter trovare acqua dolce utile allo stagno e piacevole da visitare per i tanti turisti che affollano la spiaggia.

Alessandro Cianci

Vasto, 08/09/2020.




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