giovedì 6 agosto 2020

53° PREMIO VASTO: la lunga storia del Premio in 150 foto delle varie edizioni

Venerdì 7 agosto, alle ore 19.00 inaugurazione del 53° Premio Vasto
L'edizione del 2020 è completamente dedicata alle opere d'arte acquisite nella lunga storia del Premio: una vasta e importante collezione di dipinti, sculture, fotografie e opere digitali che vanno dagli anni Sessanta agli anni Duemila.


di LINO SPADACCINI 

In attesa del vernissage della mostra Premio Vasto 2020. Opere dalla Collezione, in programma domani sera alle ore 19, nelle sale dei Musei Civici di Palazzo d'Avalos, vogliamo brevemente ripercorrere le principali tappe del Premio, che continua a rappresentare da oltre sessant’anni un punto di riferimento importante per l'arte contemporanea italiana.
150 FOTO  delle varie edizioni del premio >>>
Se le due grandi mostre organizzate nel 1950, dall'allora amministrazione comunale guidata dall'avv. Florindo Ritucci-Chinni, una dedicata ai fratelli Palizzi e l'altra formata da esponenti di spicco dell'arte contemporanea italiana, hanno segnato quasi un'anteprima del Premio, la nascita vera e propria risale al 1959, grazie al mecenatismo dell'industriale vastese Carlo Della Penna e dall'impegno della locale Azienda di Soggiorno e Turismo.

La prima edizione viene interamente dedicata al movimento artistico vastese del Novecento. "L'aver riunito per la prima volta i pittori vastesi contemporanei sparsi ai quattro angoli della terra", sottolinea Tito Spinelli nel piccolo catalogo della mostra, "rappresenta per noi giusta soddisfazione, perché si desidera dimostrare, al di fuori di illegittime presunzioni, e attraverso le opere degli artisti intervenuti, la continuazione di una tradizione che portò la nostra città, in passato, con la fioritura dei vari Palizzi, Smargiassi e Laccetti, al centro dell'interesse critico ed antologico".
La mostra antologica di pittori vastesi, operanti in Italia e all'estero, svolta dal 19 luglio al 16 agosto, nei locali dell'Asilo Infantile "Carlo Della Penna", tutti premiati ex-aequo con la "Tavolozza d'oro", vede la partecipazione di Vincenzo Canci, Carlo D'Aloisio da Vasto, Saverio Della Guardia, Michele Fiore, Nicola Galante, Filandro Lattanzio, Luigi Martella, Ennio Minerva, Franco Paolantonio e Lucia Perrozzi-Borghi.

Dalla seconda edizione, il Premio, comincia a cambiare fisionomia. Sono davvero tanti gli artisti partecipanti provenienti da tutta Italia, con al centro Vasto e il suo territorio. Infatti, i soggetti delle opere riguardano esclusivamente gli scorci della città con i suoi angoli più suggestivi, la natura ed il golfo lunato con l'azzurro mare e le paranze. Vincitore del primo premio è l'artista veneto Orazio Celeghin, con l'opera Marina di Vasto, al secondo posto Nino De Gennaro con Punta Penna ed al terzo posto Saverio Armenio con Angolo Piazza Gabriele Rossetti. Il 1° premio riservato agli artisti abruzzesi e molisani viene assegnato al vastese Filandro Lattanzio, autore dell'opera dal titolo Sul molo di Punta Penna, mentre il 1° premio riservato agli artisti vastesi va a Lucia Perrozzi-Borghi con la suggestiva opera Processione notturna.

Nell'edizione del 1962 il Premio cambia nuovamente fisionomia, diventando collettiva nazionale su invito o selezione, aperto ad artisti operanti in Italia. Trai nomi di spicco di quel periodo troviamo grandi esponenti della pittura italiana, quali Guttuso, Maccari, Sironi, Soffici, Mafai, Tamburi, Annigoni, Brindisi, Sughi, Sassu e Michele Cascella.

Il 1967 segna la fine del mecenatismo di Carlo Della Penna, che comunque rimarrà membro del Comitato. La manifestazione cambia ancora denominazione in Premio Vasto. A causa delle ridotte disponibilità finanziarie, le opere vincitrici delle varie categorie rimangono di proprietà degli autori, anziché essere acquisite dal Comitato e consegnate in custodia alla Pinacoteca Civica.
Tra le novità della nona edizione anche il cambio di location: la mostra si sposta a piazza Rossetti, al Palazzo delle Esposizioni, nelle aule del 1° Circolo Didattico.

Negli anni successivi il buon successo di critica e di pubblico, conferma la vitalità del Premio. "Il Premio Vasto di pittura figurativa", scrive il critico Giuseppe Rosato nel 1973, "ha toccato nella sua quindicesima edizione un traguardo lungamente inseguito, e per la verità già avvicinato negli ultimi anni. Un traguardo che è piuttosto un insieme di risultati: giacché sono caduti per un verso taluni equivoci, talune remore che avevano escluso la rassegna da una chiarezza di impostazione che oggi ha potuto annettersi, mentre per un altro verso si è evidenziata la legittimità di una fedeltà a un genere, la pittura figurativa, a cui va dando ragione il tempo, nel progressivo chiarificarsi dei ruoli, dei modi, degli obiettivi che l'esercizio pittorico debba arrogarsi pur quando si proponga di aderire alle problematiche più pressanti del presente e di rendersi interprete e compartecipe della vicenda della società e della condizione dell'uomo".

L'edizione del 1973, presenziata da Alberico Sala, viene divisa in tre sezioni: la prima con la partecipazione di artisti al di sotto dei trent'anni, che vede l'affermazione del ventiduenne bolognese Piero Manai, la seconda con la partecipazione di quindici maestri operanti nel territorio nazionale, ed infine, l'esposizione fuori concorso di tre grandi esponenti del figurativismo abruzzese, Antonio Di Fabrizio, Augusto Pelliccione e Luciano Primavera.

L'edizione del 1978 è l'ultima allestita nel Palazzo delle Esposizioni. Dopo una pausa di otto anni, il Premio torna con cadenza biennale, allestito presso le aule del nuovo Istituto Filippo Palizzi.
Dal 1991, quando si torna alla cadenza annuale, inizia una vera e propria ricognizione sul Novecento artistico italiano nel secondo dopoguerra, a partire Da Corrente al Realismo, passando Dall'Informale alla Nuova Figurazione fino a sondare e sviluppare l'iperrealismo ed il postmoderno. A curare le cinque edizioni, un'équipe di critici coordinata da Floriano De Santi.

Dal 2002 il Premio cambia ancora location, questa volta ad accogliere la mostra saranno le sale di Palazzo d'Avalos, ma soltanto fino al 2009, in quanto, dall'anno successivo, con la XLIII edizione, sede del Premio saranno le restaurate scuderie di Palazzo Aragona.
Dallo scorso anno, dopo la morte dell’indimenticato Avv. Roberto Bontempo, il Premio è tornato nuovamente a Palazzo d’Avalos.

Lino Spadaccini




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