venerdì 19 giugno 2020

Antonio Prospero: “Ecco come nel 1988 riuscimmo a portare AQUALAND a Vasto!”

Antonio Prospero
L’ex Sindaco della città  racconta la storia delle origini del parco acquatico,  voluto da Remo Gaspari e realizzato all’Incoronata con un finanziamento statale di circa 14 miliardi di lire.

Poco  abbiamo scritto in questi anni sulla storia di Aqualand, in particolare sulle sue origini.
Era il 1988, sindaco Antonio Prospero (DC), quando in consiglio comunale giunse la delibera per la realizzazione in località Incoronata del Parco Aqualand.  Nessuno sapeva di cosa si trattasse di preciso,  ma l’investimento era notevole e sollevò polveroni a non finire.  Comunque alla fine la delibera fu approvata. 
foto dal sito attuale Aqualand del Vasto
A novembre 1988 sul mio giornale “VastoNotizie” aprii con questo titolo a tutta pagina: “UN MEGAPARCO ACQUATICO DA 25 MILIARDI ALL’INCORONATA - Si chiamerà AQUALAND e occuperà una superficie di 11 ettari”, a cui faceva seguito il seguente sommario: “Il progetto approvato nell'ultimo consiglio comunale prevede una megastruttura del tempo libero sul modello di Acquafan di Riccione e di Gardaland. Sarà l'unico parco giochi del centro-meridione ad avere una così ampia estensione. 110.000 metri quadrati,   di cui 6.000 a
piscine, scivoli, giochi d'acqua, 17.000 ad edifici (tra cui un ristorante, un self service, una paninoteca, 3 bar e strutture varie), 46.000 a verde, 24.000 a parcheggi, 17.000 a lastricati. Avrà una capienza di 5.000 persone. Secondo i programmi dovrebbe essere pronto per fine '89. Il sindaco Prospero soddisfatto: "È una struttura che crea immagine a livello turistico”.


Nell’articolo a pag. 12 a firma della collega Paola Calvano veniva  specificato che “nei fabbricati ci saranno : “un ristorante (della capienza di 100 persone), un selfservice (per 200 persone), ed una paninoteca (per 300 persone). Nel progetto è prevista inoltre la costruzione di 3 bar, di un pronto soccorso, una boutique, uno spogliatoio”. E viene spiegato che: “Per quanto attiene l'attrazione vera e propria ossia l'acqua, il fantastico progetto, del quale a palazzo di città sono già a disposizione le piantine,  prevede 6.000 metri quadrati da adibire a piscine a scale, a onde, degradanti, con megascivoli ed ogni serie di giochi d'acqua: moltissimi saranno gli effetti realizzati e prodotti con l'acqua. Oltre al divertimento il parco servirà anche alla salute: presso l'Aqualand infatti potrà essere praticata idroterapia e cure termali. La capienza del mega progetto il termine della costruzione del quale è prevista per fine ‘89 sarà di 5000 persone al massimo: con possibilità di soddisfare 3500 persone contemporaneamente”.

Per capire come fece il Comune di Vasto ad accaparrarsi un simile investimento abbiamo chiesto una testimonianza all’ ex sindaco Antonio Prospero, che in prima persona ha seguito l’iter della complessa realizzazione.

Prospero,  rileggendo i dati di questo articolo, ci sono da fare delle puntualizzazioni?
In effetti  l’investimento in corso d’opera fu ridotto a circa 14 miliardi perché dovemmo adeguarci alla legge alla legge 64/86 (Interventi Straordinari per il Mezzogiorno) e soprattutto perché il progetto non fu realizzato completamente, per esempio nell’articolo si parla di parla di “parco didattico” ed anche di strutture per idroterapia, per cure termali, mai realizzate.

Le cronache dell’epoca non raccontano nulla sulle origini di Aqualand, come  avete fatto a ottenere una simile struttura a Vasto?
“Erano altri tempi”, dice sorridente Prospero. “Un venerdì ricevetti una telefonata da Remo Gaspari che all’epoca era ministro per gli interventi straordinari per il Mezzogiorno. Stava rientrando a Gissi,  ma voleva vedere me e Pino Molino alle 20 presso il ristorante “Il Dollaro” di Nicola Liberatore a Vasto Marina, per parlare di una iniziativa che si poteva portare a Vasto. Il ministro arrivò puntuale all’appuntamento e disse che tra le iniziative per il rilancio del centro sud gli era stato prospettato anche  un “parco acquatico”. Ed era stato invitato anche a vederne uno ben attrezzato  a Barcellona  che gli aveva fatto una buona impressione.  Si parlava di un investimento impegnativo parecchi miliardi,   che in prospettiva poteva rappresentare il volano per il settore turistico vastese e abruzzese.  Sull’Adriatico c’era solo uno a Riccione chiamato Acquafan,  avviato nel 1987. La condizione però, per non far sfuggire l’occasione, era di predisporre il progetto e farlo approvare in Consiglio Comunale entro un mese!”

E voi giustamente cosa avete fatto?
“Dicemmo subito sì” – continua l’ex Sindaco Prospero. “Era una grande opportunità per Vasto e l’offerta ci sembrava grandiosa.  Ma chiedemmo al Ministro chi poteva darci una mano su una materia così specialistica. La risposta fu che c’erano i tecnici del Ministero che potevano guidarci in tutte le successive scelte. E aggiunse: “Lunedì vi mando loro!” Così il lunedì successivo giunse a Vasto un  gruppetto di esperti per decidere sulla localizzazione del grande parco acquatico.  La prima tappa fu l’area al di sopra dell’Autostello. Gaspari voleva realizzarla lì, ma dal sopralluogo venne fuori che lo spazio non era  molto grande ed  in più si doveva procedere con gli espropri che avrebbe richiesto tempi lunghissimi. La seconda tappa fu la zona pianeggiante su via del Porto, la terza la zona dell’Incoronata dove il Comune possedeva 52 ettari, acquisiti dalla Curia dalla precedente Amministrazione Notaro.
Alla fine fu scelto questo sito,  già di proprietà del Comune. L’unica cosa da fare per poter procedere con tale insediamento era una variante al PRG perché l’area figurava come PAP (Piano Attività Produttive),  vale a dire zona Artigianale Commerciale”.


Mappa attuale dal sito Aqualand del Vasto


E per il progetto?
Il progetto richiedeva una specializzazione particolare. Così facemmo una ricerca per trovare tecnici del settore che avevano già progettato parchi similari in Italia o all’estero.  Loro ci consigliarono come andava organizzato  un parco acquatico di quelle dimensioni, con tutte le possibili attrazioni.  Qualche vincolo ci veniva dalla legge 64 perché gli interventi straordinari favorivano iniziative che creavano maggiore stabilità economica e occupazionale. Allora alla dicitura Parco aggiungemmo “Didattico-ricreativo”  con la prospettiva di tenere aperto il parco molti mesi dell’anno con iniziative collaterali, al fine di aumentare l’occupazione e le  presenze del pubblico.Si parlava anche di un museo degli antichi mestieri.”

E la città come reagì alla notizia?
“Non tutti capirono all’inizio la portata dell’investimento.  Le opposizioni dissero subito No. Chi diceva che gli scivoli erano troppo alti,  chi puntava il dito contro la crisi idrica e aggiungeva che Vasto non avrebbe avuto più acqua. Piano piano spiegammo che quella era acqua di riciclo che veniva depurata e reimmessa nell’impianto. E ancora altri commenti di tutti i tipi.

Il Consiglio approvò?
Nei tempi dovuti ci presentammo in Consiglio con la variante di Piano e con il progetto del “Parco didattico ricreativo Aqualand”  e dopo infinite discussioni venne approvato. Aggiungo che in pochi capirono la portata dell’iniziativa, la bontà dell’opera e i benefici turistici ed economici alla città. Infine la cosa più importante, una realizzazione con finanziamento a totale carico dello Stato!

Così partì al richiesta di finanziamento
A questo punto  presentammo la richiesta di finanziamento dell’opera al Ministero, ma la prima cosa che ci dissero fu che il progetto per essere finanziato doveva essere inserito nel piano strategico regionale. Allora chiedemmo al presidente della Regione Mattucci sempre DC come fare . Fu Lino Molino (fratello di Pino), all’epoca dirigente capo della segreteria del presidente, che riuscì a trovare il modo di farci  avere velocemente il previsto documento per gli uffici ministeriali. Voglio aggiungere che questa lettera fu determinante per avviare la pratica. Senza di questa si sarebbe bloccata.

E a Roma com’è andata con gli uffici ministeriali?
L’iter di approvazione fu lungo e difficile. Si sa, la burocrazia è complessa. Dopo la presentazione della richiesta  cominciammo a seguire la pratica a Roma. Frequenti erano i viaggi alla capitale   per  portare altri documenti  agli uffici ministeriali o per seguire il lavoro delle commissioni, dove avevamo sempre persone contro!  In queste trasferte a Roma, a volte anche plurisettimanali, con me c’era Agostino Marino assessore al Bilancio che pazientemente seguiva ogni aspetto di quella pratica per ottenere il finanziamento. Fisso invece a Palazzo di Città c’era Roccarlo Iacovitti assessore ai Lavori Pubblici che ad ogni nuova richiesta del Ministero preparava o si procurava velocemente i documenti richiesti per la nostra pratica.   
Aggiungo che l’intera Giunta mi fu sempre a fianco per portare a compimento questa importante opera. Questo andirivieni è andato avanti per un paio di anni! Ci volle molta pazienza, ma alla fine l’approvazione arrivò.   

Quando siete riusciti ad assegnare i lavori?
La delibera di aggiudicazione gara porta la data  del 10/ 11/ 1991, vale a dire dopo tre anni  dal via libera del Consiglio Comunale. Ma i problemi non erano finiti. Con  un’opera così complessa, durante la fase di realizzazione vennero fuori altre complicazioni. Per cui noi andavamo quotidianamente al cantiere per vedere come agevolare il lavoro delle ditte che la stavano realizzando. E’ stata una delle poche opere finanziate in Abruzzo terminata nei tempi previsti e con i costi previsti. E’ stata una bella soddisfazione quando abbiamo visto realizzare i vari impianti del parco!
Prospero con il ministro Remo Gaspari

A novembre 2019 si era aperto un dibattito sulla eventuale vendita di Aqualand  da parte del Comune per fare cassa, qual è il suo pensiero?
Il Parco Aqualand è della città e deve rimanere della città. Poi non so nemmeno se “tecnicamente” la vendita  è possibile datosi che è stato realizzato con un finanziamento a totale carico dello Stato e non del Comune di Vasto.

Prospero,  è contento di aver dotato Vasto di una simile struttura?
Credo che la nostra sia stata una stagione importante per la città. Non mi piace fare confronti.  Ma nei miei 13 anni di sindacatura,  dal 1980 al 1993,  abbiamo realizzato a Vasto molte strutture e cambiato il volto della città. Stavamo molto attenti ai bandi con finanziamenti a costo zero ed avevamo progetti già pronti. Allora c’era la DC e a Roma avevamo un punto di riferimento importante: il ministro Remo Gaspari.  Aqualand è frutto di quella stagione politica e dei suoi protagonisti!


Nicola D’Adamo



P.S.
La data di ultimazione lavori di Aqualand porta la data del 6 maggio 1994.
Ci piacerebbe continuare la storia con le notizie sui successivi 25 anni di vita del parco.
Siamo sicuri di trovare interessanti testimonianze.
ALLA PROSSIMA PUNTATA!

2 commenti:

Giumbolorossonero ha detto...

Bello poter leggere a distanza di tempo queste testimonianze: hanno un po' il sapore delle confidenze "off records", raccolte al di fuori dell'agone politico. Depurate dalla dialettica inevitabile al momento della contingenza, permettono di mettere agli atti una ricostruzione storica e allo stesso tempo di poter valutare la portata dell'iniziativa alla luce di un arco di tempo congruo. Con il contributo fondamentale per il Vastese dell'On. Gaspari, piaccia o meno, il nostro comprensorio potè dotarsi di infrastrutture nodali in prospettiva futura: purtroppo dotatisi della macchina per partecipare alla gara della promozione territoriale, da almeno 2 decenni a livello amministrativo vastese (maggioranze e opposizioni tutte insieme senza ampio respiro e visione strategica) non si è stati in grado di mettere benzina in quell'auto, col risultato che oggi chi vorrà farsi carico di amministrare la città e renderla degna di essere il punto di riferimento del proprio comprensorio dovrà dimostrare di avere le competenze per revisionare quest'auto e le idee per regalarle degli optional che le permettano di levarsi le soddisfazioni che la città merita.

Unknown ha detto...

Top !!! La storia non si cancella!!