giovedì 21 maggio 2020

Sessanta anni fa la scomparsa di don Romeo, maestro di vita e di fede

Ricordo 
di LINO SPADACCINI 

Sessanta anni fa, il 21 maggio del 1960 ci lasciava Don Romeo Rucci, un grande sacerdote vastese, maestro di vita e di fede.

Nato a Vasto il 7 luglio 1880, da Gaetano e Teresa De Guglielmo Palizzi, Don Romeo venne ordinato sacerdote il 19 dicembre 1903 da Mons. Gennaro Costagliola.
Per sedici anni, dal 1905 al 1921, ricoprì la carica di viceparroco nella cattedrale di S. Giuseppe. Nominato nuovo parroco di S. Pietro il 3 aprile del 1921, prese possesso della parrocchia il 4 maggio successivo e la mantenne fino al giorno della sua morte.
Sin dai primi anni, l’attività pastorale del giovane don Romeo fu molto attenta e vivace. Il Bollettino Diocesano Teatino, l’organo ufficiale per gli atti delle curie di Chieti e Vasto, nel dicembre del 1922 così
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elogiava il parroco vastese: "Nella Parrocchia di S.Pietro il 29 ottobre il Parroco Rucci indisse una giornata per e vocazioni ecclesiastiche. L’esito fu soddisfacentissimo ed anche l’obolo raccolto con i chierici poveri non fu scarso; L.310,00. Siamo lieti che i nostri parroci cominciano ad interessare il popolo per un argomento di capitale importanza per la nostra Diocesi. Un ringraziamento speciale al Parroco anche perché è stato l’unico che ha raccolto l’obolo per la Russia nelle parrocchie di Vasto città".
Molto devoto alla Madonna, dal 1950 e fino all’anno della sua morte, ogni anno organizzò un pellegrinaggio a Lourdes, saltuariamente abbinando anche il santuario della Madonna di Fatima, per estenuanti viaggi di oltre venti giorni, ma che la gente era felice di compiereportandone il ricordo nel cuore per anni. Nel 1954, nell’Anno Mariano indetto da Pio XII, ogni mese organizzò per i parrocchiani una visita in forma di processione in una chiesa di Vasto dedicata alla Madonna.
Un’altra data sicuramente da ricordare fu il pellegrinaggio avvenuto il 25 maggio 1925 a Roma , quando don Romeo insieme a 400 vastesi, partiti di buon mattino con il treno, vennero ricevuti in udienza dal Sommo Pontefice Pio XI.
Sotto il parrocato di don Romeo, furono ordinati ben ottosacerdoti, da lui seguiti dall’ingresso al seminario fino al giorno dell’ordinazione. Tra loro ricordiamo don Felice Piccirilli, don Salvatore Pepe, don Giuseppe Cinquina e don Michele Ronzitti.
Don Gaetano Meaolo, in una sua pubblicazione,così parlava di don Romeo: "Aiutava i Sacerdoti con consigli paterni, più che fraterni. Era felice di offrire ospitalità ai preti e ai predicatori di passaggio, e quasi tutti rimanevano ammirati ed edificati per la sua fede, bontà e giovialità… A buon diritto D. Salvatore Pepe così ebbe a definirle D. Romeo: l’incoraggiatore, l’educatore e il padre di tutti i giovani Sacerdoti vastesi".
I suoi ex alunni, in occasione del 50° di sacerdozio, così lo ricordarono sulle pagine dell'Histonium: "Tra le mansioni del suo ministero, trovava tempo per tutto e per tutti: euntes, docete… ed egli insegnava, insegnava, senza segni visibili di stanchezza, pur tanto stanco e a volte segretamente dolorante.Sedeva al tavolo della scuola e svolgeva come un morbido gomitolo le materie scolastiche, tutte le materie, fissando ogni sera una terna di premi, che solleticavano il nostro amor proprio e la nostra fanciullesca… ghiottoneria (una noce, una caramella, nu cèll'arepiene, in ordine crescente); sostava al pianoforte e preparava il coro dei piccoli cantori per il giugno del S. Cuore, per S. Giuseppe, per l'Immacolata, per la Madonna della Cintura, per la Vergine del Buon Consiglio, per tutte le festività della Cattedrale; impugnava il pennello e d'incanto (l'incanto era per i nostri sguardi meravigliati) trasformava i larghi fogli della carta d'imballaggio in graziosi paesaggi orientali per la ricorrenza del Natale".
Don Michele Ronzitti, recentemente scomparso, nel 1999 ha dedicato un piccolo omaggio al suo padre spirituale, di cui è stato vice parroco dal 1948 al 1960, pubblicando il libro "Don Romeo Rucci e vita religiosa di Vasto nel 1900". "La sua parrocchia di circa seimila anime", ricordava don Michele "aveva pochi professionisti, era fatta di pescatori, muratori, contadini e tanti artigiani, e tutti, specialmente i pescatori, lo amavano con sincero affetto. Circa l’assistenza agli ammalati, a qualsiasi ora andava per dare gli ultimi Sacramenti, e durante l’epidemia della spagnola, dopo la 1' Grande Guerra, portava addosso le ostie consacrate per assistere al più presto i moribondi colpiti dall’epidemia, che ha fatto tante vittime. Per i giovani sacrificava intere serate per stare con loro nel circolo giovanile, scherzava e pregava con loro".
Per la parrocchia e soprattutto per la sua chiesa, don Romeo dedicò tutta la sua vita. Si alzava alle 6 del mattino e andava in chiesa a pregare. Così anche quando la chiesa venne chiusa in seguito alle lesioni riportate nella frana del febbraio del 1956.
Don Romeo era molto disponibile con tutti. Tutti lo cercavano, soprattutto come padre spirituale, lo stesso vescovo Monterisi si confessava da lui ed anche Mons. Falcucci veniva a Vasto per farsi confessare da don Romeo.
Quando cominciò lo smantellamento di S. Pietro, in seguito alle lesioni riportate dalla frana del 1956, la sofferenza fu troppa grande e la malattia da lì ha poco tempo lo strappò alla vita terrena.
Se a sessanta anni dalla morte rimane ancora viva la memoria di questo sacerdote, vuol dire che ci ha lasciato non un semplice ricordo, ma una testimonianza profonda che deve servire da esempio per le generazioni future.

Lino Spadaccini



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