mercoledì 22 gennaio 2020

Venti anni fa la scomparsa di RENATO TERPOLILLI, scrittore, poeta e giornalista raffinato

di Lino Spadaccini
Venti anni fa, il 22 gennaio del 2000, ci lasciava Renato Terpolilli, scrittore, giornalista e poeta raffinato.

Renato Terpolilli
Attento conoscitore delle problematiche locali, Terpolilli ha collaborato con periodici quali Vasto Domani, La Gazzetta di Chieti ed Il Tempo.

Molti i temi da lui affrontati sempre con occhio attento e critico, come ad esempio sul Porto di Punta Penna, argomento quanto mai attuale per lo sviluppo economico della nostra terra, che Renato Terpolilli aveva particolarmente a cuore e per cui aveva scritto anche un interessante saggio nel 1979 dal titolo Il Porto del Vasto, un problema vitale.

La vena poeta è maturata in età abbastanza avanzata. La sua prima raccolta di versi Vele e fantasmi risale al 1984. Come riferisce Vittoriano Esposito, in un articolo dedicato al poeta vastese sulla rivista Oggi e Domani (12/94),
"si tratta di una raccolta dagli
esiti un po’ discontinui, oscillanti tra richiami classicheggianti e libere modulazioni, di gusto moderno". Ma alcune liriche, soprattutto quelle legate alla propria terra rimangono nel cuore. Per Villa Nasci, il poeta scriveva "Fra i pini distorti / ti vedo di scorcio, / o vecchia villa Nasci", per Palazzo d’Avalos, "Maestoso / dal colle robusto / tu guardi / vastità marine, / l’antica nobilità / più non ti blandisce", e ancora per un omaggio a Londra per Gabriele Rossetti, "Gloria di Roma, o suolo londinese, / dove sbocciarono liberamente / i versi del gran cuore d’un Vastese / inneggianti al riscatto delle genti".

Incoraggiato dal riscontro positivo di critica e pubblico, Renato Terpolilli ha pubblicato altre cinque raccolte di versi: Anelli d’Acqua (1984), Castelli di Sabbia (1987), Il respiro dell’immenso (1991), Dietro un altro giorno (1993) e Quel che resta (1997), l’opera più matura caratterizzata soprattutto dalla sofferenza intima del poeta per aver perso in un tragico incidente Maria Spina, la sua cara moglie.

Queste le parole di Gianni Oliva presenti nella prefazione: "La linea d’ombra della poesia di Terpolilli, sempre attenta alla profondità delle cose, ad un difficile e complesso scavo verticale, si ispessisce qui come una cortina insuperabile governando un’amara condizione esistenziale. Gli stessi paesaggi della città d’origine una volta anche solari e ridenti, ora sono immobili, cristallizzati, come quelli di un paese fuori dal tempo dominato dall’angoscia e della disperazione, da un incanto inquietante".

Oltre ai tanti premi letterari, nel 1994, nell'ambito del Premio Nazionale Histonium, ha ricevuto il trofeo della Cultura Histonium, alla carriera, "...per aver dato lustro come poeta alla città di Vasto". Nel 1998 gli è stato assegnato il Premio San Michele con la seguente motivazione: "Poeta di grande spiritualità e di grandi sentimenti umanitari, onora la tradizione culturale della Città del Vasto".
Nel 2011 Villa Sant'Angelo (AQ), comune gemellato con Vasto, ha intitolato 24 strade a persone che hanno onorato l'Italia e l'Abruzzo. Tra questi illustri cittadini sono presenti i vastesi Renato Terpolilli, Pietro Di Donato, Angelo Canelli e Don Felice Piccirilli.

Da qualche settimana il Vice Consolato di Grimstad in Norvegia ha indetto un concorso di poesia italiana intitolato a Renato Terpolilli, rivolto a ragazzi dai 6 ai 18 anni residenti nella propria circoscrizione. Le poesie, che dovranno essere inviate entro il 30 gennaio, dovranno avere come titolo "Anelli d'acqua", dal titolo del volume pubblicato dal poeta vastese nel 1984.

Chiudiamo questo breve ricordo con una stupenda poesia scritta nel 1999, pubblicata dai famigliari dopo la morte del poeta:

AMORE DI FIGLIO

Mi scruti Vasto
dagli alti davanzali
con uno sguardo già illanguidito
da un preludio di luna
e dalle stelle dell’Orsa.
Legioni di colline men che aspre
si rincorrono sul tuo proscenio
splendente come una festa.
Mi sferzi col tuo vento
dal profondo dell’infanzia
satura d’echi e di deliri,
pago di te, delle tue rive,
dove il mare parlotta di profumi
e il bronzo della Bagnante
si burla dei pudori.
Mi sei cara anche per la tua accidia
ancor più per le rondini che sfiorano
deliranti i tuoi comignoli.
Sono fiero di te e dei nostri avi,
delle tue storie non sempre liete
pur fra tanti crucci per i viventi.
Ma è pur sempre amore
anche se è castigo ad un limìo
d’indicibile smarrimento.
Non chiedermi di più: sai che non potrei.
Mi guardi, ti guardo, tu ed io,
soli, per un amore che non ha quiete,
per un amore d’antichi aneliti
che non accetta commiati.












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