sabato 18 gennaio 2020

Questa sera l'apertura del Giubileo con il passaggio della porta giubilare di San Pietro, accompagnato dal rintocco della campana grande.


di LINO SPADACCINI

Questa sera l'apertura del Giubileo con il passaggio della porta giubilare di San Pietro, accompagnato dal rintocco della campana grande.

Questa sera l'apertura del Giubileo con il passaggio della porta giubilare di San Pietro, accompagnato dal rintocco della campana grande.
Alle ore 17 è previsto il raduno dei fedeli in piazza San Pietro con il passaggio della porta giubilare, accompagnato dal rintocco delle campane originali. A seguire il Santo Rosario e la messa con meditazione.

Domani, giorno della festa, sempre alle ore 17 è prevista la solenne concelebrazione eucaristica.
La parrocchia di S. Pietro gode di questo privilegio da 241 anni, da quando il 12 dicembre 1777, il pontefice Pio VI, concesse alla comunità vastese la
celebrazione del Giubileo nella terza domenica di gennaio, per aver dato ospitalità a Papa Alessandro III dal 7 febbraio al 9 marzo 1177.
Per capire i motivi di questo evento importante, dobbiamo tornare al 1177 quando Papa Alessandro III, partito da Siponto e diretto a Venezia, per fare da mediatore tra Federigo Barbarossa e i comuni della Lega Lombarda, sostò nella nostra città per circa un mese.
"Papa Alessandro III",scrisse lo storico Ludovico Antonio Muratori nella metà del Settecento (1744 - Tomo VII) nella sua monumentale operaAnnali d’Italia, "dopo aver spediti innanzi sei cardinali che trovarono l’imperadore (Federico Barbarossa) a Ravenna, s’inviò egli a Benevento, dove dimorò dalla festa del santo Natale sino all’Epifania. Di là per Troia e Siponto passò al Vasto, dove trovò sette galee ben guarnite d’armi e di viveri, che il re di Sicilia gli aveva allestite, con ordine a Romoaldo arcivescovo di Salerno e a Ruggirei conte d’Andria, gran contestabile e giustiziere della Puglia, di accompagnare la Santità sua, e di accudire agl’interessi del suo regno. Perché il mare fu lungamente in collera, non potè il pontefice imbarcarsi se non il primo dì di quaresima, cioè a di 9 di marzo. Undici poi furono le galee che il servirono nel viaggio; e con queste e con cinque cardinali nella prima domenica di quaresima arrivò a Zara, e nel dì 20, oppure nel dì 24 di esso mese felicemente giunto a Venezia prese riposo nel monistero di San Niccolò al Lido".
Altri particolari sulla partenza del Papa dalla nostra città possiamo leggerli nella Storia dei Papi (1853) di A.Bianchi-Giovini: "…Ma appena usciti in mare (probabilmente dal porticciolo di S.Nicola della Meta), unaburrasca divise l’armata: una parte rientrò nel porto del Vasto; l’altra, nella quale era la galea del papa, fu spinta sull’isoletta di Pianosa, ove il pontefice, dice il suo biografo, affaticato dal digiuno, dal mal di mare e dalla paura, scese molto volentieri a terra, e preparata una copiosa mensa, mangiò allegramente e di buon appetito".
In seguito alla frana del 1956, ed alla chiusura della chiesa parrocchiale, il pontefice Pio XII autorizzò, in data 13 dicembre 1956, il trasferimento del Giubileo dalla chiesa di S. Pietro a quella di Sant'Antonio. Privilegio confermato in perpetuo nel 1989, da Giovanni Paolo II, in seguito alla richiesta dell'allora Arcivescovo di Chieti-Vasto, Mons. Antonio Valentini.
Il prezioso documentorilasciato dalla Penitenzeria Apostolica, con la conferma perpetua del S. Giubileo, porta la firma di Fr. Pedro MaríaAbellán S.J., teologo e reggente dell'antico dicastero e primo dei tribunali della Curia Romana, e la controfirma di Padre Ubaldo Todeschini, Prelato emerito della Penitenzieria e Aiutante di Studio della Sezione Indulgenze.
Questa la traduzione sommaria del testo scritto in latino:
La Penitenzieria Apostolica, per mandato del Sommo Pontefice, concede volentieri l'indulgenza plenaria, alle solite condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice), a tutti i fedeli che la terza domenica del mese di gennaio visiteranno la chiesa di S. Antonio e assolveranno devotamente alle sacre funzioni con la recita almeno del Padre Nostro e del Credo.
Per lucrare l’indulgenza, i fedeli confessati e comunicati dovranno e pregare secondo le intenzioni del Pontefice.
Per lucrare il dono dell'indulgenza occorrevisitare la chiesa di Sant’Antonio di Padova,accostarsi al sacramento della riconciliazione, partecipare al Sacrificio Eucaristico, proclamare la professione di fede e pregare secondo le intenzioni del papa.

Lino Spadaccini

Alle ore 17 è previsto il raduno dei fedeli in piazza San Pietro con il passaggio della porta giubilare, accompagnato dal rintocco delle campane originali. A seguire il Santo Rosario e la messa con meditazione.
Domani, giorno della festa, sempre alle ore 17 è prevista la solenne concelebrazione eucaristica.
La parrocchia di S. Pietro gode di questo privilegio da241 anni, da quando il 12 dicembre 1777, il pontefice Pio VI, concesse alla comunità vastese la celebrazione del Giubileo nella terza domenica di gennaio, per aver dato ospitalità a Papa Alessandro III dal 7 febbraio al 9 marzo 1177.
Per capire i motivi di questo evento importante, dobbiamo tornare al 1177 quando Papa Alessandro III, partito da Siponto e diretto a Venezia, per fare da mediatore tra Federigo Barbarossa e i comuni della Lega Lombarda, sostò nella nostra città per circa un mese.
"Papa Alessandro III",scrisse lo storico Ludovico Antonio Muratori nella metà del Settecento (1744 - Tomo VII) nella sua monumentale operaAnnali d’Italia, "dopo aver spediti innanzi sei cardinali che trovarono l’imperadore (Federico Barbarossa) a Ravenna, s’inviò egli a Benevento, dove dimorò dalla festa del santo Natale sino all’Epifania. Di là per Troia e Siponto passò al Vasto, dove trovò sette galee ben guarnite d’armi e di viveri, che il re di Sicilia gli aveva allestite, con ordine a Romoaldo arcivescovo di Salerno e a Ruggirei conte d’Andria, gran contestabile e giustiziere della Puglia, di accompagnare la Santità sua, e di accudire agl’interessi del suo regno. Perché il mare fu lungamente in collera, non potè il pontefice imbarcarsi se non il primo dì di quaresima, cioè a di 9 di marzo. Undici poi furono le galee che il servirono nel viaggio; e con queste e con cinque cardinali nella prima domenica di quaresima arrivò a Zara, e nel dì 20, oppure nel dì 24 di esso mese felicemente giunto a Venezia prese riposo nel monistero di San Niccolò al Lido".
Altri particolari sulla partenza del Papa dalla nostra città possiamo leggerli nella Storia dei Papi (1853) di A.Bianchi-Giovini: "…Ma appena usciti in mare (probabilmente dal porticciolo di S.Nicola della Meta), unaburrasca divise l’armata: una parte rientrò nel porto del Vasto; l’altra, nella quale era la galea del papa, fu spinta sull’isoletta di Pianosa, ove il pontefice, dice il suo biografo, affaticato dal digiuno, dal mal di mare e dalla paura, scese molto volentieri a terra, e preparata una copiosa mensa, mangiò allegramente e di buon appetito".
In seguito alla frana del 1956, ed alla chiusura della chiesa parrocchiale, il pontefice Pio XII autorizzò, in data 13 dicembre 1956, il trasferimento del Giubileo dalla chiesa di S. Pietro a quella di Sant'Antonio. Privilegio confermato in perpetuo nel 1989, da Giovanni Paolo II, in seguito alla richiesta dell'allora Arcivescovo di Chieti-Vasto, Mons. Antonio Valentini.
Il prezioso documentorilasciato dalla Penitenzeria Apostolica, con la conferma perpetua del S. Giubileo, porta la firma di Fr. Pedro MaríaAbellán S.J., teologo e reggente dell'antico dicastero e primo dei tribunali della Curia Romana, e la controfirma di Padre Ubaldo Todeschini, Prelato emerito della Penitenzieria e Aiutante di Studio della Sezione Indulgenze.
Questa la traduzione sommaria del testo scritto in latino:
La Penitenzieria Apostolica, per mandato del Sommo Pontefice, concede volentieri l'indulgenza plenaria, alle solite condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice), a tutti i fedeli che la terza domenica del mese di gennaio visiteranno la chiesa di S. Antonio e assolveranno devotamente alle sacre funzioni con la recita almeno del Padre Nostro e del Credo.
Per lucrare l’indulgenza, i fedeli confessati e comunicati dovranno e pregare secondo le intenzioni del Pontefice.
Per lucrare il dono dell'indulgenza occorrevisitare la chiesa di Sant’Antonio di Padova,accostarsi al sacramento della riconciliazione, partecipare al Sacrificio Eucaristico, proclamare la professione di fede e pregare secondo le intenzioni del papa.

Lino Spadaccini




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