domenica 19 gennaio 2020

Nell'800 a Comacchio per l'anguilla marinata si usava l'ACETO DI VASTO!

RINGRAZIAMO ALESSANDRO CIANCI PER QUESTA INTERESSANTE RICOSTRUZIONE STORICA  CHE DA' UN'IDEA BEN PRECISA DELLA VIVACE ATTIVITA' COMMERCIALE DI VASTO NEI SECOLI SCORSI.
L’Aceto di Vasto, una storia dimenticata
di Alessandro Cianci
Una storia del tutto dimenticata quella dell’Aceto di Vasto, ingrediente ricercatissimo fino all’800, ritenuto “buono per la marinatura del pesce”[1]. La Storia in questi mesi viene riscoperta non a Vasto, città dalla quale il particolare alimento proveniva, bensì qualche centinaio di chilometri più a Nord,lungo la costa adriatica, precisamente a Comacchio, tra le valli dove si pesca la famosa Anguilla.
Sala Aceti di Comacchio – credits: Il Resto del Carlino

È dello scorso ottobre, infatti, la notizia, apparsa sul Resto del Carlino[2],della conclusione del restauro della “Sala degli Aceti” del Museo dell'Anguilla di Comacchio, dove, come riporta il quotidiano emiliano,“La prima cosa che salta all’occhio (…) sono le enormi botti appoggiate al muro, dentro le quali (…)  potrebbe ancora essere custodito l’aceto di vino bianco di Vasto, prezioso ingrediente per preparare la marinatura delle anguille di Comacchio”.
Forse non è noto a tutti che durante tutto
l’ottocento Vasto era città di produzione di grandi quantità di aceto. Un aceto di pregio, annoverato tra i migliori in Italia come ricorda, in un saggio del 1861,il prof. Amati: “In Toscana è famoso, come medicinale,l’aceto di Santa Maria Novella (…) nel napoletano per la forza e pel gusto è ricercato quello del Vasto”[3].


Lo storico locale Luigi Marchesani ci racconta che nella Vasto del XIX secolo erano numerose le cantine che vendevano aceto:“I Forni stanno dappertutto ad arbitrio; parimenti le Cantine, le quali per lo più sono membri delle case di coloro, che a’negozii di vino e di aceto attendono”[4] e cheattualmente gli aceti vanno a Comacchio, Trieste, Venezia”[5].

Questa è una conferma di quanto scritto ad ottobre scorso da “Il Resto del Carlino.

Da aggiungere che la produzione era così massiccia che la maggior parte del prodotto veniva imbarcato su bastimenti e spedito in quelle destinazioni. A Comacchio l'Aceto di Vasto era usato per la marinatura delle anguille. Si pensi che nel solo periodo che va dal 1831 al 1839 da Vasto furono spedite oltre 3.000 botti di Aceto[6] per lo più verso i porti di Venezia e Trieste.

Una produzione importante e sicuramente nota nell’Italia preunitaria della quale, successivamente, sembra perdersene le tracce. L’aceto di vino è oggi dimenticato a Vasto ma è ancora citato dalle guide turistiche della città di Comacchio.Nella memoria di qualche vastese o nelle cantine della città antica potrebbe ancora sopravvivere il ricordo dell’Aceto di Vasto. Con questo articolo, speriamo di contribuire alla riscoperta di questa antica tradizione.

Alessandro CIANCI


[1] Pietro Maestri “L'Italia economica nel 1868”- Stabilimento di G. CivelliEditore , 1868               
[2] Si veda: https://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cosa%20fare/sala-degli-aceti-comacchio-1.4820339
[3]Amato Amati, “Elementi di Geografia dell’Italia” –  G. Gnocchi Editore Libraio -  Milano 1861
[4]Luigi Marchesani, “Storia di Vasto, città in Apruzzo citeriore”, Napoli 1838
[5] Luigi Marchesani, op.cit. pag. 186
[6] Costantino Felice “Vasto, storia di una città” – Donzelli Editore 2011 – Tabella 2 pag. 187.


2 commenti:

Remo Petrocelli ha detto...

Altre fonti: m galanti relazione sull abruzzo ecc. Napoli 25 marzo 1792 pag 506 《al Vasto di fa gran traffico d'aceto ch'e' ricercato in preferenza di qualunque altro da que' fi Comacchio per marinare il lor pesce...》

Remo Petrocelli ha detto...

https://books.google.it/books?id=iFUnLyqLyDYC&pg=PA27&dq=aceto+di+vasto&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjM9fnWz8jrAhUkw8QBHXysBhY4FBDoATAGegQIBxAC#v=onepage&q=vasto&f=false
qui invece vediamo come il vino e aceto di Vasto nel 1530 fossero già considerate nell' elenco dei dazi veneziani