mercoledì 4 dicembre 2019

Dal taccuino di Angelo Del Moro: L'INVIDIA E' COME UNA BRUTTA MALATTIA, COLPISCE TUTTI, RICCHI E POVERI

L'INVIDIA E' COME UNA BRUTTA MALATTIA, COLPISCE TUTTI, RICCHI E POVERI
di Angelo Del Moro.

E' un tabù: chi ci cade dentro finge di non accorgersene. E' un moto dell'anima tanto velenoso quanto inconfessabile. E' l'emozione negativa più rifiutata. E' l'ammissione di essere inferiore e il tentativo di danneggiare l'altro senza gareggiare a viso aperto ma in modo subdolo. E' un sentimento infantile che risponde all'umiliante paragone: lui sì, io no. Nella forma più distruttiva non è un'emulazione dell'altro, bensì desiderio di distruggere ciò che non si può avere, come appunto fa
la strega nei confronti di Biancaneve. E così fanno le sorellastre di Cenerentola, le rovinano il vestito del ballo non perché pretendano di indossarlo loro, ma perché non lo abbia lei. Non c'è alcun intento di innalzarsi al livello dell'altro, è voglia di abbassarlo.

L'invidioso è bugiardo e per questo Dante, nella Divina Commedia, mette gli invidiosi in Purgatorio, con le palpebre cucite con il fil di ferro. Da un punto dì vista psicologico l'invidia nasce da un senso di impotenza, per lo più inconscio, che fa percepire uno stato di inadeguatezza e di indegnità rispetto agli altri. E' un'emozione molto primitiva, come svela la psicoanalista Melanie Klein secondo la quale "potrebbe instaurarsi sin nei primi sei mesi di vita, quando il bambino dipende dal seno materno come referente assoluto ancor prima di conoscere la madre come figura intera. La sensazione di dipendenza genererebbe aggressività, a volte, fantasmi distruttivi.

Ci si può affrancare dall'invidia o le invidiose sono costrette a morire con e per essa, come la strega di Biancaneve?

La via per uscirne è utilizzare le proprie risorse per conquistare qualcosa di personale cercando delle alternative nella propria vita, che risollevino la propria autostima. Pensare ciò che si può fare grazie alle proprie capacità e non accanirsi su qualcuno, prendendo tempo ed energia, nel tentativo o nella speranza di distruggerlo . L'invidia è uno dei sette vizi capitali, fonte di frustrazione e indice di identità incerta, può affiorare anche all'improvviso perché convinti che svalutando gli altri si possa affermare meglio se stessi. Niente di più sbagliato. Il guaio è che essa impedisce di apprezzare le proprie virtù, così presi a guardare "l'erba del vicino...".

Vasto, 15. 11. 2019
HI

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