lunedì 2 dicembre 2019

CHIESA DI SAN PIETRO, 60 ANNI FA LA DEMOLIZIONE: POTEVA ESSERE SALVATA? (FOTO STORICHE)

di LINO SPADACCINI
Sessanta anni fa, il 2 dicembre del 1959, iniziava la demolizione della chiesa di San Pietro a causa delle profonde lesioni riportare durante i vari movimenti franosi a partire dal 22 febbraio 1956.

Sono ancora oggi in molti ad affermare che la chiesa poteva essere salvata, ma la classe politica dell'epoca, non ha fatto abbastanza per l'antico luogo di culto. Poteva essere ricostruito il muraglione a sostegno della chiesa, ma sarebbe stato troppo oneroso, allora meglio dare un contentino: demolire S.Pietro e creare una bella passeggiata panoramica.
Sull'Histonium, Espedito Ferrara scriveva: "Ai numerosi interrogativi di tanti cittadini non sappiamo rispondere. Finora abbiamo fermamente sperato, abbiamo resistito e lottato con la forza dell’affetto e della fede nei destini della nostra città millenaria; ma, ormai, dobbiamo constatare che la minaccia continua e si estende pericolosamente. I tecnici forse non vogliono dirci la parola cruda aspettando che la verità terribile si faccia strada nell’animo dei cittadini: dobbiamo perciò dare un addio alla vetusta chiesa di San Pietro?". Nella penna del giornalista traspariva tutta l’impotenza di una città lasciata al suo triste destino, in preda alle forze della natura, che non accennavano a desistere.
LA CHIESA DI SAN PIETRO ERA GRANDE
COME S. MARIA MAGGIORE
Nel 1957 don Romeo Rucci, don Michele Ronzitti, insieme ai tre presidenti delle congreghe di San Pietro, Angelo Barone, Nicola Raspa ed Enrico Armeno, accompagnati dall’on. Giuseppe Spataro, si recarono dal Ministro dei Lavori Pubblici, per cercar di salvare la chiesa.L’on. Romita, come già aveva fatto a Vasto, durante i sopralluoghi effettuati l’anno precedente, diede ampie garanzie per il salvataggio dell’antica chiesa. In realtà il destino della chiesa era già segnato.
Dietro l’abside della chiesa era rimasto circa un metro di strada. Nell’ottobre del 1959 si formò una nuova fenditura che dalla volta della chiesa si manifestava anche nel pavimento del presbiterio e della cripta di S. Espedito. Il Genio Civile di Chieti ne ordinò subito l’abbattimento dietro esproprio e indennizzo di 100 milioni di lire.
Dal 2 dicembre 1959 la chiesa venne demolita pezzo per pezzo. "La notizia sparsasi immediatamente fra la popolazione, ci ha fatto
vedere un accorrere di gente nella Piazza San Pietro", scriveva Luigi Del Greco sul quotidiano Il Messaggero, "Su tutti i volti traspariva una intensa emozione, e qualcuno non nascondeva le lacrime nello scorgere gli operai intenti a procedere allo smantellamento di un così maestoso e caro edificio. Ci sembrava che si fosse tornati indietro nel tempo, alle giornate di quel febbraio di tra anni orsono in cui, su tutta la città era calata un’ombra di lutto e sembrava che il destino si fosse accanito contro Vasto, ripetendo i dolori di cento cinquanta anni addietro. Anche allora osservammo l’ansioso chiedere notizie, il correre affannoso o la tristezza di chi doveva precipitosamente abbandonare la propria casa minacciata dalla frana".
Con scrupolosa attenzione, si provvide a salvare gli altari, i marmi del pavimento, della balaustra e delle due scalinate per scendere nella cripta, ma anche tutte le statue, i quadri e i tesori. Tutti i beni in parte furono utilizzati per l’altare e il presbiterio della chiesa di Sant’Antonio di Padova, dove si era trasferita la parrocchia, i quadri, tra cui l’Ecce Agnus Dei di Filippo Palizzi e Il cieco di Gerico di F. Paolo Palizzi, furono trasferiti presso Museo Civico, altre statue di Santi furono dislocate tra le chiese di Sant’Antonio, la Madonna delle Grazie e Santa Filomena, e ancora tante altre suppellettili in deposito presso alcune famiglie.
Della chiesa di San Pietro oggi non rimane che il bel portale e tanti ricordi.

Lino Spadaccini




Nessun commento: