venerdì 30 novembre 2018

“I flussi migratori e la sfida dell’integrazione “

Dibattito su un tema di estrema attualità

"I flussi migratori e la sfida dell’integrazione"
di GIANLUCA CATANIA 
Lo scorso 21 novembre, presso l’auditorium del Rettorato dell’Università degli Studi di Chieti “Gabriele D’Annunzio”, è stata inaugurata, con l’intervento del Prof. Franco Vaccari, l’edizione 2018/2019 delle Quaestiones quodlibetales. Questa formula, ideata dall’Arcivescovo teologo Bruno Forte, con lo scopo di creare un legame tra fede e cultura, tra mondo accademico e Chiesa diocesana, trae origine dalle dispute universitarie di epoca medievale. Il tema del dialogo, ha riguardato i flussi migratori e la sfida dell’integrazione.


Dopo l’indirizzo di saluto del Magnifico Rettore, Prof. Sergio Caputi, il quale ha tracciato un quadro storico del fenomeno oggetto del dibattito, con riferimento alle antiche civiltà in cui esso si situa, Mons. Bruno Forte ha introdotto i lavori, ponendo l’accento sulle inaccettabili derive di una certa cultura che vuole fare apparire il migrante come una minaccia, dimentica del fatto che il nostro è un popolo interessato da tempo immemorabile da flussi migratori, fonte di ricchezza anche per “l’azienda Italia”.

A tal proposito, va ricordato che tutta l’area mediterranea è caratterizzata da spostamenti di persone che ci richiamano al rispetto dell’uomo come dovere di tutti; pertanto, sono inaccettabili tutte quelle iniziative foriere di conflitti. Al riguardo, il presule ha espressoil suo disappunto per la nuova legge con cui Israele, nel mese di luglio 2018, ha sancito la propria identità di Stato ebraico. Nel caso di specie, è stato fatto un uso scorretto dello strumento normativo che, anziché favorire la promozione della persona e realizzare l’integrazione, ha fondato il proprio status su questioni territoriali, prevedendo l’estensione degli insediamenti della comunità ebraica nei territori palestinesi e il disconoscimento dei diritti delle minoranze.

Di fronte a tanta povertà culturale e morale, il Prof. Vaccari ha indicato la possibilità di fronteggiare la sfida delle migrazioni, incastonando questo fenomeno nel più ampio spettro della soluzione alternativa dei conflitti, secondo la proposta del progetto “Rondine”, “Cittadella della Pace”, di cui è l’ideatore. Tale metodo, oggetto di indagine nell’ambito di una ricerca condotta dall’Università Cattolica di Milano e dall’Università degli Studi di Padova, prevede la trasformazione creativa dei conflitti, mediante un tessuto di sane relazioni che consente a persone di diversa estrazione culturale e sociale di non rimanere vittime dei conflitti, ma di integrarsi; questa sarebbe la strada da percorrere per superare la falsa cultura del nemico.

Vaccari ha presentato la “Cittadella”, evidenziandone l’utilità nella sua natura di“spazio terzo”, necessario luogo di mediazione tra due situazioni confliggenti, poichèdi fronte ad un rapporto incrinato, non è sufficiente essere in due per addivenire ad un esito pacifico, ma occorre la presenza di chi aiuti a comprendere che la differenza non è inimicizia.

In altri termini, si può essere avversari ed avere posizioni differenti, senza essere nemici; questo è il motivo per cui il conflitto non è solo una cosa negativa, ma anche occasione d’incontro.

Si tratta di un percorso che si fonda sulla riscoperta delle relazioni e che trae origine tra le pieghe della triste vicenda della guerra in Cecenia. Durante questo conflitto, Vaccari, unitamente ad un gruppo di persone, fu accreditato come mediatore per consentire il dialogo tra le parti in contesa; il risultato che ne derivò, fu una tregua che durò solo 72 ore; si trattò diun risultato non risolutivo, ma pur sempre di un certo spessore, in quanto testata d’angolo di un edificio spirituale e morale in cui avrebbe trovato spazio la proposta dell’integrazione come risposta alla sfida del fenomeno migratorio.

Lo psicologo aretino ha precisato che a “Rondine” la pace ha trovato terreno fertile, perché non è stata fatta una scelta di stampo ideologico, ma di vicinanza alle sofferenze altrui, come nel caso dell’esperienza di mediazione in Cecenia.

Inoltre, ha indicato le relazioni vere, come via da seguire per poter vincere il conflitto nascente dal timore e dalla diffidenza del diverso, precisando che una relazione è vera quando si instaura in un arco spazio temporale, quindi nella realtà, distinguendosi dalle semplici connessioni che nonfavoriscono l’incontro, come avviene con la rete informatica.


Di conseguenza, il segreto per vincere ogni conflitto e per superare l’inimicizia, è la relazione che consente la conoscenza dell’altro, sviluppando la capacità di guardarsi in faccia, animando il coraggio di incontrarsi nella differenza.

Alla luce di quanto detto, “Rondine” è innanzitutto una proposta che vuole realizzare una cultura di pace di fronte alla drammatica realtà della guerra e all’esasperazione dei conflitti. Questa è la ragione che le conferisce un carattere di universalità in cui può trovare spazio anche la questione relativa ai flussi migratori.

Al termine della prolusione, l’Arcivescovo di Chieti-Vasto, ha celebrato l’Eucaristia, presso la chiesa di Madonna delle Piane, anche con la partecipazione dei seminaristi e dei formatori del Pontificio Seminario Regionale San Pio X di Chieti.

Gianluca Catania




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