mercoledì 25 luglio 2018

Speciale Costa Vastese: (17), le stupende e inedite IMMAGINI DEL PASSATO




di Lino Spadaccini

Proseguiamo con la nostra carrellata di foto inedite che hanno immortalato nel tempo la nostra stupenda costa ricca di golfi e insenature, fino alla spiaggia dorata di Vasto Marina, quando ancora non era presente il monumento alla bagnante, simbolo e attrazione della nostra città.
50 foto storiche >>>

Il quotidiano romano Il Messaggero, nell'agosto del 1936 ha dedicato un lungo articolo, a firma di Marcello Guida, ai trabocchi vastesi ed alla figura del traboccante. "Chi conosce la spiaggia di Vasto", si legge nell'articolo, "sa che vi sono numerosi trabocchi per la pesca, incastrati con pali scheletrici e appariscenti nello sfondo opalino del mare, negli scogli che abbondano lungo la riviera. Molti veterani pescatori vivono del trabocco. Arrivato ad una età avanzata che non gli consente di uscire con le sue paranze, il vecchio pescatore non rimane ad oziare. No. Egli vorrà ancora essere a contatto col mare: si col mare con cui ha vissuto lustri e lustri; col mare che gli ha fatto sicuramente, qualche volta, palpitare il cuore, mentre il vento di libeccio gli sferzava il viso. Egli ama il mare, forse più di prima. Ne sente la nostalgia. Vorrebbe ancora con i suoi figli e con i suoi compagni avventurarsi, per vivere qualche attimo di felicità, tra le onde azzurre, o provare qualche emozione che gli ricordi la sua giovinezza. Ma non osa. Le sue forze, non glielo consentono… L'ultimo lavoro lo svolgerà al trabocco. Lì starà da mani a sera con la sua fedele pipetta e pescherà, pescherà… I pesci non lo abbandoneranno. Anch'essi gli vogliono bene. Le onde baceranno con più passione gli scogli, perché c'è un suo vecchio amico, che non può viverne distante. Egli sarà lì come un re. Nessuno lo molesterà. Tranne qualche nipotino che vorrà anche lui apprendere dal veterano nonno, l'arte marinara. Il vecchio pescatore sarà orgoglioso di questo rampollo che vuol continuare una tradizione familiare".

Il cronista prosegue con la storia di zio Luca, un veterano del mare, nativo in un paese tra i monti della Maiella, ma ormai vastese d'adozione e innamorato della nostra costa per merito di suo zio Giovanni, pescatore, che ogni anno veniva da Vasto e gli raccontava tante storie marinaresche.
Dall'alba zio Luca cala e solleva la sua rete nella speranza di una ricca pesca. Durante il lavoro racconta al cronista la sua esperienza. "Vedete – egli dice – questo mare non crediate che sia tanto buono. Più volte ha tentato d'inghiottirmi, ma non ci è riuscito. Sul principio non eravamo tanto buoni amici, lo siamo diventati dieci anni fa, solo quando rapì mio figlio. Da allora ci siamo voluti bene, ed ho pianto, quando me ne sono dovuto staccare. Non l'ho abbandonato sono venuto, vengo e verrò finché la vita sarà con me".

Al trabocco, "un ragno con le zampe protese sugli scogli", il compianto Pompeo Suriani ha dedicato questa bella poesia.

Lu trabocche

Apparisce nu ragne 'mmezz'ammare
'nche le zampe appujate su nu scoje;
ugne 'ttantena rete cale e 'rsaje,
tra li tronchi le corde 'nzi'intrecceje.

Come 'ncantate sta lumarenare
a spijàdentre all'acque che schiumeje
si lu pesce s'accoste o si zi squaje
'mmezze a la curajeine de lu scoje.

Sotte a nu sole che spacche le prete
lu mare è verde e lisce come l'oje
luvuddarelle gire e ciguleje
l'ommenevusse senza vattecije!

Succede spesse calupiscatore
torne a la case scunzulate e stracche:
niscjune 'nchi la pesche se fa ricche!
e si te'quacchesolde armane a secche!

S'è vuddateluvente di scirocche:
… n'acchiappe 'cchiù nu pesce lu trabocche!...





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