mercoledì 18 luglio 2018

Speciale Costa Vastese: (10) SAN NICOLA, "l'amena spiaggia quieta e signorile" !



di Lino Spadaccini

"San Nicola: un’altra amena spiaggia quieta e signorile", scriveva Espedito Ferrara molti anni fa, comodamente accessibile dalla statale e servito da un ampio parcheggio di recente realizzazione.
Seguendo gli appositi cartelli, percorrendo un tratto di vecchio tracciato ferroviario, dopo circa
duecento metri si prende il sentiero di accesso sulla sinistra, che porta direttamente sulla spiaggia. Davanti agli occhi del visitatore appare in tutta la sua bellezza il golfo di San Nicola: una spiaggia molto ampia, con un’enorme distesa di grandi ciottoli, a scalare verso il mare.
Verso la parte nord della costa possiamo notare una fila di scogli posizionati lungo la riva, fino al trabocco "La Rosa dei Venti", mentre verso sud si può notare la famosa "roccia spaccata": due enormi scogli, un tempo sicuramente uniti, divisi da una quarantina di centimetri. Il golfo si chiude verso sud con il trabocco di recente costruzione "Punta S. Nicola", e una serie di scogli che la dividono dalla successiva località, Torricella.
Da qualche anno, con la presenza di alcune attività turistiche e di ristorazione, sono presenti anche ombrelloni, sdraio e un piccolo bar.
A farvi compagnia ci saranno sicuramente alcuni gabbiani, che volteggeranno sopra le vostre teste e di tanto in tanto si fermeranno a riposare sopra gli scogli per un’immagine perfetta da immortalare come in una cartolina.
Questa zona, come anche altre presenti lungo la costa, è ricca di pelosi, ovvero grossi granchi di scoglio color arancio con enormi chele. La squisita polpa rende speciale il famoso piatto "Sagnitèlle 'nghi li piluse". Sono ottimi anche da soli, semplicemente lessati.

"Li préte de Sanda Nichéule" è il titolo della bella poesia scritta dal poeta Nicola Del Casale:

Enne e sséchele e sséchele li prète
bbiènghe a lu suàule a mmijjäre ammucchiéte;
e da lu muäre vusséte a la 'ssütte,
da lu dusbâtte alliscéte.

üune fucânde, abbrunëjte e lluciuende,
sött’aSsanda Nichéule si lamende:
- Lu fìjüme m’ha strippäte a la mundâgne,
tinghe dandre nu fuéuche che ‘nzicâgne.

A nu tuòcche de ferrejë’ scindëlle,
ma ecchej'ttäte tra stègne e ccaträme,
manghe lu Suânde la lüuce mi stëlle.

Mi te’ cundende lu muàse de mâjje,
canda Nichéule nghe’ mméne tré ppâlle
a spâlle asciagne a ‘sti prète e ‘risâjje.-


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