sabato 27 gennaio 2018

Giorno della Memoria: gli "Italiani pericolosi" internati a Vasto Marina

Dal 2002 ad oggi, in occasione del “Giorno della Memoria”,  ho sempre offerto un ricordo del Campo di Concentramento per gli "Italiani Pericolosi" di Vasto (o meglio, di Istonio Marina, nome dato alla città dal regime fascista), con la speranza di far meglio comprendere alle nuove generazioni il valore della parola “democrazia”, che oggi è data per scontata!

Quest'anno ripubblico un toccante passo  tratto dal manoscritto inedito di Giuseppe Scalarini, esposto a Palazzo d’Avalos in occasione della mostra curata dall’arch. Franco Sacchetti nel 2012. (Nella foto il manoscritto originale). Così scrive l’anziano vignettista dell’Avanti internato a Vasto nel 1940: 

“La gente del posto ci voleva bene. Un pomeriggio, ero seduto nella mia solita panchina di fronte alla casa degli internati. Accanto a me si sedette una signora con un ragazzo.  Feci per alzarmi, ma essa con un gesto mi disse di rimanere.
 -         E’ proibito.
-         Restate.
Dopo un breve silenzio mi domandò:
-         Abitate in quella casa lì?
-         Sissignora.
-         Cos’avete fatto?
-         Niente.
-         Come, niente.
-         Facevo dei disegni sull’Avanti.
-         Di dove siete?
-         Di Milano.
-         Avete dei figli?
-         Sì, cinque figlie.
La signora voltò il capo dall’altra parte, e pianse di nascosto”.

NDA



L'intera storia su
http://noivastesi.blogspot.it/2013/01/campo-di-concentramento-di-vasto-marina.html#more
La lista degli internati più famosi (politici, giornalisti ecc.)
http://noivastesi.blogspot.it/2010/01/campo-di-istonio-marina-ecco-gli-ospiti.html?spref=bl


1 commento:

Ciccosan ha detto...

Mi piacerebbe che in queste occasioni, oltre ad evitare di scrivere "campo di concentramento" poichè nella nostra città fu istituito un campo di "internamento", si sottolineasse l'atteggiamento dei vastesi nei confronti di questi "internati liberi" alla marina.
Molti nostri concittadini dell'epoca si adoprarono, per quanto potevano, a dare un po' di conforto a queste anime. Davano cibo, indumenti, oltre alla cordialità che quel breve manoscritto conferma.
Le difficoltà degli internati non erano tanto diverse da quelle in cui versava la popolazione vastese, tenuto conto che si era in guerra. I miei nonni e mia madre, papà era purtroppo al fronte, di quegli anni ricordano la fame e il freddo, le pezze al culo e le minestre con le bucce di patate.
Ci dovrebbero essere anche i giorni della memoria degli italiani per far conoscere ai figli, ai nipoti e ai pronipoti quello che hanno patito in quel tragico periodo.
Anche Vasto, allora, somigliava tanto ad un campo di internamento.