venerdì 11 agosto 2017

Curiosità nella toponomastica cittadina: "II Muro delle Lame"

"Lame" di spade o di coltelli? ...Niente di tutto questo!
MURO DELLE LAME  prima del 1956:
ben visibili l'imponente chiesa di San Pietro e il palazzo delle Poste 

di GIUSEPPE CATANIA

Spesso ci capita di leggere, nella toponomastica cittadina, intestazioni viarie curiose e strane, che molti ritengono fuori dalla nostra conoscenza.

Prendiamo ad esempio, la strada che da piazza del Popolo corre fino alla chiesa di San Pietro, nota oggi come via Adriatica, che è ricordata nella storia della Città,
come "contrada delle Lame" o
"Muro delle Lame”, che non ha nulla a che fare con le lame delle spade o dei coltelli.

Vasto già nota come Histonium, antico municipio dei romani, conserva numerosissime testimonianze di quella epoca. Ed anche delle epoche successive, compresa la dominazione longobarda e le sue influenze linguistiche.

Bisogna tornare indietro nel tempo a questo periodo per spiegare il curioso riferimento topografico "Muro delle Lame".

L'etimo "Lame", nella dizione longobarda, significava "palude”, “acquitrino”, piscina, luogo dove affiorava acqua dal sottosuolo.

Il riferimento trova anche conferma negli avvenimenti disastrosi che si sono verificati, nel corso dei secoli,in questa parte della Città, e che hanno provocato lo scivolamento a valle di parte della città.

Riferisce lo storico Luigi Marchesani (Storia di Vasto, pag.196): "forse un dì i terreni delle lame s'innalzavano al livello della città, dalle cui mura erano recinti, in vero, benché il volgo vastese attacchi alla parola "Lame" l'idea di dirupo, in toscano dire ella equivale a pianura. La facilità d'incontrare quivi sotterranee sorgenti di acque potabili e salmastre respinge a' longobardi i tempi e la dizione "Lame", cioè "palude, piscina e l'applicazione di contrada"

Dobbiamo,quindi, far riferimento alla "contrada delle Lame, per la presenza, ai tempi di Histonium, delle terme che erano alimentate dal sistema degli acquedotti che esistevano in tutto il territorio e che hanno una fondamentale memoria nei successivi movimenti franosi, quando l'acqua che scorreva nel sottosuolo, per via della spinta, provocava delle frane nelle diverse epoche. L'ultima quella del 1956,con lo scivolamento a valle del muraglione e dei fabbricati soprastanti, si da provocare l'abbattimento della chiesa di San Pietro. Eppure il muraglione di sostegno della parte delle "Lame” costruito dall'Impresa Bottari era così massiccio da garantire la stabilità della parte soprastante , ma la spinta delle acque sotterranee era cosi potente da travolgere qualsiasi ostacolo. "Lame", cioè "palude, piscina" avrebbe dovuto suggerire per questo versante della città strategie diverse da quelle adottate e che hanno, purtroppo provocato danni irreparabili.



Il problema da risolvere sarebbe stato quello di cercare di studiare il flusso delle acque sotterranee e trovare il modo di dirottarle adeguatamente , anche perchè, nella constatazione delle numerose frane che si sono verificate, l'acqua continua ad essere il pericolo principale, ancora oggi.

GIUSEPPE CATANIA

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