martedì 4 luglio 2017

Storia di Vasto a Fumetti, di FP D'Adamo e R. Flocco

Negli annali di storia vastesi tanti illustri scrittori si sono cimentati nell'arduo compito di raccogliere le memorie patrie per consegnarle alla memoria dei posteri. Da Nicola Alfonso Viti, che ci ha lasciato le Memoria dell’Antichità del Vasto, a Tommaso Palma, autore del Compendio Istorico dell’antichissima terra del Vasto, da Giuseppe De Benedictis,autore delle preziose Memorie Istoriche del Vasto, al dottor fisico Luigi Marchesani,che ha dato alle stampe la fondamentale Storia di Vasto, da Luigi Anelli con il suoHistonium ed il Vasto attraverso i secoli, dove ci ha consegnato una ricca collezione di immagini, alla recente pubblicazione del Prof. Costantino Felice.
Ma fra tutte le pubblicazioni, senz'altro la più originale è quella scritta dall'Arch.Francescopaolo D'Adamo, trasformata in fumetto dalla bravura di Roberto Flocco.
Siamo nel 1990. In questi anni vengono pubblicati diversi periodici locali come Vasto Domani, Il Nuovo, Vasto Notizie, ed altri minori. Francescopaolo D'Adamo e Luigi Marchesani, hanno l'idea di creare un nuovo periodico diverso dagli altri. Le difficoltà di trovare gli sponsor necessari per portare avanti il progetto costringono gli autori a chiedere ospitalità al periodico Vasto Notizie diretto da Nicola D'Adamo, per uscire con un
inserto speciale. La testata viene chiamato L'Orto Botanico. A spiegare la scelta del nome è direttamente Francescopaolo D'Adamo: "Perché nell'orto botanico ci sono sia le cose positive, come le piante ornamentali e belle, sia l'ortica o le piante velenose. In sostanze, doveva essere una rivista dove ognuno poteva scrivere quello che voleva".
La copertina viene disegnata da Roberto Marchionni, grande fumettista e sceneggiatore, vissuto a Vasto fino al compimento degli studi superiori. Ai testi troviamo alcuni giovani, aderenti all'Associazione La Porta a Quadretti, sotto l'attenta regia del poliedrico Francescopaolo D'Adamo.
Diviso in quattro puntate, la Storia di Vasto, riveduta e corro/etta senza o/errori di sto/ampa, con i testi di D'Adamo e gli efficaci disegni di Roberto Flocco, sono il perfetto connubio per la realizzazione di una storia grottesca e al tempo stesso divertente, che porta alla luce alcuni aspetti storici importanti della nostra città farciti di humor. Ne è il classico esempio l'inizio della storia. Tutto comincia quando Diomede si trova a navigare sulle coste adriatiche, quando, nei pressi della futura Vasto, sente una voce che gli comanda di fondare una città. Diomede, sorpreso, tenta di opporsi affermando che già esistono le città di Aspra e di Buca, inoltre, il luogo è franoso. Ma la voce è irremovibile: "Non importa, fondala verso l'interno, tanto il territorio è così vasto che, una fettina alla volta, ci vorranno migliaia di anni prima che venga distrutta!". Senza possibilità di scelta, l'eroe greco comincia a fondare la città, ma ad un certo punto scrive una lapide: "QVI IL TERRITORIO NON È VASTO! È GVASTO! ME NE VADO ALLE TREMITI! PENSATECI VOI!". La voce che gli ha ordinato di fondare la città (che poi si seppe era Mercurio) afferma: "Va bene, tanto aspettiamo altri finanziamenti!".
Passano gli anni e, grazie ad un massiccio intervento di Stato, Roma diventa un impero, mentre a Histonium, chiamata la "Partenope Adriatica", sono tutti cantanti e poeti,e vi si svolge il famoso Festival delle Sirene. Tra i personaggi spiccano Osidio Geta, fine dicitore di grandi qualità ("Tanto caro mi fu quest'ermo golfo che da tanta…"), e Lucio Valerio Pudente, discolo "enfant prodige", ma anche raccomandato.
Non capito dai suoi concittadini e insofferente verso le attenzioni su Lucio Valerio Pudente, Osidio Geta decide di partire per l'Australia, ma avendo consultato la cartina al contrario, si ritrova in Inghilterra, dove fonda la città di Londra e dove ottiene finalmente popolarità diventando il cantante solista di un complesso chiamato DuransDurantis, con lo pseudonimo di Osidio Le Bon.
La Storia di Vasto prosegue con il racconto della città divisa in "Lu quart a mont", oggi zona S.Maria, abitati da "le cocce lunghe", e "Lu Quart Abball",  abitati da "le cocce cavutate". Ed ancora, con le avventure di Riccio de Parma, mezz'ala proveniente dalla Pro Vasto, uno dei tredici campioni agli ordini di Mister Ettore Fieramosca, per la celebre Disfida di Barletta, tra le nazionali di Italia e Francia.
Il tempo passa velocemente e ci ritroviamo nel 1700, al tempo di Don Cesare Michelangelo d'Avalos, il quale vuole trasformare Vasto in una grande città e renderla famosa a livelli internazionali. Purtroppo, non riesce nel suo intento perché, in seguito ad un'ardita affermazione ("Il tuo Maradone non vale un bottone!!"), che si lascia sfuggire in una importante discussione di affari, con il Re di Napoli, è costretto ad andare in esilio a Vienna. Tornato a Vasto, il marchese sperpera tutti i beni, e rimane con le pezze al "…noblesseoblige", mentre i vastesi tornano allo loro frenetica attività… distesi sul bagnasciuga a sorseggiare un fresco cocktail.

Lino Spadaccini























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