venerdì 21 luglio 2017

Piccolo Circolo Garibaldino: inaugurata l'interessante mostra su ELENA SANGRO, attrice vastese del muto

di LINO SPADACCINI
Inaugurata ieri sera presso il B&B Piccolo Circolo Garibaldino la mostra "Elena Sangro: i mille nomi della diva del muto. Da Jean Nolly ad Anton Bia'".
Nel 120° anniversario della nascita di Elena Sangro, diva del cinema muto di origini vastesi, il
Piccolo Circolo Garibaldino ha organizzato un'interessante mostra, attraverso una cospicua documentazione originale, proveniente dalle collezioni private di Stefano D'Adamo e Francescopaolo D'Adamo, arricchita dall'intervento della critica d'arte Roberta Presenza, che ne ha sottolineato alcuni aspetti della vita, evidenziando il suo reinterpretarsi nel tempo sotto nomi diversi.
Francescopaolo D'Adamo, nel suo intervento iniziale, ha inquadrato il periodo storico in cui è nata Maria Antonietta Bartoli Avveduti, quando Vasto era scollegato dal resto del mondo, raggiungibile, comodamente solo attraverso la ferrovia. In questa città ricca di cultura, patria di uomini illustri come Gabriele Rossetti, Gabriele Smargiassi, i Palizzi e i Laccetti, verso la fine dell'Ottocento arrivarono i genitori di Maria Antonietta, al servizio del principe Quarto di Belgioioso.
Avveduto Bartoli Avveduti era di ricca famiglia originaria di Chianciano, da cui era scappato a causa dei debiti. Anche da Roma, città natale della moglie, dovette scappare per lo stesso motivo. Alla fine giunse a Vasto, ma anche da qui dovette fuggire, insieme a due o tre figli, questa volta per gli Stati Uniti, abbandonando la moglie e la giovane Maria Antonietta.
Stefano D'Adamo, noto collezionista, ha sottolineato come la mostra appena inaugurata è solo l'1.0 di Elena Sangro, è il punto di partenza per approfondire tutta una serie di aspetti a lei legati ancora poco noti.
Roberta Presenza si è soffermato sui tanti nomi dell'attrice vastese. Conosciuta come Elena Sangro, durante la sua carriera ha usato vari nomi: innanzitutto Ornella, nome coniato da Gabriele D'Annunzio, l'unico amore riconosciuto della diva del cinema; Lilia Flores, nome che si diede negli anni '40 quando la sua bellezza non era più quella di un tempo, e cominciò ad esibirsi come soprano; Anton Bia', curiosamente il nome di un uomo, quando si dedicò alla regia. Negli anni '60 decise di fondare il primo sindacato per le persone che lavoravano nell'ambito del cinema. "Elena Sangro ha fatto tante cose nella vita", ha spiegato Roberta Presenza, "e le ha fatte sempre da sole. È stata una donna forte che ha saputo reinventarsi nel tempo".
L'ultimo nome, che per la prima volta viene accostato ad Elena Sangro, è quello di Jeanne Nolly. Grazie al ritrovamento di un libretto, dove è impressa l'immagine di una donna, ed alle successive ricerche sul film Paolina del regista Vitale De Stefano, si è risaliti alla figura dell'attrice vastese. "Non c'è la certezza assoluta o documenti che attestano che lei è Elena Sangro", ha ammesso la critica d'arte, "ma dai caratteri somatici e dal confronto con le altre foto di quel periodo, sembra proprio lei".
Su Jeanne Nolly ci sono scarsissime notizie. Sappiamo che il suo nome è accreditato su dieci film girati tra il 1915 ed il 1917, tutte estremamente criticate, forse perché ancora troppo giovane. Una curiosità: sette di questi film furono girati da Roberto Leone Roberti, padre del famoso regista Sergio Leone.
Nel corso della durata della mostra, si potranno prenotare servizi fotografici a tema, realizzati dalla fotografa Antonella Giuliano e dalla Make up Artist Sara Brevetti.
La mostra rimarrà aperta fino al 31 luglio tutte le sere dalle 21 alle 23.


Lino Spadaccini


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